«Ho denunciato e ho firmato la mia condanna a morte. Ma ho salvato tante vite umane»

VIDEO-INTERVISTA. Parla Gennaro Ciliberto, testimone di giustizia: «Ho 'tolto' i soldi alla camorra. Lo Stato ci vede come dei rompicoglioni, Lottiamo tutti i giorni per i nostri diritti.»

UNA VITA CONTRO LA CAMORRA. Lui si chiama Gennaro Ciliberto, lo abbiamo intervistato e sostenuto in tante occasioni. Continueremo a farlo, perchè è giusto sostenere le persone perbene. Ha denunciato gli affari sporchi della camorra imprenditrice, ha denunciato i legami "alti" (istituzionali e imprenditoriali) con l'organizzazione criminale.

Nel Paese dove sono crollate le opere pubbliche nessuno ha mai fatto nulla per risolvere la questione. Ciliberto, 14 anni fa, decise di denunciare. E' diventato testimone di giustizia, è stato minacciato, è stato sparato.

La sua vera storia - drammatica - è stata riportata nel libro UNA VITA CONTRO LA CAMORRA, edito da una casa editrice siciliana (Bonfirraro). Una vita contro la camorra è il racconto di una esistenza spesa per la legalità, per la difesa del bene pubblico. 

Lo Stato - da anni - ha deciso di non sostenere le persone perbene. E questo è vergognoso nel Paese delle mafie. 

 

Il libro racconta le minacce, le intimidazioni, le pressioni e le violenze subite dal protagonista, dirigente di un’impresa di costruzioni, che ha avuto il coraggio di sfidare un sistema corrotto e criminale, che coinvolgeva non solo i clan camorristici, ma anche i vertici dello Stato e dell’impresa.

Un sistema che ha causato numerose vittime innocenti.

Ha denunciato i responsabili, ma si è trovato solo contro un sistema criminale che lo ha minacciato, perseguitato, isolato. Ha perso tutto: il lavoro, la famiglia, la libertà. Ha vissuto sotto scorta per anni, ma non ha mai smesso di lottare per la verità e la giustizia.

Il libro è un atto di accusa contro l’indifferenza e la complicità di chi ha permesso che il Paese delle mafie continuasse a prosperare, a discapito della sicurezza e della legalità. È anche un atto di speranza e di fiducia in chi, come il testimone, non si è arreso e ha lottato per la verità e la giustizia.

Nel cuore del Paese delle mafie, emerge la storia di un vero testimone di giustizia”, afferma Paolo De Chiara, autore del libro. “Attraverso le pagine di Una vita contro la camorra, ho voluto dipingere un quadro dettagliato di un percorso pericoloso, in cui ho denunciato le gravi carenze strutturali che minacciavano e minacciano la vita dei cittadini italiani. Ho svelato, attraverso il protagonista del libro, un vero testimone di giustizia, un sistema corrotto che coinvolge la camorra, la politica e l’imprenditoria, mettendo in luce i profitti illeciti e i legami con figure di spicco nel mondo istituzionale e camorristico”.

 

È un racconto avvincente che mette in luce verità sconvolgenti, come il crollo del casello di Cherasco, il casello di Ferentino, i ponti e i caselli di Rosignano, Senigallia e Settebagni, nonché quelli di Firenze; ha denunciato il portale crollato presso Santa Maria Capua Vetere, i lavori sull’A1, sull’A11, la gara pubblica di Locate Triulzi, gli appalti a Trento e presso il carcere di Larino e molto altro ancora.

“’Una vita contro la camorra è un libro che non lascia indifferenti: scuote le coscienze e apre gli occhi su una realtà spesso ignorata o nascosta. Racconta una storia vera, drammatica ma piena di speranza. È una storia che merita di essere conosciuta e diffusa”.

 

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