Scarpinato: «Le stragi del '92-'93 sono ancora fra noi. Non furono opere esclusive dei mafiosi»

Il 24 novembre è stato presentato a Palermo il “Coordinamento sociale antimafia”. Ne fanno parte: Attivamente, Our Voice, Officina del Popolo, CGIL Palermo, Collettivo Rutelli, Sindacato Parlatore Kiyohara; Sindacato Regina Margherita; Fa.Se. Cannizzaro; Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato; Radio Aut; USB Palermo; Arci Palermo.

Scarpinato: «Le stragi del '92-'93 sono ancora fra noi. Non furono opere esclusive dei mafiosi»

Nella seconda giornata di eventi promossi dal “Coordinamento sociale antimafia”, domenica 3 dicembre 2023, sono intervenuti, nel dibattito intitolato “Lo Stato profondo”: Roberto Scarpinato, senatore del movimento 5 stelle e già procuratore di Palermo; la giornalista Stefania Limiti; la direttrice dell'archivio Flamigni Ilaria Moroni.

Hanno moderato Jamil El Sadi, Andrea La Torre. Ha introdotto Giulia Corrao.

“Le stragi del 1992 e del 1993 sono ancora fra noie. Non furono affatto opere esclusive dei mafiosi. Furono eseguite dai mafiosi ma pianificate da mandanti esterni per ragioni politiche. Il tutto coperto da esponenti dei servizi segreti e della polizia con i depistaggi al fine di impedire che dal livello di esecutore di potesse risalire a quello dei mandanti”

- ha affermato il senatore Roberto Scarpinato.

Continua dicendo:

“I mandanti eccellenti non soltanto l'hanno fatta franca grazie ai depistaggi, ma hanno raggiunto lo scopo di contribuire a costruire con le stragi il nuovo ordine politico dopo la fine della Prima Repubblica.

Il fatto che i tentativi di depistaggio non si siano mai fermati, prolungandosi sino al 2020 con le dichiarazioni del falso collaboratore Maurizio Avola, dopo che il falso collaboratore Vincenzo Scarantino ormai era bruciato, e che proseguono sottotraccia sia nei nostri giorni, dimostra che le stragi non sono affatto una storia del passato. Al contrario sono ancora drammaticamente tra noi.”

“La storia di questa Repubblica, che è una giovane di circa 80 anni, ha visto un percorso estremamente travagliato, quindi chiederci oggi dove va la nostra democrazia è fondamentale. La storia ci serve perché ci definisce e rappresenta meglio quello che sta avvenendo in questo momento. Se guardiamo il presente attraverso la storia lo capiamo meglio.

Noi abbiamo avuto una violenza stragista che non ha avuto eguali in tutti gli altri paese europei, una mafia e una massoneria che si sono impossessate dello Stato. Abbiamo avuto anni in cui i vertici dello Stato erano nominati direttamente da un clan massonico e i vertici mafiosi riuscivano a stabilire le condizioni della loro protezione e i favori che dovevano dare in cambio.”

- afferma la giornalista Stefania Limiti.

“Nel 2005 iniziai il primo censimento delle fonti su mafia, terrorismo, violenza politica in Italia e già in quella occasione mi resi conto come non c'erano le carte; mancavano i documenti. Lo Stato produce documenti e dopo un tot di anni li dà all'archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato, che sono sempre amministrazione dello Stato e ciò consente a noi cittadini di poter avere accesso alla documentazione. Ma adesso questo filo si è interrotto.

Le amministrazioni dello Stato, in alcuni casi parliamo di blocchi che non vengono versati dagli anni '40 e '50, il gabinetto della presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dei Trasporti, il ministero della Difesa, non hanno versato le loro carte, che sono carte di tutti gli archivi di Stato. Questo significa che uno storico o un giornalista o un cittadino che vuole approfondire non può avere accesso a queste carte”

- ha affermato la direttrice dell'archivio Ilaria Moroni.

 

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immagini prese dal web