«Situazione drammatica», tre operai morti a Casalbordino dopo esplosione in fabbrica

Tre operai morti, indagini in corso da parte della Procura di Vasto. Corpi recuperati dopo oltre 24 ore e una vastissima area evacuata fino al giorno successivo, il terribile bilancio dell’esplosione avvenuta il lunedì prima di Natale a Casalbordino. Aperto un fascicolo dalla Procura di Vasto, al vaglio la posizione della società, del titolare e di altri due dirigenti. Intervento di Carmela Grippa alla Camera dei Deputati: «brutta pagina» nella quale «le vite di tre lavoratori sono terribilmente finite sul posto di lavoro», il lavoro «non può accettare un compromesso sull'integrità anche di una sola vita umana», «fermare una lunga catena di eventi drammatici sui luoghi di lavoro che sta continuando ad insanguinare varie aree del nostro Paese, situazioni davanti le quali non è possibile rimanere indifferenti».

«Situazione drammatica», tre operai morti a Casalbordino dopo esplosione in fabbrica
fonte: video Vigili del Fuoco

«Situazione drammatica», la descrizione del procuratore di Vasto Giampiero Di Florio dopo i primi sopralluoghi. Il Natale 2020 ha aggiunto un altro dramma alla comunità di Casalbordino: la vita di 3 operai strappata via dalla terribile esplosione avvenuta nello stabilimento della «Esplodenti Sabino».

Evacuata immediatamente un’area di diversi chilometri compreso il vicino distributore di benzina, bloccato il transito fino al giorno successivo sulla Statale 16 e sulla linea ferroviaria, per ore anche i soccorritori non sono potuti intervenire sul posto perché l’area era ancora fortemente a rischio. Dopo la terribile esplosione all’interno dello stabilimento c’è stato un vero e proprio appello dei dipendenti, così da verificare le presenze temendo altri coinvolti.

E, a pochi chilometri di distanza, la rotonda stradale vicina all’uscita autostradale era diventata un check point di parenti, familiari e amici: tanti temevano e tremavano al pensiero dei cari al lavoro nella fabbrica.

Tra i primi a giungere sul posto dopo l’arrivo della notizia il primo cittadino di Casalbordino Marinucci. Dopo aver espresso lo strazio e il cordoglio della comunità, ha affermato che nella fabbrica «regnano professionalità e sicurezza e dove tutto viene controllato minuziosamente. Nell’arco di 50 anni, ci sono stati diversi incidenti. Ma il materiale con cui si lavora è ad alto rischio: l’incidente è sempre dietro l’angolo».

Il titolare della «Esplodenti Sabino» Salvatore ha immediatamente definito l’esplosione che il 21 dicembre scorso ha ucciso i tre operai una «tragedia inspiegabile» in quanto le tre vittime non erano impegnate in un processo produttivo in quel momento: «stavano movimentando artifizi, contenenti sostanze e miscele esplosive leggere, quando c’è stato lo scoppio – le sue parole consegnate alla stampa locale -. Inspiegabile. Non riusciamo a capire cosa è successo. Non era in atto alcuna lavorazione. Stavano solo facendo degli spostamenti». 

Una reazione che, sotto alcuni aspetti, sembra rievocare le parole successive all'esplosione a Noceto (Parma) di cinque anni fa: nell'occasione, riportò Repubblica, disse a caldo di essere in attesa di poter parlare con i suoi operai per «capire cosa è successo».

«Può capitare durante la lavorazione» le parole riportate sempre da Repubblica riferendosi alla pericolosità delle operazioni di demilitarizzazione svolte. Una versione diversa fu fornita dai sindacati emiliani che, già immediatamente dopo l'esplosione, puntarono il dito sulla ditta: «procedure di sicurezza, mai dato chiarimenti» scrissero in un comunicato stampa.  

