L’Onorevole e il collaboratore pregiudicato

TERZA PARTE. L’inchiesta «Passepartout», che ha coinvolto la parlamentare molisana Giuseppina Occhionero (“Italia Viva”), fa emergere il potere criminale della famiglia mafiosa di Sciacca e dei mafiosi di rango collegati a quel mondo criminale: Totò Riina, Matteo Messina Denaro, Salvatore Di Ganci, Santo Sacco, Accursio Dimino, Antonino Nicosia, detto Antonello (già portaborse dell’On. Occhionero). In attesa dell’udienza preliminare, dove il Gup Fabio Pilato deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio (sono coinvolti sei soggetti, tra cui la parlamentare), è giusto capire il contesto in cui operava il pregiudicato Nicosia.

L’Onorevole e il collaboratore pregiudicato

L’ARROGANZA

Il Nicosia confidava anche alla Gallo (Giuseppa, il cui padre e il cui fratello, definitivamente condannati per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. erano - e sono ancora - detenuti)  di avere trovato il sistema per fare ingresso negli istituti penitenziari senza alcun problema o intralcio da parte dei Direttori…

NICOSIA Antonino: (incomprensibile) ma io non voglio creare problemi a lei perchè lei deve dichiarare che io sono suo collaboratore

GALLO Giuseppa : Ah ok

NICOSIA Antonino: per questo puoi stare serena, io mi testo sempre, io mi testo perciò il problema non si pone. Però quando tu vai col Dap il carcere ti aspetta, perchè il Dap cosa fa? Ti autorizza e manda la lettera al carcere e dice sta venendo Giuseppina Gallo, Antonino Nicosia e minchia lenta

GALLO Giuseppa: ah ah

NICOSIA Antonino: si preparano capito? si fa trovare il direttore con la cravatta, queste sono visite ispettive. Driin chi è? Chi siete? Sono l'onorevole Occhionero devo fare un’ispezione, tesserino della camera si entra e ... (ride), il direttore c'è? No il direttore non c'è, ah bene. Nella relazione che poi faccio

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

LE VISITE CON IL DEPUTATO

Antonino Nicosia informava dell’éscamotage (così come da lui espressamente definito nella citata conversazione del 4 gennaio 2019) anche il sodale Accursio Dimino, nel corso del dialogo intercettato il 28 febbraio 2019; in particolare il Nicosia gli spiegava che l’ingresso in carcere insieme a un Deputato gli consentiva innanzitutto di sfuggire alle inevitabili verifiche del D.A.P. preliminari all’autorizzazione all’accesso (che, già in una circostanza, a suo dire gli era stato negato verosimilmente perché egli gravato da precedenti penali) e, inoltre, di visitare tutte le sezioni dell’istituto penitenziario:

NICOSIA Antonino: allora, se io ci vado senza Deputato a fare la visita, ci vado come Radicale, devo chiedere l'autorizzazione al DAP …

DIMINO Accursio: al DAP, certo

NICOSIA Antonino: il DAP poi comunica

NICOSIA Antonino: entrare… ci vado all'improvviso, capito?

DIMINO Accursio: ci puoi entrare in qualsiasi momento

NICOSIA Antonino: entro di notte pure… ad Agrigento ci sono andato di notte

DIMINO Accursio: ci sei andato solo o con lei?

NICOSIA Antonino: con il Deputato ci devo andare, per forza

DIMINO Accursio: eh

NICOSIA Antonino: tesserino della Camera dei Deputati e il Deputato insieme, non ci posso andare da solo, dovrei essere Deputato io per andarci da solo

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

MAPPINA (piccola mappa)

Il Nicosia rivelava al sodale mafioso che, attraverso l’ingresso nella struttura penitenziaria, sarebbe riuscito ad arrivare addirittura a parlare con i detenuti all’interno della loro cella, anche quelle collocate nelle sezioni ove, per ragioni di sicurezza o di altra natura, non è possibile accedere. E ciò perché, proprio in ragione della presenza ufficiale del Deputato, il carcere avrebbe dovuto fornire finanche le mappe della struttura:

