Terremoti: Il pilone del Ponte sullo Stretto è su una faglia attiva e capace
Intervento di Augusto De Sanctis, Forum H2O Abruzzo.
La notizia è di queste ore e, considerato che non ho visto sui giornali mappe progettuali, come sempre sono andato alla fonte, consultando le mappe ufficiali che vedete nell'immagine.
A sinistra la carta dell'INGV dell'area del Ponte. Ho evidenziato con un cerchio la zona delle opere principali. Le linee verdi sono le faglie attive e capaci individuate dai ricercatori.
Quindi nella zona non vi sono solo "faglie attive", cioè faglie che producono terremoti, ma addirittura "faglie attive e capaci", cioè che producono non solo terremoti di grande rilevanza ma "ROMPONO" il terreno fino in superficie. Si forma cioè uno "scalino" tra i due lati della faglia. Sul Vettore nel 2016 se ne formò uno di due metri!
In questi casi non vi è "solo" il problema di reggere lo scuotimento ma di affrontare l'azione di taglio. Cioè un corpo rigido (alias, cemento) viene fratturato. Non ci sono metodi per affrontare questo problema per opere in cemento armato (i gasdotti, invece, vengono messi su rotaie che possono traslare: non mi sembra il caso...).
Voi direte:
ma la scala non permette di localizzare esattamente le opere del ponte.
A destra vedete la mappa ufficiale, depositata dal proponente per la Valutazione di Impatto Ambientale, della microzonazione sismica del territorio, quella a scala migliore. Sì tratta di una mappa predisposta da tempo dal Comune.
Il cerchio indica il pilone. La freccia rossa evidenzia la fascia bruna della mappa. Cosa è questa fascia bruna? La zona interessata dalle deformazioni di una faglia attiva e capace.
Non solo!
La mappa dice che questa fascia può essere interessata anche da fenomeni di liquefazione del terreno e maremoti!
Anche altre opere importanti ricadono su faglie attive e capaci (freccia bianca; fascia rossa).
SINTESI:
è vero, stanno piazzando la più grande opera pubblica del secolo, del costo di almeno 15 miliardi di euro, nel punto peggiore possibile.
NORMA:
le Linee guida della protezione civile del 2015 sulle faglie attive e capaci, nella sezione infrastrutture, dice che bisogna DELOCALIZZARE quelle esistenti che insistono su faglie attive e capaci. Se non delocalizzabili bisogna fare azioni di mitigazione. Stiamo parlando delle infrastrutture esistenti. Qui ce la vogliamo piazzare sopra una ex-novo.
Per farvi capire la portata del problema: se la microzonazione indica una faglia attiva e capace, zio Beppe non può costruirvi una casetta...
I proponenti del ponte sostengono non sia una norma vincolante. Notevole risposta eh.
CONSIDERAZIONE:
trovo letteralmente incredibile che la microzonazione sismica fatta dai comuni e già disponibile da tempo sia stata presentata solo nelle integrazioni su specifica richiesta degli enti.
In un paese sismico come il nostro, per un'opera del genere.
Non ho più aggettivi per descrivere il comportamento di questi soggetti.