Somma Vesuviana ha un sindaco dimissionario. Ma il bene confiscato all’ex boss di camorra, poi collaboratore, resta inutilizzato

Nonostante le promesse del Di Sarno, dopo sei anni da primo cittadino, il bene confiscato a Fiore D’Avino, un tempo simbolo della camorra vesuviana, resta chiuso

Somma Vesuviana ha un sindaco dimissionario. Ma il bene confiscato all’ex boss di camorra, poi collaboratore, resta inutilizzato

Ci siamo occupati in varie inchieste di come un bene confiscato alla camorra e poi assegnato al Comune di Somma Vesuviana, dopo decenni, resti inutilizzato e oggetto di spese di ripristino poiché più volte vandalizzato. Un attico da dove, l’allora boss della camorra, gestiva i suoi affari criminali e da dove è possibile ammirare l’intera cittadina ai piedi del monte Somma.

 

Per approfondimenti:

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Ma perché quell’attico resta inutilizzato?

Di Sarno Salvatore, oggi Sindaco dimissionario, aveva promesso che quel bene confiscato sarebbe tornato alla comunità e proprio nella sua gestione da Sindaco questo bene confiscato fu assegnato al Forum dei Giovani, i quali non ebbero mai il vero possesso del bene poiché lo trovarono devastato in molte parti ed inutilizzabili. Allora l’amministrazione Di Sarno, che all’epoca aveva anche quale vice sindaco Sergio D’Avino (parente dell’ex collaboratore di giustizia Fiore D’Avino), avevano stanziato dei fondi per il ripristino dell’immobile e i lavori affidati ad una ditta.

Ma poi?

Nulla di fatto nessuno ha mai dato vita a nessuna iniziativa, avevamo anche sentito il presidente.

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Il Forum dei Giovani sembra essere indifferente dopo aver ricevuto il bene in gestione

 

Del Forum dei Giovani di Somma Vesuviana la quale sembrava molto estranea alla questione e quando citammo la parola camorra la stessa ci diede l’impressione di aver paura.

Ma di cosa?

Anche perché oggi il vecchio proprietario dell’immobile ed ex camorrista è diventato un collaboratore di giustizia uscito poi dallo speciale programma di protezione, vive in una località lontano da Somma Vesuviana ed è in regime di arresti domiciliari con una fine pena sino al 2023, beneficio concesso proprio per la sua collaborazione con la giustizia. Ma oltre a Fiore D’Avino c’è il fratello Luigi anche lui passato a collaborare con la giustizia ed è proprio Luigi a far luce sui tanti omicidi commessi dai D’Avino sia come mandanti che come esecutori.

Il clan D’Avino era egemone nell’aerea vesuviana sin dagli anni ottanta con alleanze con i clan Alfieri e altri clan di camorra, ma non solo omicidi i D’Avino erano riusciti ad accumulare miliardi di vecchie lire anche grazie alla complicità di imprenditori, per anni hanno gestito appalti e influenzato la politica locale.

Oggi cosa resta del clan D’Avino?

Resta il cognome e non solo, infatti il cugino di Fiore e Luigi è detenuto il suo alias è 'O BERSAGLIERE, all’anagrafe D’Avino Giovanni pluripregiudicato il quale è stato più volte tratto in arresto e, oggi, detenuto per reati di camorra, ma quasi come una eredità il brand criminale D’Avino passa da padre in figlio. Infatti entrambi i figli del Giovanni D’Avino sono attualmente detenuti, entrambi per reati di camorra, i figli Ferdinando detto Nando e Stefano sono stati arrestati poiché a capo dello stesso clan D’Avino.

Ma a Somma i D’Avino camorristi fanno ancora paura?

La gente cerca di evitare di parlare di camorra a Somma Vesuviana e c’è qualcuno che nega la presenza della camorra a Somma Vesuviana, nonostante la relazione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) e le ultime inchiesta da parte dei carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna dicono il contrario. Non solo la camorra paesana, come si sono definiti i camorristi locali, ma anche altri clan egemoni nell’area di Napoli che hanno steso la lunga mano criminale nella cittadina sommese, il clan Mazzarella e il clan De Bernardo che sono gestori dello spaccio di droga ed il clan D’Atri che vede il suo capo già condannato all’ergasto per l’uccisione di due giovani innocenti.

