A cosa serve commemorare?

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Tra pochi giorni verrà ricordato il trentennale della strage mafiosa di Capaci e, tra due mesi, il trentennale di quella di Via D'Amelio. Ogni anno, con una ritualità ampiamente scontata, vi saranno convegni, discorsi, corone di fiori. Lo confesso, ne ho abbastanza!»

A cosa serve commemorare?
Il luogo dell'attentato mafioso (ph Paolo De Chiara)

Ne ho abbastanza di politici, rappresentanti delle istituzioni, impresentabili esponenti di false associazioni antimafia. Ne ho abbastanza di soggetti ipocriti, che declamano a parole il contrasto alla criminalità organizzata, ma non fanno alcunchè di serio e concreto per contrastarla. Ne ho abbastanza di pantomime e di cortei nei quali, in prima fila, spesso vi sono i grandi mafiosi in giacca e cravatta.

Tutti costoro fanno finta di ricordare Falcone e Borsellino, ma in realtà consumano un ulteriore oltraggio alla loro memoria.

Un oltraggio che è cominciato ai loro funerali, e che si ripete ogni anno, da trent'anni. Certa politica e determinate istituzioni non vogliono si faccia luce e si scopra la verità sui mandanti occulti delle stragi mafiose, anzi fanno di tutto per impedirlo.

Nel nostro Paese il contrasto alle multiformi mafie non è nell'agenda del Parlamento e del Governo. Solo alcuni settori delle Forze dell'Ordine e della Magistratura se ne occupano.

Anche buona parte della pubblica opinione è disinteressata e indifferente.

Occorre una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione, per squarciare i tanti veli e diradare le fette nebbie che avvolgono tanti misteri della nostra Repubblica. Altrimenti si smetta con le annuali e oscene commemorazioni, e si resti a casa.

Ripudio con forza i farisei!

 

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