La violenza genera violenza e i social diventano una vetrina. Il video su tik-tok fa rabbrividire: tentato omicidio?

La scena di cui parliamo oggi è l'ennesima violenza messa a segno da una donna A.A. (preferiamo utilizzare le iniziali in attesa della identificazione ufficiale), figlia di un collaboratore di giustizia, già nota alle forze dell'ordine per una serie di denunce.

La violenza genera violenza e i social diventano una vetrina. Il video su tik-tok fa rabbrividire: tentato omicidio?

Il web è pieno di scene di violenza, una violenza inaudita, gratuita, dove ogni azione viene ripresa e poi postata sui social. Scene che sono la prova regina. Non hanno timore questi delinquenti 2.0, che usano i social per mostrare la loro arroganza criminale, ad inviare minacce e scambiarsi inni alla camorra.

La scena di cui parliamo oggi è l'ennesima violenza messa a segno da una donna A.A. (preferiamo utilizzare le iniziali in attesa della identificazione ufficiale da parte degli organi competenti), figlia di un collaboratore di giustizia, già nota alle forze dell'ordine per una serie di denunce. La donna si è resa protagonista di una rissa durante la festa delle donne, l'otto marzo scorso, in un ristorante durante l'esibizione di una cantante neomelodica.

La rissa avrebbe potuto causare una strage? Il locale era strapieno, il fuggi fuggi causò anche dei feriti. Tutto è stato ripreso e poi postato su Tik Tok, dove la stessa ha migliaia di follower.

La violenza di cui parliamo oggi è stata ripresa nuovamente in un video, dove si vede - anche se la scena è stata offuscata - che una donna con delle forbici taglia dei capelli ad una altra ragazza riversa per terra

La vittima implora pietà, la donna che aggredisce viene riconosciuta dalla voce e più volte una voce cita chiamandola per nome, chiedendo di non uccidere la vittima.
Nell'audio del video si sente chiaramente che la donna (A.A.) minaccia di morte la vittima in più occasioni, brandendo nelle mani delle forbici.

La donna, conosciuta da molti (nei commenti al video ci sono tanti utenti che scrivono il suo nome e anche quello della ragazza aggredita) fa la spola da una città del Nord a Caivano, frequenta pregiudicati del Parco Verde e nei suoi video (molto seguiti) non nasconde la sua dedizione alla violenza. Minaccia spudoratamente chiunque la giudichi e, visto il suo pregresso, le minacce sono reali.

La deriva sociale trova purtroppo in questi soggetti i veri protagonisti. 

Questi soggetti (e il web ne è pieno) sono dei cattivi esempi. In passato abbiamo affrontato anche altre storie di soggetti che inneggiano al crimine e alla criminalità organizzata. Sono soggetti che non solo diffondono la violenza ma divulgano, anche, il modus operandi criminale. Dimostrano la loro fedeltà alla camorra, ai detenuti per reati di camorra e associativi. E mostrano la loro forza criminale.

Consapevoli di non essere puniti e liberi di delinquere non hanno più freni. Postano video di sparatorie di risse, di corse clandestine e anche la carcerazione o scarcerazione diventano dei video da divulgare sui social.

Finché non ci sarà una condanna forte e decisa nei confronti di chi vive facendo della violenza e del crimine una missione nulla potrà cambiare. Finché questi delinquenti avranno milioni di seguaci, prima sui social e poi nella vira reale, nulla potrà cambiare.

Nei video, che diventano sempre virali, le riprese dimostrano come questi soggetti possono rendersi autori di ogni atto di violenza. Una feroce violenza che ha portato anche alla morte di  innocenti.

 

 

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