«Tenere fuori dai processi le associazioni femministe significa rifiutare la presenza di chi quotidianamente lavora sui territori per tutelare le donne»

IL PENSIERO dell'onorevole Stefania Ascari: «L’esclusione delle associazioni femministe come parte civile nel processo a Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin solleva preoccupazioni su un possibile arretramento culturale circa il modo in cui violenza di genere e femminicidi vengono affrontati nei tribunali»

«Tenere fuori dai processi le associazioni femministe significa rifiutare la presenza di chi quotidianamente lavora sui territori per tutelare le donne»
immagine pixabay di MiamiAccidentLawyer


L’esclusione delle associazioni femministe come parte civile nel processo a Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin solleva preoccupazioni su un possibile arretramento culturale circa il modo in cui violenza di genere e femminicidi vengono affrontati nei tribunali e sulla possibile interpretazione restrittiva delle norme che regolano l'ammissione delle parti civili.

La presenza delle associazioni femministe nei processi penali per stupro e femminicidio è volta non solo a manifestare solidarietà alle vittime e ai loro familiari ma anche a esercitare un controllo pubblico sul trattamento riservato alle donne nelle aule di giustizia ed evitare casi di violenza istituzionale.

Perché la violenza di genere non è un fatto privato tra una vittima e il suo carnefice, bensì un fatto collettivo che affonda le sue radici nella cultura della nostra società.

Pertanto va affrontato non solo in funzione repressiva, punendo il colpevole, ma anche attivando tutte le risorse possibili per tutelare le donne e fare in modo che la scia di sangue si fermi.

Tenere fuori dai processi le associazioni femministe significa rifiutare la presenza di chi quotidianamente lavora sui territori per tutelare le donne e ciò ci riporta indietro verso un modo di trattare i casi di femminicidio che ci auguravamo fosse stato superato.

Depositerò un’interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro Nordio di intervenire per promuovere una revisione delle normative così da assicurare che le associazioni femministe possano sempre partecipare attivamente ai processi penali riguardanti la violenza di genere in qualità di parte civile come forma di tutela, per la vittima e per tutte le altre donne.