Cercasi piani di emergenza esterna, perché sul web pubblicazioni più uniche che rare?

ABRUZZO. L’iter per la verifica assoggettabilità a Valutazione Impatto Ambientale dell’impianto della Esplodenti Sabino a Casalbordino riporta l’attenzione (o almeno dovrebbe) sulla pubblicazione dei piani previsti dalla normativa Seveso. Ben pochi presenti sul web per i tanti stabilimenti presenti nella regione adriatica.

Cercasi piani di emergenza esterna, perché sul web pubblicazioni più uniche che rare?

«Piano Emergenza Esterno (D.lgs.105/2015). Il documento non viene citato. Esiste?» è la domanda posta da Stazione Ornitologica Abruzzese e Forum H2O nelle osservazioni presentate sull’iter di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale dello stabilimento della Esplodenti Sabino a Casalbordino. 

I Piani di Emergenza Esterna (PEE) sono documenti fondamentali per la sicurezza pubblica previsti dalle leggi che hanno recepito le direttive Seveso per quanto riguarda quelli che vengono definiti, dalla normativa, «impianti a rischio incidente rilevante». E di cui sono previste ampie forme di consultazione pubblica in fase di redazione e di pubblicità una volta realizzati. L’elenco degli stabilimenti a rischio in ogni regione è pubblico, disponibile sul sito del Ministero dell’Ambiente: qualsiasi cittadino può accedere alla pagina dedicata nazionale e consultarlo per ogni regione. Qui è disponibile l’inventario per il territorio abruzzese

Consulta il link 

Nella regione adriatica attualmente gli impianti classificati «a rischio incidente rilevante» sono 23. Tra questi c’è lo stabilimento per la «produzione, distruzione e stoccaggio di esplosivi» della «Esplodenti Sabino» a Casalbordino.

All’indomani della morte dei tre operai fu il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo a riaccendere i riflettori sull’applicazione delle direttive Seveso  nella regione. «In Abruzzo – sottolineò il comunicato di Acerbo - negli anni sono emerse gravissime falle nell'applicazione della Direttiva Seveso e delle norme italiane di recepimento (in ultimo il D.lgs.105/2015). Penso al caso dei laboratori di fisica del Gran Sasso e, nel chietino, a quelli dello stoccaggio Stogit di Cupello, vicino a Vasto, per i quali i Piani di Emergenza Esterni sono stati predisposti dalle prefetture solo dopo gli esposti delle associazioni e dopo anni di omissioni». Acerbo sottolineò di aver consultato il sito web del Comune ma di non aver trovato il Piano di Emergenza Esterno dello stabilimento, «neanche con il motore di ricerca in google» eppure «dovrebbe essere facilmente reperibile da qualsiasi cittadino anche non esperto di internet», e che sul sito web della Prefettura di Chieti «la pagina sui Piani di Emergenza Esterni è ferma al 2008». 

«Ritengo – concluse il segretario nazionale di Rifondazione Comunista - che in Abruzzo la questione della direttiva Seveso sulla prevenzione degli incidenti sia assolutamente sottovalutata da parte di prefetture, comuni e altri organi della pubblica amministrazione quando vi dovrebbe essere non solo un'applicazione ferrea degli obblighi, delle tempistiche ecc ma anche una gestione pro-attiva del rischio assieme a cittadini e lavoratori».

All’inizio di gennaio la deputata del Movimento 5 Stelle Carmela Grippa depositò un’interrogazione ai ministeri dell’ambiente e della tutela del mare divenuto della transizione ecologica col passaggio dal governo Conte2 al governo Draghi, al ministero dell’interno e al ministero della Difesa. Secondo la pagina dedicata sul sito della Camera dei Deputati il 14 gennaio è stato «delegato a rispondere» l’allora ministero dell’ambiente.