NICOSIA Antonino: e mi posso portare chi voglio… ma questi non sono abituati a fare visite con quelli che il carcere lo conoscono, capito? Sono abituati che vanno là, non sanno dove minchia andare… io vado, io entro dentro le celle

DIMINO Accursio: dentro le celle, si

NICOSIA Antonino: io voglio entrare dentro le celle… dice… ma, deve fare più niente?… ma perché … gli ho detto… abbiamo finito di visitarlo il carcere?… ah … dice… lo dobbiamo visitare tutto? … tutto, certo! … io quando arrivo, gli chiedo la mappa del carcere

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

L’ESTORSIONE

Davvero rischioso e pericoloso, in questo caso, il compito svolto dal Nicosia: “agganciare” riservatamente il detenuto e fare in modo che questi autorizzasse l’estorsione e quindi continuasse, nonostante la detenzione, a esercitare il potere di controllo sugli affari della famiglia mafiosa. Così nella conversazione fra i due del 2 maggio 2019:

NICOSIA Antonino: (bisbiglia questa frase che segue, ndr) io lo vado a trovare … io lo vado a trovare a quello io ... lo vado a trovare... lo vado a trovare...

MANISCALCO Domenico: eh...

NICOSIA Antonino: con la Deputata... ho l'incarico alla Camera io ora...

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

SANTO SACCO e la RISATA POCO ONOREVOLE

All’interno dell’autovettura del Nicosia, i due commentavano l’incontro appena avvenuto, all’interno della predetta struttura, con Santo Sacco (come già ricostruito supra, effettivamente là allocato quel giorno), Consigliere provinciale, ex Consigliere comunale di Castelvetrano, sindacalista della U.I.L. e infine definitivamente condannato (anche) per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. come componente della famiglia mafiosa di Castelvetrano, per conto della quale aveva addirittura intrattenuto un rapporto epistolare con il latitante Matteo Messina Denaro.

Assume rilievo la circostanza che il Sacco, infatti, è stato condannato all’esito di un lungo processo che ha dimostrato le sue pericolosissime connivenze con politici, amministratori, personaggi influenti, connivenze tutte messe a disposizione di Cosa nostra e finalizzate a “consentire a uno dei suoi capi riconosciuti, Messina Denaro Matteo, di acquisire la gestione ed il controllo di numerose iniziative imprenditoriali finalizzate allo sviluppo ed alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (in particolare eolica e fotovoltaica) sia in provincia di Trapani che in altre zone della Sicilia”.

Il Nicosia, dopo aver rivelato alla donna di conoscere il Sacco da diverso tempo, le riferiva di aver raccomandato al detenuto di “cucirsi la bocca”:

N: Santo Sacco è un bravo ragazzo, che deve legarsi al dito, basta che esce dal carcere. L'unica cosa che deve fare Santo Sacco è cucirsi la bocca ... se si cuce la bocca ... perché io ancora non lo vedo io

O: pronto?

N: pronto per uscire ... vero ti dico ....

O: ahahahah (risata)

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

CARTA INTESTATA DELLA CAMERA

Nel prosieguo del dialogo, inoltre, si comprendeva che Santo Sacco, in carcere, aveva ricevuto dal Nicosia una lettera scritta su carta intestata della Camera dei Deputati; lettera che, come espressamente previsto dall’art. 18 ter o.p., non è sottoposta né a limitazioni né a controlli in quanto proveniente da membro del Parlamento. Il dialogo intercettato, dunque, lasciava intuire che il Nicosia era addirittura riuscito a procurarsi uno strumento sottratto direttamente dalla legge a qualsiasi verifica, per comunicare con gli associati mafiosi detenuti:

….

