Sigfrido Ranucci: “A gennaio 2025 non potremmo più parlare di imputati di processi che moriranno grazie all'improcedibilità. Non potremmo fare i nomi”

L'intervento di Sigfrido Ranucci alla festa del Fatto Quotidiano.

Alla festa del Fatto interviene Sigfrido Ranucci, il quale parla della categoria dei giornalisti. La sua denuncia è inequivocabile: la Riforma Cartabia mette il tappo alla bocca dei giornalisti. È non è un caso che lo facci proprio adesso. Il programma “Report” è, forse, l'unico programma di giornalismo d'inchiesta libero da tutto e da tutti che oggi è rimasto nei grandi schermi. E, se si continua su questa lunghezza d'onda, non potrà più lavorare seriamente. Ma quello che turba di più è il silenzio della stragrande maggioranza dei cittadini davanti a questo tappo sapendo che non potremmo più essere informati su nulla.

“Noi improvvisamente, a gennaio 2025, ci sveglieremo in un Paese migliore senza colpevoli senza aver fatto un cazzo per meritarcelo. Questo è il problema vero. È come l'oblio di Stato, la desertificazione dell'informazione. A questo ci porterà. Noi ogni giorno facciamo i conti, penso anche voi, in redazione con la richiesta del diritto all'oblio. Noi, Report, non cancelliamo un'inchiesta.

Ce lo abbiamo tutte classificate, tutti trascritti e i nomi stanno ancora lì proprio perché è un diritto stabilito dalla Corte Europea che “l'archivio delle informazioni è un bene della collettività non un bene del singolo

- dice così Ranucci difendendo la libertà d'informazione.

L'unica realtà è che se si continua così noi cittadini saremo ignari di tutto e la categoria si ridurrà solamente a parlare di sport e gossip.