VASTO: dov'è la trasparenza dell'amministrazione?

Sul web sono reperibili copiose dichiarazioni del sindaco di Vasto sulla trasparenza e sulla disponibilità dell’amministrazione a fornire ogni chiarimento e dettaglio sulle loro attività. A febbraio abbiamo chiesto documenti sulla gestione del personale. Nonostante alcuni di questi documenti per legge sono pubblicati online quattro mesi di rifiuti e silenzi.

VASTO: dov'è la trasparenza dell'amministrazione?
Il sindaco Francesco Menna (profilo fb)

Il ruolo odierno del giornalismo è un tema dibattuto da tempo, dal peso del vecchio «cartaceo» alle nuove frontiere del web, dalle concentrazioni di proprietà alla presenza o meno di indipendenza e tanto altro.

Un dibattito ricco di tanti temi ma che, alla fine della giostra, cade tutto su una questione fondamentale: nel ventunesimo secolo c’è o non c’è, illumina o non illumina, studia o non studia, s’appassiona alle «rottur e cazz» oppure no?

Tutta Italia si sta interrogando su come fronteggiare, nella speranza (più o meno vana) che non ci siano nuove feroci emergenze sanitarie, l’emergenza socio-economica. Il fulcro di tutto è come sostenere le attività economiche, le fasce più deboli della popolazione, in pratica se ci sono soldi e per chi. Punto fondamentale: quali fondi sono a disposizione delle amministrazioni pubbliche e come vengono spesi? 

È oggi una questione di sopravvivenza e, ancor prima, di trasparenza, di conoscenza da parte del cittadino di cosa e come accade nelle stanze. Lo è oggi e lo era ancor prima, dalle direttive europee alle leggi italiane è tutto un sancire l’importanza vitale per la democrazia della trasparenza, dell’accesso dei cittadini alle informazioni sulla cosa pubblica. È quindi anche nostro dovere perseguire queste strade, cercare di fornire ai nostri lettori ogni informazione, atto, fatto, documento possibile. A tutti i livelli.

Trasparenza è un termine molto spesso utilizzato in questi anni anche dall’amministrazione vastese del sindaco Francesco Menna (Partito Democratico, sostenuto anche da Art.1, socialisti e alcune liste civiche). Corroborati da queste ripetute dichiarazioni, e con una salda speranza di trovare disponibilità (visti anche le ripetute dichiarazioni sull’importanza della stampa libera e del coraggio in questi anni) il 19 febbraio scorso WordNews.it ha inviato, ai sensi di legge, accesso agli atti per poter fornire un approfondimento sulla «gestione del personale all’interno degli enti locali».

Primo passo fondamentale: per poter scrivere e dare una notizia bisogna studiare la realtà, conoscerla e approfondirla. È quello che stiamo facendo su tanti versanti dal primo giorno, è quello che il nostro direttore ha fatto in questi anni per esempio con i libri sui testimoni di giustizia, sull’assassinio mafioso di Lea Garofalo e sull’avvelenamento dei rifiuti da parte delle mafie in Molise. Il lockdown e l’emergenza sanitaria hanno sospeso a marzo tutti i termini amministrativi (ad un accesso agli atti la legge impone di rispondere entro 30 giorni) e di, rinvio in rinvio, mentre abbiamo inviato alcuni solleciti siamo arrivati alla fine di aprile quando il dirigente Toma ci ha negato l’accesso agli atti perché, secondo quanto ci hanno risposto, non saremmo legittimati a conoscere e non c’è «interesse giuridicamente tutelato».

Una risposta che abbiamo prontamente girato ad alcuni avvocati, esperti di diritto e procedure amministrative e anche consiglieri comunali. Al dirigente Toma, al sindaco di Vasto e alla segretaria comunale Mascioletti, abbiamo intanto risposto che siamo rimasti basiti e perplessi: in questi anni, come già rimarcato, abbiamo seguito questa procedura per conoscere atti giudiziari, vicende anche di mafia e pesante malaffare, ci siamo interessati a tutto l’interessabile seguendo quelle bussole del giornalismo, supportati dai fatti e convinti anche dall’avere la giunta comunale vastese (oltre a quanto già riportato) addirittura un assessorato alla trasparenza.

La legge 241/1990 e il d.lgs. 33/2013 davanti alle inchieste e agli approfondimenti di questi anni eravamo convinti fosse chiara, lineare e supportarci. Abbiamo scoperto dal sig. Toma che non è così. Ci è stato risposto in maniera perentoria che non abbiamo nessun diritto di conoscere e documentare, non su alcuni atti o su alcuni settori ma su tutto. Non ci è stato indicato dove poterne leggere e acquisire qualcuno, se il diritto vale su una parte, quale e perché. Nessun diritto, punto, zero su zero. Eppure, in realtà, alcuni dei documenti richiesti sono pubblicati online come imposto dalle normative sulla trasparenza amministrativa. Ma a questo nessun cenno.

Supportati da alcuni pareri ricevuti ad inizio maggio abbiamo inoltrato richiesta di accesso civico generalizzato, che fornisce ai cittadini maggiori strumenti di acquisizione e conoscenza, rafforza l’importanza della trasparenza e – addirittura – non prevede neanche che il cittadino debba motivare la richiesta. È un suo diritto conoscere e sapere e questo vale su tutto.

Richiesta di accesso civico generalizzato inviata anche alla segretaria comunale dott.ssa Mascioletti ad inizio maggio. Passati i 30 giorni, nonostante un nostro sollecito, silenzio assoluto. Il 21 giugno abbiamo inviato un nuovo sollecito. Silenzio assoluto.

