Raimondi: «Ho denunciato, ma ho perso tutto. Non vivo più»

LA LETTERA aperta di una vittima del sistema antimafia. «Sono stanco di questa vita. Sono stanco di chiedere la carità. Sono stanco di subire e di riceve indifferenza. Sono stanco di ricevere nessuna risposta.» 

Raimondi: «Ho denunciato, ma ho perso tutto. Non vivo più»

Quando ho denunicato nel 2006 pensavo non di arricchirimi ma di avere fatto il mio dovere. E di riuscire ad avere un minimo di aiuto per poter ricominciare da capo.

Sì, lo Stato mi diede un aiuto. Diciamo la caramella. Ma la cosa piu tragica è stata che, a parte aver perso tutto a livello materiale, ho perso tutto a livello umano. Altro che fratelli come dice Papa Francesco.

Io ho perso amici, parenti, clienti.

Da me non viene nessuno a comprare. Tutti dicono "sì, che bello". Ma la mia famiglia non vive di parole. La mia famiglia ha bisogno di fatti concreti.

Sono stanco di questa vita. Sono stanco di chiedere la carità. Sono stanco di subire e di riceve indifferenza. Sono stanco di ricevere nessuna risposta. 

Certo, non è bello chiedere. Mi immedesimo dall'altra parte, dove chi sente, magari, è stanco. 

Oggi, con franchezza, vi dico che io ho paura.

Già nel 2013 ho tentato il suicidio e fui salvato dai carabinieri. So cosa una persona prova in quel momento, so cosa significa sentirsi soli. 

Non voglio arrivare di nuovo a questo gesto che nessuno puo giudicare o capire. Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di lavorare.

Ho bisogno di esistere. Ho bisogno di vivere.

Il lavoro per me è vita. E' mai possibile che in una Italia ricca di cultura, di arte, di artigianato non ci sia una persona che prenda a cuore la mia vicenda?   

Bennardo Mario Raimondi

 

PER APPROFONDIMENTI:

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