Statuto Comunale, Punta Penna, Acquedotto delle Luci, Fosso Marino e Archivio Comunale, Italia Nostra si rivolge al Sindaco e Presidente della Provincia

L'associazione vastese chiede un incontro a Francesco Menna per avere risposte su sette domande

Statuto Comunale, Punta Penna, Acquedotto delle Luci, Fosso Marino e Archivio Comunale, Italia Nostra si rivolge al Sindaco e Presidente della Provincia
Luigi Murolo, Davide Aquilano, Michele Celenza

Il Presidente di Italia Nostra del Vastese Davide Aquilano, Luigi Murolo e Michele Celenza (per tanti anni Presidente della disciolta Associazione Civica Porta Nuova) in una conferenza stampa presso la Torre di Diomede del Moro hanno illustrato i contenuti di sette domande rivolte al sindaco di Vasto e Presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna. Il sodalizio chiede, ha sottolineato Aquilano, un incontro per poter illustrare questi quesiti e avere risposte su criticità pluriennali. Domande che, ha aggiunto il presidente di Italia Nostra, rappresentano istanze portate avanti per tantissimi anni dall’Associazione Civica Porta Nuova.

I primi due quesiti pongono l’attenzione sullo Statuto comunale e sulla partecipazione dei cittadini con strumenti, hanno dichiarato Celenza e Aquilano, che permettono il dialogo tra cittadini ed istituzioni e la crescita civile della città. Luigi Murolo si è soffermato, tra le altre, sull’importanza della riapertura dell’Archivio Comunale in cui sono contenuti importantissimi documenti che possono essere utilissimi per la gestione della cosa pubblica attualmente. Punto su cui Aquilano ha ricordato la costituzione del Comitato per l’Asilo Carlo Della Penna e come, grazie ad una ricerca nell’Archivio Comunale, Murolo ha ricostruito l’anno esatto della sua costruzione.

Questi i quesiti posti da Italia Nostra del Vastese.

 

Perché, a 28 anni dalla sua prima approvazione (dicembre 1995), non è stata data attuazione a una parte qualificante dello Statuto comunale, il Titolo II - Istituti di partecipazione- a cominciare dal Regolamento sugli istituti di partecipazione e di consultazione dei cittadini (Artt. 6, 12, 13, 24, 27). Senza di essogli istituti di partecipazione restano sulla carta. L’Amministrazione comunale non dovrebbe favorire la crescita civile della città?

Come mai, sempre a proposito dello Statuto comunale, non sono bastati 28 anni per l’attuazione dell’Art. 40, che prevede che il Sindaco indica “entro il mese di settembre di ogni anno, apposite conferenze dei servizi locali per esaminare l’andamento della qualità, quantità, efficienza ed efficacia dei servizi, formulando idonee soluzioni per il miglioramento di essi. A tali conferenze vengono invitate le associazioni e le organizzazioni interessate al servizio.”Servizio idrico, rifiuti, trasporto pubblico locale, servizi comunali di assistenza, etc: ai cittadini andrebbe riconosciuto il diritto di sapere.

Perché, a 29 anni dalla sua adozione (aprile 1994) non è stato ancora aggiornato il Piano Regolatore Territoriale (PRT) dell’area industriale di Vasto. Ricordiamo che il suddetto PRT è anteriore di 4 anni all’istituzione della Riserva Regionale di Punta d’Erce, di cui di conseguenza non poteva tener conto.Ma ora sono passati 25 anni. Vogliamo ancora far finta di nulla?

Perché, a 9 anni dall’inserimento,da parte della Regione Abruzzo (DGR 3 marzo 2014, n. 137), dei siti delle società Puccioni spa ed Eco Fox srl nell’elenco dei siti potenzialmente contaminatiil Comune di Vasto non ha provveduto ad adottare gli strumenti previsti dalla legge nel caso di inerzia da parte del privato nella dovuta caratterizzazione dei siti.

Come mai, a 6 anni dall’approvazione del Piano del Demanio marittimo comunale (aprile 2017) che prevedeva per l’area di fosso Marino interventi di “tutela ambientale, riqualificazione, rinaturalizzazione”l’Amministrazione comunale si è di recente contraddetta, annunciando il proprio intendimento di interrarlo dopo averlo intubato, così da scaricare le sue acque a 300 metri dalla riva. Costo tra i 3 milioni 600 mila e i 4 milioni di euro.

Perché, a 4 anni dalla richiesta della Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo (maggio 2019) di modifica, a seguito della sua acclarata difformità rispetto al tracciato reale, della vecchia Carta dei vincoli relativa all’acquedotto delle Luci, il Comune non vi ha ancora provveduto, né mostrato intenzione di farlo.

Perché, a oltre 2 anni dalla chiusura dell’Archivio comunale (giugno 2021) a seguito del pensionamento della curatrice il Comune non si è curato di sostituirla, così da permetterne la fruizione alle scuole e agli studiosi interessati.