Salvatore Borsellino: «Tre gradi di processo sulla Trattativa, tre sentenze diverse»

Intervista a Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo e fondatore del Movimento “Agende Rosse”

“In effetti ho l'impressione che la giustizia è in stato confusionale perché in tre gradi diversi di processo ci sono state tre sentenze che, alla fine, sono diverse perché nella prima sentenza si condannano i funzionari dello Stato e i mafiosi che hanno partecipato a questa trattativa; nella seconda c'è l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato e quindi la trattativa c'è stata ma non è un reato commetterla, non è un reato portarla avanti e nella terza si dice, invece, che l'assoluzione per non aver commesso il fatto.

Sono delle cose contraddittorie ed io, appunto, aspetto quelle motivazioni che ancora non ci sono venute fuori per capirci qualcosa di più. Resto veramente perplesso, già lo ero per le motivazioni della seconda sentenza perché dice che il fatto non costituisce reato.

Ora è vero che una trattativa, di per sé, non costituisca il reato perché non c'è nel codice penale il reato di trattativa e peraltro i servizi d'intelligence di tutto il mondo avviano le trattative quando ci sono degli ostaggi, per esempio in pericolo di vita, in quel caso le trattative vengono avviate e portate avanti. Una trattativa, per esempio, sarebbe stata auspicabile quando c'era l'onorevole Moro in mano ai terroristi e probabilmente una trattativa gli avrebbe salvato la vita, però in quel caso invece la politica la trattativa non volle avviarla ed in ogni caso anche se non esiste un reato di trattativa, una trattativa non è eticamente accettabile se non porta a salvare le vite umane ma porta al contrario, ad altre stragi.

Perché è indubbio che da quella trattativa non è servita a fermare le stragi, come affermano quelli che l'hanno portata avanti.

La trattativa ha portato ad altre stragi, perché se si fa balenare ai mafiosi o a chi per loro che una trattativa può servire allora si cerca di alzare il prezzo della trattativa e questo infatti è quello che è successo perché la strage di via d'Amelio non è stata l'ultima ma quella trattativa ha portato ad altre stragi: alla strage di via Georgofili dove hanno perso la vita altre persone innocenti, alla strage di via Palestro, agli attentati ai monumenti e al patrimonio artistico italiano. Attentati che sono stati portati sul continente perché qualche mente raffinatissima deve aver suggerito a questi criminali che se si uccide un giudice ne viene fuori un altro ì, si uccide Giovanni Falcone c'è Paolo Borsellino, si uccide Paolo Borsellino c'è Scarpinato c'è Gratteri c'è Di Matteo.

Però se si attenta al patrimonio artistico dello Stato il ricatto è di un livello superiore perché il patrimonio artistico dello Stato non può essere ricostruito. In ogni caso è una giustizia in stato confusionale quella che riesce a dare tre risultati diversi per lo stesso reato”

- risponde così l'ingegnere Borsellino alla domanda sulla sentenza in cassazione della “Trattativa Stato-mafia”.

Inoltre si è parlato della commissione parlamentare antimafia, diretta dalla Presidente Chiara Colosimo, e sulle prime affermazioni alquanto strane.

Di questo e molto altro, trattando anche temi attuali, abbiamo parlato con Salvatore Borsellino nell'intervista curata dalla rubrica “Informazione Antimafia”.

Nella foto: Salvatore Borsellino (ph Rossi)

 

 

L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

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