Vigliacchi fascisti, tra scritte razziste e silenzi di comodo

Sabato 28 settembre amaro risveglio per Sante, un ragazzo di Lanciano: nella notte un’ignota mano davanti casa sua ha lasciato una scritta razzista. Inequivocabile la firma fascista. La nostra solidarietà per questo gesto vigliacco. Venerdì 2 ottobre in un evento ci si ritroverà per esprimere solidarietà a Sante e coprire la scritta con un colorato murales.

Vigliacchi fascisti, tra scritte razziste e silenzi di comodo
l'immagine pubblicata su facebook da Sante con la scritta neofascista davanti casa sua

«E niente, siamo in Italia nel 2020. Esco di casa pe andà a fatià e mi ritrovo sta scritta di merda sul muro all’entrata di casa mia», questa la denuncia affidata a facebook nella mattina del 28 settembre da un ragazzo di Lanciano, Sante. Sante stava uscendo per andare a lavoro e si ritrova davanti casa la scritta «Basta rom», lasciata da anonimi vigliacchi nella notte. Anonimi, certo, ma la firma accanto alla scritta è inequivocabile: una croce celtica. Appena la notizia si è diffusa, massiccia è stata la solidarietà a Sante dai tantissimi che in questi anni lo hanno conosciuto e condiviso con lui la passione musicale, l’impegno sociale e tanti altri momenti.

"La scorsa notte qualche vigliacco ha lasciato una scritta davanti casa di Sante. La scritta recita “Basta Rom” e dimostra la pochezza di questi personaggi – riporta il post sulla pagina facebook della palestra popolare a San Vito Chietino - Sante oltre ad essere un nostro fratello, è quello che ha dato il nome alla Trollmann, fiero delle origini del pugile Sinto “Johann Rukelie Trollmann”. A Sante va tutto il nostro calore ed il nostro affetto, a chi si muove di notte per scrivere frasi razziste, va tutto il nostro disprezzo".

«Potrebbe sembrare la solita scritta sui muri, di quelle alle quali quasi non facciamo più caso, quelle che semplicemente imbrattano e deturpano, ma non è così! Questa scritta è apparsa all'alba stamattina davanti casa del nostro Compagno Sante. L’ha scoperta lui mentre andava a lavoro in campagna e non è difficile immaginare come si sia sentito – hanno scritto le attiviste e gli attivisti di Largo Sociale Tappia di Lanciano - Almeno non lo è per noi che con Sante condividiamo da anni tantissime battaglie, comprese quelle contro ogni tipo di discriminazione. Ma l’invito che vogliamo rivolgere a tutte e tutti, anche a coloro che Sante non hanno avuto la fortuna di conoscerlo né di persona né attraverso i testi delle sue canzoni, è di mettersi nei suoi panni, anzi, nei nostri panni e di sentire la rabbia e l'amarezza che stiamo provando noi in questo momento e dopo di mettersi a pensare a come questo genere di infamità si possa evitare, a cosa fare per far sì che certa gentaglia non alzi la testa, neanche di notte, da codardi come da copione. Questo è il fascismo! Questo è ciò che combattiamo da 75 anni».

La Palestra Popolare Trollmann e Largo Sociale Tappia testimoniano la realtà di fronte alla vigliaccheria neofascista: Sante è un ragazzo dall’animo buono e generoso, attivissimo nel sociale e nella militanza da tanti anni, una persona che partecipa e si dona alla comunità senza mai tirarsi indietro. Un gigante buono, dal cuore straordinario, sempre presente alle manifestazioni: tantissimi in questi anni l’abbiamo conosciuto in tanti eventi, per ore impegnato nella cucina, nel dedicarsi alla sua amata musica e a donare il proprio contributo. Lui in questi anni c’è sempre stato, con umiltà e passione, e questo ha permesso che innumerevoli persone l’hanno potuto conoscere e condividere con lui serate e giornate. A qualche vigliacco fascistello lancianese tutto questo deve aver dato fastidio, sarebbe un problema solo suo se non fosse che – ancora una volta – col favore delle tenebre, nascosti nelle ore più buie, non ha resistito alla irrefrenabile necessità (potremmo definirla fisiologica, come normalmente vengono definite attività in realtà più utili e dignitose per l’umanità) di rendere pubblici la pochezza, la stupidità e l’ignoranza. Venerdì 2 ottobre dalle 15.30 Largo Sociale Tappia invita a ritrovarsi in via Martiri 6 Ottobre a Lanciano «per coprire una scritta vile e fascista che offende tutt*, sostituendola con un colorato murales».

