Strage bergamasca e lombarda, «si riscrive la storia»

Associazione Sereni e sempre uniti Familiari vittime covid19: su «quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, maper delle precise decisioni o mancate decisioni» «Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia».

Strage bergamasca e lombarda, «si riscrive la storia»

Ci sono immagini che entrano nella Storia e aprono i cuori, scuotono le coscienze e raccontano più di milioni di parole. Un abbraccio, un intenso e forte abbraccio. Tra la commozione e il cuore che pare scoppiare. Un abbraccio tra due persone nelle immagini. Ma in realtà molto più grande ed immenso. Che avvolge le altre persone presenti, coloro che gli sono stati accanto in questi anni.

E i propri cari che non sono più su questa Terra ma sono presenti e vivi nel ricordo, nella commozione, nel cuore e nell’animo e accompagnano ogni passo di ogni giorno. Aldo Capitini, il primo in Italia ha parlare ed applicare la nonviolenza, la forza della giustizia, la definiva compresenza. Questa foto, scattata giovedì mattina di fronte il Palazzo di Giustizia di Bergamo, racconta tutto questo. Punto culminante e vibrante, appassionato, di quella nonviolenza che può riscrivere la Storia, che non si ferma di fronte alle ingiustizie e al Potere.

Si riscrive la Storia da oggi hanno dichiarato i familiari delle vittime del covid19 riuniti nell’associazione “Sereni e sempre Uniti”. Questa foto racconta anni di studio, approfondimento, lotta, tenacia, amore per i propri cari. È la storia che non scrivono i pre-potenti, che non è quella in cui le vittime devono solo tacere, colpevoli di essere vittime. Si può mantenere la schiena dritta, si può avere il coraggio di chiamare le cose per il proprio nome e non lasciare che le pagine nere e buie prevalgano nel libro della Storia.

Che la “storia” di tre anni fa, di esattamente tre anni fa, quando una parte d’Italia fu travolta dall’arrivo della pandemia uccidendo migliaia di persone. Arrivarono impreparati, la popolazione fu travolta mentre in alto furono prese o non prese alcune decisioni. In omaggio agli interessi di determinati settori economici, di determinati interessi industriali, politici. Si può dire, si può dimostrare, si può lottare perché questa verità non venga cancellata dall’oblio di narrazioni interessate.

Ci sono state grave omissioni e violazioni, si potevano evitare migliaia di decessi, dal piano pandemico non aggiornato (dal 2006!) alla mancata zona rossa in Val Seriana non fu fatalità, c’è tutta una verità che sta emergendo e una giustizia da costruire. Dopo anni di lotta ed esposti da parte dell’associazione la Procura di Bergamo mercoledì sera ha reso noto di aver inviato avviso di chiusura indagini. In omaggio alla cosiddetta “riforma Cartabia” la Procura non ha potuto rendere noti nomi degli indagati e le accuse ma sono diventate immediatamente, comunque, di dominio pubblico.

Oltre il mancato aggiornamento del piano (e la non applicazione di quello comunque esistente per quanto di oltre quindici anni fa) e la mancata zona rossa in Val Seriana l’attenzione è andata anche alla gestione dell’ospedale di Alzano. Chiuso e poi riaperto in poche ore dopo che erano stati individuati i primi contagi. 

La Procura di Bergamo ha chiuso le indagini partire dall’esposto dell’associazione “Sereni e sempre uniti” e sono stati resi noti i nomi degli indagati. Venti in tutto tra cui l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, l’allora Ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’ex assessore alla sanità della Lombardia Giulio Gallera, il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo e l'allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.

Gli atti relativi a Conte e Speranza verranno trasmessi al Tribunale dei Ministri in base all’articolo 96 della Costituzione.  

«Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni».

«Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia – ha sottolineato il direttivo dell’associazione “Sereni e sempre Uniti”  - siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia, confidando nella magistratura, e oggi non possiamo fare altro che ringraziare la dottoressa Rota, il suo team, e il Procuratore di Bergamo Antonio Chiappani». 

«Questa decisione non ci restituisce i nostri cari e non cancella le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona» e «a noi che restiamo dà la forza per continuare a combattere con ancora più determinazione le nostre battaglie: quelle della memoria e della difesa della dignità della vita e della morte, perché il sacrificio dei nostri cari non sia vano e mai più una pandemia o una qualsivoglia emergenza ci trovi così impreparati» prosegue la nota stampa dell’associazione che ringrazia i legali «avv.ta Consuelo Locati, avv. Alessandro Pedone, avv. Luca Berni, avv. Giovanni Benedetto e avv. Piero Pasini, vicini a noi in questa battaglia con professionalità e impegno costante». 

Il team legale dell’associazione ha diramato questa nota inviata congiutamente al comunicato del direttivo.

Il Team dei Legali dei Familiari delle Vittime del Covid non può che esprimere soddisfazione per il lavoro della Procura di Bergamo a cui va riconosciuto il meritodi avere pervicacemente ricercato le risposte da dare ai cittadini, in primis bergamaschi e lombardi, che da quasi tre anni si interrogano per conoscere i fatti ea dare una spiegazione alle migliaia di morti.


Ora si sa che quelle persone hanno pagato il prezzo della inefficienza e della incompetenza istituzionale, ad ogni livello, e oggi finalmente qualcuno sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità.


Gli esiti dell’indagine sono anche una risposta ai tanti familiari che si sono affidatialla Magistratura per opporsi ad un sistema ed a cui il Team dei Legali ha cercato di offrire il miglior supporto tecnico, assistendoli durante la posa di questa pietramiliare nel percorso verso la giustizia, verso la dignità dovuta a "quei corpi accatastati cui era stata negata anche la dignità della sepoltura”.


Alla Procura di Bergamo, quindi, va il nostro ringraziamento perché hanno ripagato la fiducia riposta in quell’istituzione dai cittadini e dai noi stessi legali con un lavoro di indagine di enorme portata, unica nel suo genere, dimostrando come al centro degli interessi di un paese civile ci siano le persone che ne costituiscono lacomunità e non giochi diversi, tra cui quelli politici.


Il significato più profondo che attribuiamo all’esito dell’indagine è il rispetto per tutti i cittadini, in particolare per i familiari delle vittime, vieppiù ignorati nel loro dolore e da tre anni a questa parte offesi dalle continue e reiterate negazioni di responsabilità proprio da parte di coloro che oggi risultano indagati per una loro ipotesi di malagestio pandemica.

Ci sia consentita anche una piccola nostra soddisfazione per l'incessante lavoro di ricerca e divulgazione dei documenti che abbiamo portato avanti e che, invece, leistituzioni volevano tenere celati sulla fallimentare gestione pandemica italiana.


Un invito a tutti i cittadini ad agire per vedere tutelati i propri diritti, in ogni sede opportuna, ed un appello alle istituzioni perchè, come tante volte auspicato dai sottoscritti legali, quanto prima emanino una legge di indennizzo in favore deifamiliari delle vittime del covid-19.


Alla Procura di Bergamo, un grazie da parte di tutti noi legali, rappresentanti dei familiari delle vittime dell'associazione #sereniesempreuniti, per aver riconosciuto la fondatezza delle nostre richieste e attribuito valore alla nostra, seppur minima, collaborazione con i magistrati.

 

 

 I PRECEDENTI ARTICOLI

Si potevano evitare decine di migliaia di decessi

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