NICOSIA: a Trapani hai visto, ma perchè lui è convinto che comanda lui a Trapani perché quello è amico suo il comandante ... io immagino la scena appena quello gli ha portato quella e-mail ... gli avrà detto "il mi auguro che lei non abbia stropicciata questa cosa" perchè questa me la manda l'amico mio ... cioè me la stà mandando l'amico mio ... cioè questa è l'onorevole amica mia (ride)

OCCHIONERO: (ride)

NICOSIA: e ai compagni di cella chissà cosa minchia gli ha ... io ve l'ho detto che quelli sono venuti a farmi gli auguri, guardate qui ... (ride)

OCCHIONERO: (ride)

NICOSIA: la carta intestata della Camera, cioè io sono Santo Sacco, pure qua dentro, capito, la carta intestata della Camera

OCCHIONERO: gli è piaciuta?

NICOSIA: ma certo, la carta intestata della Camera, gli potevo mandare una cosa così? Mi sono fatto dare un blocchetto di carta intestata Camera dei Deputati

OCCHIONERO: bravo!

NICOSIA: con la firma sotto perchè ho firmato tutte e due, gli ho messo Onorevole ... e lui questa cosa la porterà in giro come fidanzata …

OCCHIONERO: Amoooreee (in senso di compassione per SACCO, ndr)

NICOSIA: … come una fidanzata, sezione sezione. Io sono Santo SACCO, io sono Santo Sacco anche in galera! Ed il primo Ministro è sempre a Castelvetrano ... non si scherza (ride)

OCCHIONERO: a posto ... (ride)

NICOSIA: esatto, attaccau ... e la Procura di Sassari mette le ... mette le cose .. le microspie

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

LA MISSIONE

L’impegno del Nicosia per Santo Sacco era tale che, dalle conversazioni registrate successivamente, si comprendeva che l’indagato aveva sollecitato la Occhionero ad attivarsi per far trasferire il detenuto dalla Casa circondariale di Nuoro (ove era effettivamente detenuto) a quella di Roma perché, da tale trasferimento, per ragioni allo stato non perfettamente decifrabili, lei avrebbe potuto ottenere, sempre a detta del Nicosia, un servizio di scorta e così evitare faticose trasferte in treno dal Molise (luogo di residenza del Deputato) a Roma. Di seguito la trascrizione del dialogo intercettato il 27 febbraio 201981:

NICOSIA Antonino: questa è una cosa che…appena…appena riesci a fare spostare Santo Sacco da…da Nuoro a Roma

Donna: appena esce

NICOSIA Antonino: sta cosa la devi sistemare

Donna: vediamo un po'

NICOSIA Antonino: la logistica

Donna: eh si…sistemeremo…la logistica è importante

NICOSIA Antonino: la logistica è fondamentale

Donna: le infrastrutture…eh eh…

NICOSIA Antonino: esatto

Donna: sono tutto

NICOSIA Antonino: magari

Donna: eh si

NICOSIA Antonino: magari ti mette a disposizione una macchina da Roma per viaggiare verso il Molise

…  

Donna: cioè, perché, si, anche qui è così, quindi ce ne sono di cose da fare, quando esce Santo

NICOSIA Antonino: e ne ha di lavoro, poverino

Donna: oh, si si si, a voler lavorare ne ha quanto ne vuole

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

BASENTINI

L’argomento veniva ripreso il 4 marzo 2019, allorquando il Nicosia sollecitava nuovamente e in modo sempre più insistente il Deputato a far trasferire Santo Sacco:

Donna: ah… a proposito ma a … mica gli si può chiedere di intercedere su un trasferimento

NICOSIA Antonino: come gioia

Donna: una mia amica che lavora in Tribunale

NICOSIA Antonino: eh…

Donna: si è fidanzata con uno che lavora all’ufficio amministrativo del carcere di Larino

NICOSIA Antonino: eh certo che possiamo intercedere

Donna: e vorrebbe essere trasferito in tribunale

NICOSIA Antonino: sì vabbè lo possiamo fare

Donna: possiamo farlo secondo te

NICOSIA Antonino: certo attraverso… chiediamo

Donna: Basentini (Basentini Francesco ndr)

NICOSIA Antonino: no chiediamo prima a un sindacalista e poi ci muoviamo fatti dare tutti i dati

Donna: già ce li ho

NICOSIA Antonino: eh okay

Donna: ma … mi ha detto che è il Capo del DAP, ma io ho detto Basentini e lei ha detto si ma perché lo conosci e il presidente del tribunale ha detto che serve l’autorizzazione del Capo di… del DAP

NICOSIA Antonino: eh… vabbè prima però passiamo da… da un sindacato, andiamo direttamente da lui a fare questa cosa no, se la possiamo fare senza disturbarlo la facciamo no...