La sera prima, a San Salvo, un ragazzo gambiano è stato pestato nella villa comunale: gli inquirenti escludono moventi razzisti (a certa famosa stampa locale qualcuno spieghi che il movente razziale non esiste) e ipotizzano futili motivi personali. Appena la notizia è stata diffusa sui social, qualcuno ha sentito l’irrefrenabile necessità di far leggere all’umanità le sue "menate" ottuse e inutili: tra i commenti alla notizia sulla pagina facebook di una testata locale si legge che la colpa è della solita «invasione africana», della «esasperazione della gente di vedere tutti questi africani in giro» e simili. A San Salvo l’anno scorso ci sono state le ultime operazioni contro le infiltrazioni e il riciclaggio di denaro in alcune attività economiche di organizzazioni mafiose pugliesi, negli anni scorsi per ben due volte furono arrestati esponenti della ‘ndrangheta e presenze camorristiche in tutto il vastese sono documentate da tantissimi anni. Mafiosi che hanno girato in lungo e in largo per le nostre strade, così come (im)prenditori che hanno speculato, anche con soldi pubblici, per poi lasciare senza lavoro e calpestando i diritti di migliaia di persone.

San Salvo è zona di frontiera con il Molise, è zona di sfruttamento della prostituzione e su questa frontiera già oltre 25 anni fa sono transitati illegalmente rifiuti di ogni tipo, anche tossici e pericolosi. Transitati e anche stoccati. Discariche nascoste e occultate che avvelenano i terreni e le persone, un pericolo tremendo per il territorio e la salute pubblica. Ma di «esasperazione della gente» non se ha traccia, di leoni da tastiera che compulsivamente si esprimono sui social non ne abbiamo notizia. Di neofascisti neanche l’ombra. Perché il loro odio, la violenza dannosa e vigliacca del branco si scatena contro un ragazzo come Sante, contro persone che lavorano, hanno una normale vita sociale e sono partecipanti positivi alla società. Quando si tratta di schierarsi oncretamente, di denunciare e combattere pre-potenti in giacca e cravatta, mafiosi e personaggi «forti» questi soggetti si ritirano nelle fogne, si nascondono. O ci vanno a braccetto e ne sono manovalanza ed alleati.

La settimana scorsa la seconda inchiesta ha documentato come negli ultimi anni, in provincia di Latina, il clan Di Silvio è alleato e porta voti agli amichetti italiani di Trump. Quando fu colpito da una violenta testata ad Ostia, Daniele Piervincenzi stava ponendo domande sulla vicinanza e sugli appoggi degli Spada a Casa Pound. Quattro anni fa, l’allora capetto lancianese delle tartarughe neofasciste tentò di entrare alla festa degli studenti di una scuola superiore e ne aggredì alcuni. Dopo la mobilitazione civile che condannò l’aggressione ed espresse la più ferma e netta condanna antifascista lo stesso scrisse su facebook che veniva attaccato perché – testualmente – combatteva la mafia come Peppino Impastato.

Negli anni non ha mai fatto nulla di tutto questo e, anzi, pare che l’unica volta che "le ha prese" è stato da altri fasci e poco dopo la sua stessa organizzazione lo allontanò. L’unica risposta giusta contro questi violenti vigliacchi, silenti di fronte ai pre-potenti e capaci di colpire solo giovani studenti, la diedero Salvo Vitale e Giovanni Impastato (a proposito di chi le mafie le denuncia e combatte veramente): «Peppino era un comunista, non amava la violenza, non era un utile idiota al servizio di un sistema fondato sui privilegi, combatteva il capitalismo e le sue apparenti democrazie, odiava le dittature d’ogni genere,  non era razzista, non era omofobo ecc. Quindi, dalle stelle alle stalle. In casi come questi Peppino che ha sempre combattuto i fascisti, dopo essersi rivoltato un po’ nella tomba, si alza, dà un calcione nel sedere al baldo camerata e gli grida: “Va fa nculo, pezzo di merda”».

Vomitano commenti vergognosi contro ragazzi, scrivono di notte contro un ragazzo generoso, buono e attivo come Sante. Sotto le case dei Casamonica e degli Spada non li vedremo mai. Anzi. Nessun neofascista, nessun «padroni a casa nostra» si espresse l’anno scorso quando Daniele Piervincenzi e David Chierchini furono aggrediti a Pescara. Nessuno di loro in questi mesi ha denunciato e si è schierato contro le sfide dei «sistemi criminali» a Pescara, così come nel vastese. Nessuno di loro è mai sceso in piazza accanto ai lavoratori, per denunciare devastazioni ambientali come la discarica di Bussi, accanto ai comitati sorti dopo il post terremoto del 2009 e l’elenco potrebbe essere sterminato.

In moltissimi casi, ogni volta che ha potuto, Sante e la comunità militante e politica nella quale generosamente è presente da anni invece è stato presente e attivo.

La redazione di Wordnews.it esprime a Sante solidarietà e condanna senza se e senza ma, con tutta la forza e la determinazione possibile, la vigliaccheria neofascista.