Una ciliegina sulla torta della prossimità e amicizia con i più bisognosi di tutto l’anno

NATALE. Anche quest’anno la «Capanna di Betlemme» condivide il giorno di festa con le famiglie bisognose della città, pranzo a domicilio con un menù ricco ed articolato. Un cammino di solidarietà e umanità che dura tutto l’anno. Anche con il progetto di Servizio Civile «2020 Radici e Ali».

Una ciliegina sulla torta della prossimità e amicizia con i più bisognosi di tutto l’anno
pagina facebook Capanna di Betlemme di Chieti

Il grande freddo è arrivato, i rigidi colpi dell’inverno anche quest’anno avvolgono ormai l’aria e la nostra quotidianità. Le strade sono gelide, deserte, il peso della notte aumenta sempre più. È arrivata una delle notti più celebri e celebrata, che scandisce l’avanzare del calendario e dei riti delle nostre vite, quella di Natale.

Un giorno quest’anno segnato dalla pandemia, dall’incubo che avvolge tutta l’umanità da tanti mesi. Eppure, nonostante la pandemia che ha sconvolto, stravolto e devastato le vite a tutte le latitudini, le ultime settimane sono state egemonizzate da shopping, discussioni sui cenoni e simili. #Restiamoacasa è tra gli slogan più diffusi, simboli di quest’anno terribile. Col freddo incombente appare ancora più spontaneo e le mura domestiche un riparo importante, desiderato e dove rifugiarsi. Alcune previsioni meteo nei giorni scorsi hanno annunciato l’arrivo della «sciabolata artica». Parole che già dal suono trasmettono gelo profondo che scorre lungo il corpo e penetra le ossa.

Il Natale autentico ed originale celebra, per i cattolici, la nascita di un bambino in una stalla, unico luogo dove i genitori si son potuti rifugiare nella notte fredda rifiutati dagli alberghi. Rifiutati, allontanati, emarginati, abbandonati, potevano essere queste le sensazioni di Maria e Giuseppe in quella notte. #Restiamoacasa, oltre duemila anni dopo, per tanti, troppi è una frase senza senso, persone che non hanno calde mura ad accoglierle, che non hanno alberghi o addobbate abitazioni dove rifugiarsi. Persone che, presi dalla frenesia dello shopping, dal luccicare delle luminarie e dal vuoto cicaleccio col quale si riempiono troppo spesso le giornate, sono state incontrate – ma rimaste invisibili – sotto i porticati, agli angoli delle strade, sulle panchine.

O nel vagare delle strade delle nostre città, presi da drammi molto più importanti del colore di un nastrino o di quante decine di portate far abbondare dalle tavole. Persone incatenate ad incroci di strade di periferie, giardini e pinete o anche nel cuore delle città, sfruttate e dilaniate dai più turpi e meschini desideri (dis)umani, incatenate alla disperazione economica, all’emarginazione sociale, allo stigma di una società che – parafrasando Il Piccolo Principe – non sa o non vuol sapere che non si vede che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi. Sono le Betlemme moderne dove il Natale assume tutto un altro peso e significato.

E ancora oggi, come la stalla di oltre duemila anni fa, ci sono capanne che vanno oltre l’apparenza, per riscaldare cuori e ritrovare umanità, dove magari non ci sono il bue e l’asinello ma pastori appassionati e generosi si. La «Capanna di Betlemme» della Comunità Papa Giovanni XXIII, una «frontiera grande dove possono arrivare i fratelli e le sorelle in preda alla disperazione» una delle definizioni per raccontarle che ha condiviso con noi Luca Fortunato (il coordinatore della Capanna di Chieti) nei mesi scorsi.

In questi mesi tristi, isolati e solitari per le restrizioni per arginare la pandemia, distanti dai soliti contatti sociali, anche su facebook Luca e la Capanna hanno regalato calore, umanità, generosità, solidarietà, speranza. Con lo sguardo oltre i vacui chiacchiericci, gli stanchi e vuoti interessi che troppo spesso – dalla televisione al «dibattito» politico e mediatico – non sono riusciti ad andare oltre l’effimero e il superfluo consumista ed egoistico. Hanno continuato a portare avanti tante iniziative solidali, a raccontarci e documentarci storie straordinarie di persone giunte in Capanna, compagni di viaggio e capaci di straordinarie esperienze di vite.