Nell’interrogazione, dopo aver riepilogato quanto stabilisce la normativa, si sottolinea che «con l'ultimo incidente, si ripropongono le criticità inerenti ai mancati adempimenti previsti dall'applicazione della direttiva Seveso, indi del citato decreto legislativo n. 105 del 2015. Adempimenti che solo di recente sono stati compiuti; come nel caso dei laboratori di fisica del Gran Sasso e, nel chietino, di quelli dello stoccaggio Stogit di Cupello, vicino a Vasto, per i quali i Piani di emergenza esterni sono stati predisposti dalle prefetture solo dopo gli esposti delle associazioni e dopo anni di vulnus. Nel passato, in Abruzzo, si sono verificati altri incidenti che hanno coinvolto siti Seveso».

Subito dopo si chiede ai ministri se sono a conoscenza, e conferma della veridicità di quanto riportato, della situazione, se sono «in possesso di un quadro completo ed esaustivo inerente alla documentazione dei siti abruzzesi prevista dalla normativa in vigore e in caso affermativo, se intenda fornire i dati a riguardo», «in caso negativo quali iniziative di competenza intendano adottare in raccordo con la regione Abruzzo, affinché tali dati siano pubblici e ne sia garantita la consultazione», se sono « a conoscenza dei dati relativi agli incidenti verificatesi nei siti in Abruzzo, contestualmente al relativo aggiornamento degli elenchi nazionali e quali siano il numero di ispezioni svolte negli ultimi dieci in anni sui siti in questione; se intendano fornire i dati inseriti nella banca dati sugli esiti di valutazione dei rapporti di sicurezza e dei sistemi di gestione della sicurezza previsti dapprima dall'articolo 15, comma 4, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 e quindi dal decreto legislativo n. 105 del 2015» e, in conclusione «se i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, non intendano adottare le opportune iniziative, al fine di verificare se i soggetti (e gli enti locali) preposti si siano adeguati al rispetto e alla tenuta trasparente della documentazione di sicurezza prevista dalla normativa nazionale, e in caso di inadempienza, quali iniziative di competenza intenda adottare».

A pochi giorni dal cadere del 9 mese dall’assegnazione della delega a rispondere all’allora ministero dell’ambiente, oggi della transizione ecologica, l’interrogazione risulta essere ancora in corso. Ovvero senza risposta.

In questi giorni, dopo la presentazione delle osservazioni alla verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale dello stabilimento della Esplodenti Sabino, abbiamo verificato se ci sono state novità rispetto al nostro articolo del dicembre scorso e al comunicato di Maurizio Acerbo.

La pagina apposita sul sito web della Prefettura di Chieti recita ancora, riportiamo testualmente, «Data pubblicazione il 09/10/2008» e «Ultima modifica il 09/10/2008 alle 11:56» senza nessuna pubblicazione. Sul sito web della Prefettura di Pescara appare una pubblicazione relativa ai soli Laboratori Nazionali del Gran Sasso con «Data pubblicazione il 07/03/2019» e «Ultima modifica il 07/03/2019 alle 09:58». Sul sito web della Prefettura di Teramo appaiono la pubblicazione di un PEE aggiornato al 2015, quello dei Laboratori del Gran Sasso, una bozza per la consultazione della popolazione pubblicato ad aprile e aggiornato a giugno e un altro aggiornato al febbraio di quest’anno. Sul sito web della Prefettura aquilana, infine, oltre il Piano di Emergenza Esterno dei Laboratori del Gran Sasso, appare la pubblicazione di un solo altro stabilimento, aggiornato al 22 ottobre dell’anno scorso.

Riassumendo in totale sono rintracciabili 4 Piani di Emergenza Esterna. Piani la cui redazione e applicazione la normativa prevedono siano coordinati proprio dalle Prefetture.  

Ripetendo la ricerca sui siti web istituzionali dei vari comuni nella provincia aquilana appaiono 4 PEE, in provincia di Teramo 1 e in provincia di Pescara 1. In provincia di Chieti nessun PEE è stato possibile rintracciare ma solo un opuscolo redatto dalla ditta e un avviso di test funzionali pubblicato due anni. Sulla maggior parte dei siti web dei comuni non abbiamo trovato nulla, neanche con il motore di ricerca Google che permette ricerche all’interno di un sito web specifico. Possibilità a cui abbiamo dovuto fare abbondante ricorso in quanto diversi siti web istituzionali comunali non hanno una funzione di ricerca interna.

 

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