CARTA CANTA. La vita elegante dell’uomo «illustre»

CARTA CANTA. La vita elegante dell’uomo «illustre»

IL SILENZIO SI PAGA

«Niente più assegno mensile per le giovani donne che erano ospiti delle “cene eleganti” di Arcore e niente più appartamento. Con la morte di Silvio Berlusconi, che riteneva quei soldi e le case una sorta di risarcimento per i danni alla reputazione delle donne, la famiglia ha deciso di interrompere i versamenti e non rinnovare il comodato d’uso degli appartamenti. 

l’ex premier disse che a ciascuna delle ragazze che erano state ospiti di Villa San Martino aveva assegnato 2.500 euro al mese come aiuto per i danni di immagine e lavorativi legati a indagini e processi. Per la procura di Milano, invece, quelle regalie erano il prezzo per far tacere le ragazze sulle serate e su quello che avveniva».

Il Fatto Quotidiano, 3 novembre 2023

 

ZORRO MILANESE

«Ci sono cose della storia di Silvio Berlusconi che sono discutibili, le ho sottolineate tante volte, ma non si può ignorare che ha lasciato un segno importante».

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, 2 novembre 2023

 

EREDITA’

Il presunto testamento colombiano di Silvio Berlusconi, che designerebbe l'imprenditore torinese Marco Di Nunzio tra gli eredi dell'ex presidente del Consiglio morto a giugno, è stato acquisito in uno studio notarile di Napoli, dove era stato depositato e pubblicato, dalla procura di Milano, che indaga su Di Nunzio con l'accusa di falsità in testamento.

Quello di Di Nuzio è un nome già noto alle cronache locali. Torinese, classe 1968, imprenditore nel settore della cantieristica navale e dei nightclub e residente da una decina d'anni in Colombia, in passato era stato condannato per aver creato liste elettorali false, tra una denominata “Lista bunga bunga”, come ricostruito anche dalla trasmissione di Rai 3 Report, che lo ha intervistato».

RaiNews24, 3 novembre 2023

 

SE LO DICE IL CONDANNATO DELL’UTRI…

«Silvio Berlusconi «è stato criticato, anche Cavour è stato criticato, anche Mazzini, anche Manzoni. Non vuol dire nulla. Uno nella vita fa cose buone, cose meno buone. La vita è una sola, quindi bellezza, ombre, luci ma la bellezza rimane. Oggi è un giorno speciale, lasciamo stare discorsi un po’ peregrini».

Marcello Dell’Utri, fondatore Forza Italia, già senatore, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, 2 novembre 2023

 

PATTO CON COSA NOSTRA

«Nonostante un gravissimo silenzio e una gravissima ignoranza indotta nell'opinione pubblica, sull'argomento noi magistrati avevamo già una sentenza che aveva condannato definitivamente il senatore Dell'Utri per concorso in associazione mafiosa. Questa stabiliva e statuiva che l’allora imprenditore Silvio Berlusconi nel 1974 con l'intermediazione di Marcello Dell'Utri avesse stipulato un patto con esponenti apicali, esponenti di vertice della Cosa Nostra palermitana. Patto di reciproca protezione e sostegno. E che quel patto era stato rispettato dal 1974 almeno fino al 1992».

Nino Di Matteo

 

IL TEMPIO DELL’ONORE

«La meschinità e il rancore, che sono fonte di odio, non meritano.

Mentre Silvio era un uomo generoso, buono giusto e soprattutto aveva dentro tanto amore.

 

È un onore per mio fratello e per la nostra famiglia essere ricordato in questo tempio. È un onore anche per la città di Milano aver avuto un cittadino come Silvio che ha rappresentato un imprenditore visionario, un uomo di sport che ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Un un uomo di governo, uno statista che è stato conosciuto e amato in tutti i Paesi del mondo».

 

Paolo Berlusconi, già condannato e fratello di Silvio (lo stinco di santo, seconda la narrazione nostrana), 2 novembre 2023  

 

LE RICHIESTE DI RIINA

«La Trattativa continuò anche con il Governo Berlusconi. Dell’Utri, lo spiegano i giudici nella sentenza, rappresentò a Berlusconi le richieste di Cosa nostra.

E dicono i giudici che quel Governo tentò di adoperarsi, non riuscendoci per motivi che non dipendevano dalla volontà del premier, per accontentare alcune delle richieste di Riina.

Dice quella sentenza che un presidente del consiglio del Governo italiano, nello stesso momento in cui era presidente del consiglio, continuava a pagare, come aveva fatto nel 1974, cospicue somme di denaro a Cosa nostra».

Nino Di Matteo, Roma, 14 novembre 2018

 

 

 

 

 

LEGGI ANCHE:

 

- L'illustre personaggio milanese che pagava Cosa nostra

 

- Il Berlusconismo è vivo e lotta insieme a noi

- Morto Silvio Berlusconi: ora Santo Subito, nel Paese senza memoria e senza vergogna

In questo Paese pretendiamo Verità e Giustizia

- Beato subito, per la santificazione si resta in attesa dei miracoli

 

 - Il Paese di Pulcinella

- BACIAMO LE MANI

 

Uno schiaffo morale a tutti gli italiani onesti

Il politico onesto è colui che non cede alla tentazione della corruzione