Sanità in Molise: le tre domande di Pastore

L'OPINIONE. «In pratica la politica ha offerto in convenzione a privati il monopolio di certe prestazioni e questi non hanno alcun limite nell'effettuarle.»

Sanità in Molise: le tre domande di Pastore

Se ho capito bene il Consiglio di Stato ha deciso che non ci possono essere limiti all'extrabudget e che è facoltà di chi eroga un certo servizio di poter prescrivere autonomamente le prestazioni da effettuare. In pratica la politica ha offerto in convenzione a privati il monopolio di certe prestazioni e questi non hanno alcun limite nell'effettuarle.

Tra l'altro la regione deve anticipare, alle strutture private, le prestazioni extraregionali che verranno poi, dopo molto tempo, liquidate dalle altre regioni e spesso con contestazioni e limitazioni.

Questi privati decidono dove indirizzare fondi pubblici senza alcuna possibilità di limitazione.

Se i fondi destinati dallo Stato alle regioni sono predefiniti, i soldi indirizzati all'azione dei monopolisti di certi servizi devono essere sottratti ad altre prestazioni. Ecco perché il sistema di risposta sanitario regionale è sempre più in crisi, ecco perché aumenta la mobilità passiva ed ecco perché i cittadini devono spendere sempre più soldi per curarsi o rinunciare alle cure.

Ora, sarebbe importante che i diversi schieramenti politici che si confronteranno nelle prossime elezioni regionali ci dicano come intendano comportarsi, una volta vinte le elezioni, su questo tema che assorbe l'80% del bilancio regionale.

1) vorranno fare un'analisi di come è stato generato il debito e di perché persiste nonostante la chiusura di ospedali, servizi, e riduzione del personale? Questo, non per individuare colpe, ma per permettere di poter correggere errori e poter gestire correttamente un bene comune.

2) dobbiamo considerare il diritto alla salute ed alle cure un bene comune o una merce che deve rispondere al mercato? Perché se é un bene comune non può essere privatizzato, come è avvenuto fino ad ora. Se, invece, questo diritto deve essere una qualsiasi merce si deve provvedere ad una privatizzazione più accelerata e finirla con lo strazio di voler far morire le strutture pubbliche per consunzione come se non fosse una scelta politica ma un evento naturale.

3) bisognerà continuare a mantenere con i fondi regionali le due mastodontiche strutture degli Istituti di ricerca a carattere scentifico che sottraggono enormi risorse alla regione e non permettono l'erogazione dei servizi necessari ai cittadini o sarebbe più giusto che le stesse strutture venissero gestite direttamente, come fondi e posti letto, dallo Stato centrale, permettendo alla sanità pubblica regionale di potersi riorganizzare per risorgere?

É possibile che prima delle elezioni i due schieramenti si esprimano chiaramente su questi punti senza blaterare di essere aspecificamente a favore di una sanità pubblica?

Aspettiamo riscontri e non chiacchere.

Lucio Pastore

 

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