USTICA: una strage senza nome

42 ANNI DOPO: i misteri e le bugie di Stato.

USTICA: una strage senza nome

Ustica: un nome che da quarant’anni, ormai, è legato al ricordo dell’abbattimento del DC9 dell’Itavia e alla strage nei cieli del 27 giugno 1980. A sentire il nome del comune siciliano ben pochi italiani penseranno alle bellezze e al fascino dell’isola, poichè una maggioranza schiacciante penserà ai fatti di quella notte. Fatti dibattuti e discussi, su cui sono stati versati fiumi d’inchiostro, di byte e di ore televisive.

Ma la notte buia e oscura non è mai finita e sempre nuove trame e nuovi depistaggi si susseguono, mentre il numero delle «vittime» è cresciuto negli anni. 

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La storia italiana è costellata di depistaggi, complicità e connivenze scellerate, stragi, verità indicibili coperte da false verità. Fili neri di trame, omertà, potentati. Ci sono stragi che plasticamente rappresentano questo regime di trame, ricatti, depistaggi e omertà. Tra cui quella di Ustica. Una strage che ha ucciso non solo quella notte ma anche dopo, negli anni successivi.

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C’era nebbia fitta, che impediva la visibilità, la sera del 10 aprile 1991 nella rada del porto di Livorno. Questa la “verità ufficiale” confezionata e consegnata dopo che quella notte il traghetto Moby Prince si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo. Una verità ufficiale che negli anni si sgretolò, smentita da diversi testimoni e dalla relazione finale consegnata 17 anni dopo da una commissione parlamentare d’inchiesta.

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