Tornando all'esplosione di Casalbordino una prima «spiegazione» è giunta dalla dirigenza della «Esplodenti Sabino»: «nel forno statico dove è successa la disgrazia si inserisce poco alla volta, con delle palette, il materiale che arriva dai depositi. La polvere pirica, soprattutto se vecchia, può essere instabile e può provocare detonazioni. Ma non so se è questa la causa di quello che è accaduto». Dopo l’esplosione del 21 dicembre la Procura di Vasto ha aperto un fascicolo ipotizzando possibili contestazioni di reato per «omicidio colposo, crollo di costruzione o altri disastri colposi», l’indagine si sta interessando delle posizioni del titolare dell’azienda, di due dirigenti e della stessa società.  

I tre operai strappati alla vita, secondo le ricostruzioni giunte finora, erano impegnati nella movimentazione di una cassa contenente alcuni razzi di segnalazione delle barche a turno quasi finito quando c’è stata la deflagrazione letale. Una polvere che, secondo quanto riportato dalla stessa dirigenza dell’azienda, non è particolarmente esplosiva.

Il giorno successivo la deputata Carmela Grippa (Movimento 5 Stelle) durante la seduta della Camera dei Deputati è intervenuta per «riflettere su una delle tragedie del lavoro più gravi» avvenute nella storia del territorio vastese: una tragedia che «ha bloccato il paese, lo snodo ferroviario», «una brutta pagina» nella quale «le vite di tre lavoratori sono terribilmente finite sul posto di lavoro, un dramma che rievoca l'importante concetto di una moderna cultura del lavoro, che ponga la persona al centro del sistema dei rapporti di produzione e che non può accettare un compromesso sull'integrità anche di una sola vita umana», è doveroso per tutti gli attori sociali «fermare una lunga catena di eventi drammatici sui luoghi di lavoro che sta continuando ad insaguinare varie aree del nostro Paese, situazioni davanti le quali non è possibile rimanere indifferenti».

«Non è una società civile quella che ha perso e continua a perdere il senso del valore della vita e che passivamente si adatta a registrare la cronache delle troppe morti bianche» la dura posizione espressa dalle segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil che ribadiscono «la vera e propria emergenza» è «la sicurezza del lavoro», davanti le morti di lavoratori «lo sdegno non può essere di facciata né durare per il solo tempo imposto dalle circostanze». I corpi dei tre operai sono stati recuperati dopo oltre 24 ore dall'esplosione, ben sei ore sono state necessarie per le autopsie. L'area è stata sequestrata per una «minuziosa ricognizione» da parte di artificieri e vigili del fuoco, per le decine di colleghi dei 3 operai si ipotizza il ricorso agli ammortizzatori sociali forse anche per lungo periodo. 

Tra le lavorazioni della «Esplodenti Sabino» ci sono anche la distruzione e dello smaltimento di munizioni ed esplosivi e di demilitarizzazione di bombe di aereo, sistemi d’arma, razzi e mine navali. Lavorazioni che, come ha sottolineato la società nelle ore successive all’esplosione e hanno riportato in grande evidenza vari organi di stampa, relative soprattutto alla gestione della sicurezza.

L’ultima certificazione ricevuta interessa il sistema di gestione per la qualità riconosciuto conforme ai requisiti stabiliti nella pubblicazione Nato Aqap 110, rilasciato dal ministero della Difesa - direzione generale degli armamenti terrestri. La Aqap 100 è la certificazione di conformità ai requisiti sulla qualità rilasciato per lo sviluppo, la costruzione e la produzione, sistema di gestione per i subfornitori dell’industria bellica rilasciato dalla NSA, la Nato Standardization Agency.

 

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Piani di emergenza esterna, chi li ha visti?

ABRUZZO. Dopo l’esplosione che ha ucciso tre operai a Casalbordino si torna a parlare dell’applicazione delle Direttive Seveso. Che prevedono massima partecipazione e pubblicità dei Piani di Emergenza Esterna. Acerbo (PRC) : non si trova piano dello stabilimento sul web, la pagina apposita sul sito della Prefettura di Chieti è ferma al 2008.

https://www.wordnews.it/piani-di-emergenza-esterna-chi-li-ha-visti