UNA FIMMINA CALABRESE su Radio IsNow

Marilena Ferrante intervista l'autore del libro Paolo De Chiara.

L’ultimo lavoro di Paolo De Chiara, scrittore, giornalista e sceneggiatore, dal titolo: «Una fimmina calabrese», edito da Bonfirraro editore, si inserisce nel filone del documentario che testimonia la vocazione dell’autore al giornalismo d’inchiesta e, in particolar modo, all’indagine dei reati di mafia, percorso ampiamente sperimentato dal giornalista e scrittore.

Un libro, quello di Paolo De Chiara, che fa conoscere le dinamiche mafiose e il ruolo delle donne che, come si esplicita tra le pagine del libro, possono assumere ruoli positivi come Lea Garofalo, che sfidò la ’ndrangheta, pagando con la sua stessa vita, e ruoli negativi come quelle che diventano acquiescenti e camminano insieme ai loro uomini mafiosi appoggiando così la loro attività delinquenziale.

- UNA FIMMINA CALABRESE. Così Lea Garofalo sfidò la ‘ndrangheta

Una fimmina calabrese, così Lea Garofalo sfidò la ‘ndrangheta

 

Lea Garofalo è una fimmina calabrese, una donna che non ha girato la testa dall’altra parte, che l’ha alzata davanti ai mafiosi vigliacchi, una “fimmina ribelle” per la mentalità che la circonda. Lea Garofalo nasce il 24 aprile del 1974 a Petilia Policastro (Crotone) in un contesto di ‘ndrangheta. Lea ha sentito il puzzo di questa mafia sin dalla culla. All’età di otto mesi, nel 1975, viene ammazzato a colpi di lupara suo padre Antonio, più avanti toccherà a suo fratello Floriano. La nonna di Lea, davanti ai morti ammazzati della sua famiglia ebbe a ripetere che “il sangue si lava con il sangue”.

Ma Lea è diversa, non è fatta di quella pasta, ancora giovanissima ha la sventura di incontrare un guappo di paese, Carlo Cosco e si innamora. Il guappo sfrutta l’amore di Lea, mentre si dedica a conquistare la piazza di spaccio milanese, dove si sono trasferiti.        

A Milano Carlo Cosco è dedito a gestire insieme ai fratelli un traffico di stupefacenti ed ha anche occupato e subaffittato abusivamente alcuni appartamenti dello stabile di viale Montello 6, dove vive con Lea e Denise che nasce il 4 dicembre 1991.

Lea è inizialmente ignara delle attività dell’uomo. Il 7 maggio 1996 Carlo Cosco viene arrestato per traffico di stupefacenti. Lea non regge a quella vita di continue violenze e decide, per amore di sua figlia, di abbandonare il Cosco, la sua famiglia e il covo mafioso di via Montello 6 a Milano e scappa in Calabria. Qui le cose non vanno meglio, una donna, secondo la mentalità imperante, non può abbandonare il suo uomo e decidere con la propria testa.

Per Lea comincia l’inferno e capisce che l’unica strada da seguire è quella della Giustizia e si affida allo Stato.

Nel 2002 incontra un magistrato a Catanzaro e comincia a raccontare la sua storia. Parla delle faide tra le famiglie rivali, dei traffici e degli affari loschi della sua famiglia, dei Cosco e delle loro illecite attività. 

Rompe l’antico codice della ‘ndrangheta.

I criminali la ritrovano (Campobasso, 5 maggio 2009) fallendo però il tentativo di rapirla per la decisa reazione di Denise. L’appuntamento con la morte è solo rimandato.

Il 24 novembre 2009 a Milano, Lea, che nel frattempo si è ravvicinata a Carlo Cosco per consentire a sua figlia Denise di proseguire gli studi, con uno stratagemma architettato dal Cosco viene allontata da sua figlia e uccisa brutalmente e poi bruciata in un bidone a San Fruttuoso di Monza.

Dopo la morte di Lea, Denise diventa testimone di Giustizia, accusa suo padre e lo fa condannare in modo definitivo il 18 dicembre 2014.


Paolo  De Chiara inizia la sua attività di scrittore nel 2012, quando decide di pubblicare le risultanze di ricerche effettuate sul caso mafioso della testimone di giustizia Lea Garofalo, la donna che si ribellò alla mafia intitolato Il Coraggio di dire No. Lea Garofalo, la donna che sfidò la ‘ndrangheta. Attivista nella diffusione della cultura della  legalità soprattutto all'interno delle scuole, si occupa di infiltrazioni criminali.

È iscritto presso l'Ordine dei Giornalisti del Molise dal 2004, ha collaborato con il quotidiano online Resto al Sud e con la testata nazionale online contro le mafie Malitalia. Nel Molise ha svolto collaborazioni con diversi organi di informazione regionale, lavorando per il quotidiano Nuovo Molise OggiIl Quotidiano del MoliseLa Gazzetta del MoliseTeleRegione La Voce del Molise.

Ha collaborato con CANAL + alla realizzazione del documentario Mafia: la trahison des femmes, dal 16 luglio al 25 luglio 2013, con la collega di Special Investigation (MagnetoPresse) Barbara Conforti. Il docufilm è andato in onda in Francia nel gennaio del 2014.

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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».

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