Sentenza d'Appello sulla trattativa Stato-Mafia 

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Con la mafia, con tutte le mafie, non si tratta. Mai. Uno Stato civile e democratico non lo fa.  Tutte le mafie vanno individuate, contrastate a tutto campo e sconfitte.»

Sentenza d'Appello sulla trattativa Stato-Mafia 
Giovanni e Paolo

Vi fu, ma per i giudici non è reato. Vi fu per "dividere Cosa Nostra" e per fermare le stragi. In pratica si trattava con Provenzano per isolare Riina. Pertanto Provenzano non doveva essere catturato, almeno in quel momento. Una "ragion di Stato" che indusse a trattare con un pezzo di Cosa Nostra.
In sostanza, si può essere temporaneamente "amici" con la mafia in nome di un presunto interesse superiore della collettività.

Tesi che mi appare quantomeno audace sul piano giuridico, deplorevole su quello etico.

Con la mafia, con tutte le mafie, non si tratta. Mai! Uno Stato civile e democratico non lo fa. Tutte le mafie vanno individuate, contrastate a tutto campo e sconfitte.

Non può esservi alcun margine di trattativa, perchè chi tratta con la mafia la riconosce come interlocutrice e, in qualche modo, la legittima. Che messaggio consegna ai giovani simile sentenza? Essa costituisce un oggettivo oltraggio a tutti coloro che per contrastare la mafia sono stati, dalla stessa, barbaramente uccisi.

Giovanni e Paolo e, prima ancora, tutti Voi magistrati, appartenenti alle Forze dell'Ordine, sacerdoti, giornalisti, funzionari integerrimi, politici (invero pochi!), che non vi siete mai piegati e scesi a compromessi con la mafia, abbiate compassione di chi ha emesso questa sentenza.

Ma, direbbe Gesù, perdonateli perché non sapevano cosa scrivevano!