Arroganza e presunzione nella politica italiana

QUESTIONE MORALE. Per voi non è mai esistita. Ma chi siete voi? Eletti e prescelti in una democrazia malata che offre spazio a chi osa difendersi nei processi con una carica istituzionale. Noi continueremo a pubblicare articoli sulla questione morale (quella sollevata da Berlinguer) e mai attuata in questo Paese "orribilmente sporco". La questione Mocerino, che già abbiamo trattato (e lo faremo fino a quando non si registreranno le sue dovute dimissioni), non può finire nel dimenticatoio. Il reato ipotizzato dalla magistratura è gravissimo: voto di scambio. Noi attendiamo il processo ma pretendiamo le sue immediate dimissioni.

Arroganza e presunzione nella politica italiana

Lo abbiamo scritto qualche ora fa. Carmine Mocerino, attualmente consigliere regionale in Campania e già presidente della commissione anticamorra, è stato rinviato a giudizio per voto di scambio. 

Ma lui non si è dimesso. Non vuole dimettersi. Non avevamo dubbi, conoscendo la sua arroganza politica. L'abbiamo già testata. In passato, per altre vicende, sempre riportate su WordNews, ha sempre fatto finta di nulla. Dopo l'arresto di sua moglie ha fatto finta di nulla. Dopo le vicende legate a suo padre ha fatto finta di nulla. E' un uomo che fa sempre finta di nulla.

Questa volta, ma non è la prima volta, le accuse sono pesanti. Un uomo delle istituzioni, un eletto, un rappresentate della cosa pubblica di fronte a certe accuse dovrebbe fare un passo indietro. 

Ma questo non è accaduto e, forse, non accadrà. Ma i suoi colleghi come stanno affrontando questa problematica che riguarda tutti: istituzioni, eletti ed elettori? Silenzio. Un vergognoso silenzio che riguarda tutti: dai rappresentanti della maggioranza a quelli della opposizione. Nel Paese di Pulcinella non accade mai nulla per caso. 

Noi riproponiamo la questione morale di un politico di altri tempi: Enrico Berlinguer. 

Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. 

I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela; scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. 

Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune.

La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss".

La Repubblica, 28 luglio 1981

 

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