E quindi perché se la camorra è presente a Somma Vesuviana il Sindaco e l’amministrazione comunale non fanno rivivere quel bene confiscato a D’Avino Fiore?

Abbiamo più volte cercato di parlare con Di Sarno che ricordiamo essere un maresciallo della Guardia di Finanza in servizio, quindi persona preparata per l’argomento camorra poiché dovrebbe non solo sapere che per anni la camorra a Somma Vesuviana ha determinato le elezioni come più volte anche citato nelle testimonianze di vari collaboratori di giustizia, ma anche in una recente intercettazione agli atti dell’inchiesta Blu Sky  che vide alla sbarre proprio i D’Avino Giovanni e figli, in quel passaggio si citavano dei politici locali mai indagati.

Non dimentichiamo che anche nelle ultime elezioni avvenute nel 2022 che ha visto vincitore il Di Sarno Salvatore riconfermato sindaco, abbiamo notato e scritto vari articoli di come parenti di primo grado di già condannati per camorra si fossero candidati nelle liste per le elezioni del consiglio comunale  e vi era proprio la nipote di Giovanni D’Avino alias 'o bersagliere come candidato. Precisiamo che i candidati non hanno alcuna condanna per camorra ma oltre alla normativa vi è anche una questione morale, anche perché nessuno dei candidati ha mai preso le distanze pubblicamente dalla camorra o dai parenti camorristi.

Di come la camorra abbia investito in attività commerciali a Somma Vesuviana lo racconteremo in un altro articolo.

 

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Somma Vesuviana: continua la nostra inchiesta sui candidati parenti di camorristi già condannati

Avremmo voluto ascoltare la loro voce e chiedergli il perché non hanno mai preso le distanze dalla camorra. Una camorra, come scrive la DIA nella sua ultima relazione, viva e vegeta ed i nomi dei clan appartengono ai D'Avino alias o Bersagliere, che vede la nipote Giordano Antonella candidata nella lista Somma 4.0. Poi c'è il clan D'Atri, riconducibile al pregiudicato D'Atri Eugenio (condannato all'ergastolo per il duplice omicidio Liguori-Tafuro, vittime innocenti della camorra). Proprio la cognata di D'Atri Eugenio, certa Imma Grumino, risulta candidata nella lista Europa Verde.

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Somma Vesuviana: a che punto siamo con il bene confiscato a D’Avino?

L'assegnazione del bene, da parte del Comune di Somma Vesuviana, al Forum dei Giovani risale al 2013. Per la precisione il 14 marzo. Un giorno bello per la legalità, pieno di speranze per la collettività. Ma sono passati sette anni. Il bene, in questi anni, ha subìto diversi abbandoni. È stato anche vandalizzato.

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«Fiore D’Avino non è mai tornato a Somma. Smentisco gli spargitori di false notizie»

INTERVISTA. Dopo aver raccolto le voci che davano per certa la presenza del collaboratore di giustizia Fiore D’Avino, abbiamo contattato il suo legale, l’avvocato Antonio Bucci: «Sono più preoccupato che sul territorio di Somma Vesuviana girino dei millantatori e degli spargitori di false notizie, piuttosto che un cittadino che sta scontando una condanna passata in giudicato, per giunta notevolmente controllato». Nel post scriptum la replica dell’assessore alla Cultura, Rosalinda Perna.

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L'ex boss pentito è tornato a Somma Vesuviana?

LA VICENDA CONTRADDITTORIA. Per rispetto di chi crede non parliamo di «apparizione», ma resta il mistero. Diversi cittadini di Somma Vesuviana hanno comunicato di aver visto l’ex boss Fiore D’Avino, oggi collaboratore di giustizia, sul suo territorio. Addirittura per diversi giorni. «L’ho visto e posso dire che il periodo è di almeno una settimana. Io l’ho visto, ma non voglio che esca il mio nome. L’ho visto circolare per Somma, a piedi e in macchina, accompagnato». Ma alcuni ci hanno comunicato di non saperne nulla. Come ad esempio la presidente del Forum dei Giovani di Somma Vesuviana, con sede all’interno di un appartamento confiscato alla camorra. «Non è una bella cosa, ma non so cosa dire. Io e la mia famiglia ci siamo tenuti sempre lontani, ci siamo sempre fatti i fatti nostri, come si suol dire e vogliamo stare tranquilli. Lui (Fiore D’Avino, nda) è libero di fare quello che vuole. Che vi devo dire».

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