Donna: eh… eh… ma come lo contattiamo cioè non si può (parola incomprensibile)

NICOSIA Antonino: andiamo al DAP Giusy, andiamo al DAP, andiamo a parlare con un segretario generale di un sindacato quelli vicini a noi quelli che… che ci stanno seguendo

Donna: eh… allora dobbiamo farla questa cosa

NICOSIA Antonino: eh… certo che lo facciamo eh… perché siamo qua anche per queste cose siamo qua no sennò

Donna: almeno questi… cioè almeno questi favori perché sennò io non riesco cioè a (parole incomprensibili)

NICOSIA Antonino: se ti dico di sì, se ti dico di sì, si può fare certo che si può fare

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

LA CAZZIATA: «ONORE’ NON PARLARE A MATULA…»

Il rapporto fra Nicosia e l’associato mafioso di Castelvetrano era tanto stretto che tre giorni dopo, il 7 marzo 2019, la “ambientale” collocata all’interno dell’autovettura in uso all’indagato (l’ennesima presa a noleggio) registrava la sua voce che inoltrava a qualcuno da lui chiamata “onore’” (e dunque verosimilmente identificabile in Giuseppina Occhionero) un messaggio vocale nel quale la redarguiva pesantemente, giungendo quasi a minacciarla, in seguito probabilmente ad alcuni commenti negativi che la donna aveva proferito su Santo Sacco:

Voce Nicosia: Onore' non parlare a matula onore' non parlare a matula, già stai parlando a matula … Santo Sacco non sbaglia, Santo Sacco non sbaglia, Santo Sacco, il braccio destro del primo ministro, non sbaglia, non sbagliare a parlare tu invece, che non è giusta questa cosa, meno male che non ti sente perché per quest'ora dorme alle tre si fa il riposino perché altrimenti lo chiamerei per dire che cosa mi hai detto, non si fanno queste cose”.

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA

 

«ONORE’ TRATTALO BENE LO ZIO SANTO SACCO»

"Voce Nicosia: Onore' non è che fai finta che non capisci le cose e te le facciamo passare lisce a matula, a matula, a matula, parli a matula, a matula, a matula significa parli inutilmente dice minchiate e non è permesso, non è permesso altrimenti il cous cous a Selinunte non te lo puoi mangiare manco se viene lo capisci chi può venire manco se... e manco se porti Bersani che tu dici che può fare tutte cose... a Selinunte cous cous non ne mangia nessuno cioè non parlare a matula trattalo bene lo zio Santo Sacco vedi che ti ha mandato pure la fotografia del giornale la copia del giornale ti dice che non c'entrano più niente loro perché non so... non sono più al comando (ride) cioè Santo Sacco praticamente che è caduto in disgrazia".

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA, messaggio vocale, 7 marzo 2019

 

SAN MATTEO (Messina Denaro)

Voce Nicosia: noi preghiamo San Matteo...tutti i Matteo...tutti...tutti tutti...tutti...quelli buoni quelli cattivi...tutti i Matteo...San Matteo proteggici...proteggici San Matteo...mai contro a San Matteo...mai contro a San Matteo...Onorevole Occhionero...mai mai si deve dire che siamo stati contro San Matteo, non si può sapere mai...mai contro a San Matteo, per ora c'è San Matteo che comanda e noi siamo, preghiamo San Matteo...grazie San Matteo per quello che ci dai tutti i giorni...grazie...grazie...grazie” .

Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA, messaggio vocale del 25 marzo 2019

 

 

 

Per approfondimenti:

 


Matteo Messina Denaro, “il primo ministro

 

- MAFIA & POLITICA: chiesto il rinvio a giudizio per la deputata molisana

 

La famiglia mafiosa di Sciacca

 

-Il pregiudicato (legato alla famiglia mafiosa) in Parlamento