Come chiunque può constatare leggendo i nostri articoli in questi mesi siamo riusciti ad avere contatti e risposte, anche più volte, da magistrati, avvocati, medici, professori universitari, amministrazioni pubbliche, giornalisti, associazioni, comitati e tanti altri di tutta Italia.

Ancora una volta invece, dopo i precedenti sulla gestione rifiuti, la Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci e altro, silenzio assoluto, nessuna risposta e nessuna considerazione. La notizia di oggi quindi è, purtroppo, che non abbiamo possibilità di scrivere notizie. Scriviamo di mafie, camorra, ‘ndrangheta, sistemi criminali vari, malaffare, violenze eversive, sanità e tantissimo altro ma della «gestione del personale negli Enti locali» e della trasparenza amministrativa la dirigenza vastese ci fa sapere che non possiamo. Come ci è dovuto ne rendiamo conto ai lettori.

Ma non siamo gli unici che in questi mesi stiamo subendo questa situazione. Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ha ripetutamente chiesto la documentazione inerente l’uso del PalaBCC da parte di privati ma la sorte non è stata molto diversa dalla nostra, qualcuno avrebbe addirittura sostenuto che quegli atti non si possono fornire perché non esisterebbero. Negli stessi giorni in cui abbiamo inviato il primo accesso agli atti i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Francesco Prospero e Vincenzo Suriani (presidente della commissione di vigilanza del consiglio comunale) hanno inviato un esposto alla Corte dei Conti: «nel mese di dicembre – hanno reso noto - abbiamo richiesto dei dati contabili riguardanti alcune indennità concesse al personale dipendente. Pure esistendo gli atti, o almeno alcuni di questi, l’amministrazione Menna non ci ha fornito i dati finanziari richiesti. Nonostante avessimo interessato della vicenda il Segretario Avv. Mascioletti, il dirigente del settore finanziario, dottor Toma, ha continuato a perdere tempo e a non esaudire le richieste dei consiglieri, senza nemmeno rispondere o facendolo con delle mail informali senza alcun valore legale. La normativa vigente prevede che gli atti e i dati richiesti vengano forniti in un massimo di 30 giorni. Il dottor Toma ne ha impiegati circa 75 continuando a fare il vago».

La trasparenza e la gestione del personale sono stati al centro anche di una precedente azione pubblica dei due consiglieri comunali, nel luglio scorso, sui concorsi indetti dall’amministrazione vastese: «tutta la storia recente dei concorsi comunali dal 2016 a oggi ruota intorno a una procedura datata che prevede l’assunzione del personale richiesto tramite il Centro per l’impiego e il possesso delle qualifiche richieste nel bando - affermò l’anno scorso Suriani - la cosa che stupisce è che a rilasciare le certificazioni è lo stesso dirigente comunale che ha bandito il concorso. Qualcuno dirà che è un caso ma noi ci siamo spinti oltre con l’accesso agli atti chiedendo le carte sia al Centro per l’impiego, che non ci ha ancora risposto, sia al Comune a cui abbiamo chiesto l’elenco dei partecipanti, lista che non è ancora in nostro possesso. Il nodo vero è la trasparenza, noi vogliamo concorsi aperti a tutti e non a pochi fortunati», «la procedura scelta, in questo caso, è inopportuna e non è inclusiva perché riservata a pochi privilegiati – sottolineò Francesco Prospero - si tratta, tra l’altro, di una procedura che la maggior parte dei Comuni non segue più da tempo, perché fa riferimento ad una legge datata, risalente a 32 anni fa, lontana dalla realtà di oggi».

Nelle scorse settimane il CSA (associazione sindacale dei dipendenti pubblici) non ha sottoscritto l’ipotesi di riparto del fondo risorse decentrate per il 2020 che aumenterebbe l’indennità ad alcuni dipendenti per un importo «già determinato nel 2019», aumento «in contrasto con le disposizioni contrattuali – sostiene il CSA - e con le direttive impartite dalla giunta comunale con la delibera dell’11 maggio 2020 - commentano i rappresentanti del sindacato - in quanto 56 dipendenti assegnatari di compiti che comportano specifiche responsabilità su 117 dipendenti dell’ente (1 dipendente su 2) certamente non sono un numero ristretto e tra gli interessati per almeno una buona parte non sono effettive e significative responsabilità aggiuntive. 

Nel 2019 parte datoriale e parte sindacale avevano condiviso la necessità di una significativa riduzione delle risorse destinate a specifiche responsabilità e di finanziare per almeno un triennio le progressioni economiche orizzontali per tutti i dipendenti». E questi sono solo alcuni dei casi di polemiche e critiche anche feroci di questi anni sulla gestione del personale all’interno dell’ente pubblico locale «Comune di Vasto» e che possono spiazzare e lasciare sgomenti i cittadini, che avrebbero il diritto di conoscere cosa accade e avere totale e limpida chiarezza. Ed anche un nostro dovere. Ma, come già sottolineato, in questi mesi alle tante richieste di contatto finora abbiamo ricevuto, su questo e altre questioni, sempre e solo totale silenzio. Se si esclude per il rifiuto del dottor. Toma secondo cui non abbiamo diritto a nulla di tutto ciò e non c’è «interesse giuridicamente tutelato».

Stiamo interessando chi di dovere di quanto accaduto e non demordiamo.