I FASCISTI fuori dallo Stato

SECONDA CARICA FASCISTA DI UNO STATO ANTIFASCISTA. E le cazzate di La Russa, nientepopodimenochè Presidente del Senato, si inseriscono in questa vergognosa strategia di revisionismo storico. Non passerete su questo fronte. Non riuscirete a cambiare la storia di questo Paese.

I FASCISTI fuori dallo Stato
Il giovane La Russa nella sua piazza fascista, 11 marzo 1972

La questione non è mai stata risolta. Dopo la Liberazione dal nazi-fascismo in questo Paese mai nessuno ha voluto seriamente mettere un punto fermo. 

Restaurazione Fascista, WordNews.it, 30 dicembre 2022

 

Ci risiamo. Non sanno proprio tenere la lingua a freno. Non riescono a collegare la mente quando (s)parlano. E sparano cazzate. Tutti i giorni. Le loro cazzate quotidiane dovrebbero essere raccolte in una Antologia dello sproloquio. Non da bruciare, ovviamente. Questa loro abitudine non fa parte della nostra cultura. 

E le cazzate le sparano sempre più grosse sul fascismo (il male assoluto - addirittuta anche secondo Fini, da loro scaricato nel corso degli anni) e sull'Antifascismo. Non riescono proprio a trattenerle. E' più forte di loro. 

Ma questa non è la cosa grave. Sono fascisti. Cosa ci si può aspettare da questa gente. La loro cultura è limitata, come le loro menti. 

Resta il fatto grave. Questi soggetti sono stati piazzati nelle Istituzioni. Per la verità non sono mai stati cacciati dalle istituzioni di questo Paese nemmeno dopo la dittatura, i legami stretti con il nazismo, le leggi razziali (fascistissime come loro), le stragi, i morti, le manganellate, la vergognosa Repubblica di Salò, il secondo conflitto mondiale, le deportazioni di massa nei campi di sterminio, la Resistenza e la Liberazione dal nazi-fascismo. 

Hanno proseguito la loro opera. Hanno continuato ad occupare le Istituzioni senza vergogna (non la conoscono questa parolina), hanno fondato partiti e movimenti fascisti, hanno continuato a piazzare le bombe in questo Paese orribilmente sporco. Sono stati eletti ed oggi siedono ai vertici delle Istituzioni.

Non è la prima volta. Hanno sempre tentato - senza mai riuscirci - di portare avanti il loro revisionismo storico. Hanno sempre provato ad equiparare i loro assassini fascisti con i giovani partigiani che in questo Paese sono morti per la libertà e per la democrazia. Il loro esercizio retorico è costante. 

E' successo l'altro giorno. La premier, donna, madre, cristiana e italiana, ha detto la sua cazzatella sulle Fosse Ardeatine. Son scoppiate le polemiche. Ma questa donna, madre, italiana e cristiana continua a fare la Presidente del Consiglio. 

Nel Paese Antifascista, con una Costituzione Antifascista, una persona così dovrebbe ritornare a vita privata. 

E dopo le Fosse Ardeatine è arrivata la cazzata di La Russa. L'Ignazio nazionale, addirittura Presidente del Senato della Repubblica (Antifascista), ha lanciato una stilettata su via Rasella.

La storia va studiata. Le Fosse Ardeatine (355 vittime, trucidate dai nazisti in collaborazione con i fascisti italiani) rappresentano la rappresaglia organizzata dai tedeschi (e dai fascisti) per rispondere all'attacco dei GAP (partigiani romani). Il 23 marzo del 1944 i Gruppi di Azione Patriottica (GAP), stanchi dell'invasore nazi-fascista, piazzano un ordigno in quella stradina romana. Viene colpita una colonna della 11ª Compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment "Bozen", appartenente alla Ordnungspolizei (reclute altoatesine). L'azione viene portata a compimento. E' la risposta alle stragi, alle deportazioni, ai rastrellamenti, all'occupazione nazi-fascista. 

E le cazzate di La Russa, nientepopodimenochè Presidente del Senato, si inseriscono in questa vergognosa strategia di revisionismo storico. Non passerete su questo fronte. Non riuscirete a cambiare la storia di questo Paese.

«Un attacco pretestuoso. Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, ovviamente non gente che collaborava con loro. Peraltro vorrei ricordare che l'attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non».

Ignazio La Russa, ovviamente, ha già ritrattato.

Caro fascistone La Russa, una sola parola è possibile rivolgerti: DIMETTITI. Ora e sempre. Non sei in grado, per la tua cultura fascista, di occupare i vertici delle Istituzioni di questo Paese. E impegnati a far dimettere i tuoi camerata. Tornatevene in piazza con i vostri manganelli. Organizzate le vostre marcette, per giungere in piazzale Loreto. 

 

GUARDA LO SPETTACOLO CHE SPIEGA VIA RASELLA E LA STRAGE DELLE FOSSE ARDEATINE:

     

 

 

 

LEGGI ANCHE: 

Restaurazione Fascista

FOSSE ARDEATINE. Un momento fondante per la nascita della Repubblica

 

 

FASCISMO di ritorno: i nostri articoli