«Ed è festa per tutti» è stato lo slogan del pranzo di Natale dell’anno scorso, ultimo di una lunga serie di iniziative conviviali e solidali degli ultimi anni. Una catena di solidarietà e generosità che non poteva, e non doveva spezzarsi, quest’anno. Cambia la formula ma lo spirito resta sempre lo stesso. «La Capanna di Betlemme di Chieti porterà nelle case delle persone in difficoltà il pranzo di Natale» è la sintesi del Natale 2020: «la solidarietà – riporta una nota delle scorse settimane - si muove in silenzio e in anonimato, per portare doni concreti a chi è in situazione di difficoltà. Parte dal capoluogo teatino, grazie alla Capanna di Betlemme di Chieti, l'iniziativa che regalerà, per il giorno di Natale, 100 pasti a famiglie bisognose della città».

Cento famiglie diventate, grazie a donatori e sostenitori, ben 160. Un pranzo di Natale allietato da un «menù ricco ed articolato» realizzato da un imprenditore teatino della ristorazione e con il contributo delle donazioni. Il pranzo è stato consegnato direttamente a domicilio ed è uno degli appuntamenti di un intenso e ricco programma.

Queste tutte le tappe di questa maratona solidale della Capanna di Betlemme di Chieti:

 24 dicembre distribuzione di 100 regali nuovi per 100 bambini di Chieti di cui 30 donati da Lidl Italia e 70 da donatori in anonimato
il 24 sera cenone in Capanna di Betlemme per 65 persone con la partecipazione e l'aiuto di Re/Max Plus Pescara - Chieti Scalo
il 25 dicembre mattina, distribuzione con consegna a domicilio di 160 pasti preparati da un ristorante di Chieti a famiglie del territorio con la partecipazione di donatori in anonimato e di L'Arca di Francesca Onlus
25 dicembre mattina partecipazione all'iniziativa di imprenditori del Pescarese per 650 pasti di cui 360 destinati a famiglie da noi segnalate su Pescara e Francavilla
25 dicembre pranzo organizzato con Caritas Pescara Penne presso la cittadella dell'accoglienza a Pescara in cui condivideremo questo importante momento con tutti gli amici senza dimora con importanti e bellissimi doni offerti dalla
Fondazione Vincenzo Casillo
25 dicembre pranzo alla Capanna di Betlemme di Chieti offerto dalla Fondazione Vincenzo Casillo.
 

Il pranzo di Natale «è la ciliegina sulla torta di una prossimità e amicizia verso chi è in difficoltà che dura 365 giorni l’anno da parte di tutti i volontari – conclude la nota della Capanna di Betlemme di Chieti - il nostro desiderio non è regalare un sorriso ogni tanto, ma ogni giorno». Un cammino che è possibile seguire e apprezzare, lasciandosi catturare dalla testimonianza di calore e generosità, ogni giorno anche tramite la pagina facebook https://www.facebook.com/capannadibetlemmedichieti . Animato anche dai volontari del Servizio Civile grazie al progetto «2020 Radici e Ali» al fianco di «donne in difficoltà e donne con minori a carico».

I volontari offriranno supporto «alle donne e ai minori accolti nello svolgimento dei compiti scolastici e durante le lezioni di italiano», accompagneranno «presso corsi di formazione professionale e tirocini formativi per favorire la loro integrazione lavorativa» e «presso centri e strutture sportive per lo svolgimento di attività sportive», parteciperanno all’organizzazione di «laboratori di cucito, cucina e arte terapia per le donne» e «di teatro, musica e lavorazione della ceramica per i minori», «per favorire l’inclusione sociale di tutti gli accolti della struttura» di «momenti di svago quali gite fuori porta, visite a musei e fattore didattiche e partecipare ad eventi sul territorio» e avranno «la possibilità di partecipare alle uscite delle unità di strada per incontrare le persone in difficoltà, instaurare relazioni di fiducia e offrire pasti, coperte e materiale informativo». Informazioni e dettagli su https://serviziocivile.apg23.org/2020/11/11/2020-radici-e-ali/ 

 

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