Elezioni amministrative a Somma Vesuviana: la nostra inchiesta sui candidati parenti di soggetti condannati per reati di camorra 

In questa campagna elettorale anche lei, come altri candidati che hanno una parentela con soggetti condannati per camorra, non ha ancora preso pubblicamente le distanze dai parenti. Distanza dal loro percorso criminale accertato prima dagli inquirenti e poi dalla magistratura tanto che le condanne di taluni soggetti sono definitive.

Elezioni amministrative a Somma Vesuviana: la nostra inchiesta sui candidati parenti di soggetti condannati per reati di camorra 
Nella foto Giordano Antonella

Qualcuno parla di rieducazione del detenuto che ha espiato la pena. Lo prevede la costituzione e ben venga la riabilitazione. Ma a Somma Vesuviana, per decenni, la camorra ha devastato il territorio facendo morti e condizionando anche, in più occasioni, le elezioni.

Il clan D'Avino egemone sin dagli anni Ottanta e fino al 2016, quando una inchiesta ("Blusky") portò all'arresto proprio del capo clan Giovanni D'Avino alias il bersagliere (nella foto in basso) e dei suoi figli Ferdinando e Stefano (nelle foto in basso, a sinistra Stefano e a destra Ferdinando).

Il primo fu tratto in arresto in un secondo momento poiché latitante. Anche o bersagliere era latitante.

 

Ma chi è Giovanni D'Avino o Bersagliere, cugino di Fiore D'Avino, diventato collaboratore di giustizia, capo clan negli anni Ottanta, associazione con il clan Alfieri e i Russo.

 

Fiore D'Avino, con il fratello Luigi, furono protagonisti di una stagione di omicidi e alleanze criminali. Già in quegli anni Giovanni o Bersagliere era affiliato al clan dei D'Avino che, dopo l'arresto, iniziarono a collaboratore con la magistratura.

O bersagliere, attualmente detenuto, appartiene ad una famiglia numerosa, molto conosciuta a Somma Vesuviana. Una delle sorelle del D'Avino ha sposato un Giordano e da questo matrimonio sono nati tre figli: due maschi e una donna. Ed è proprio una nipote del Giovanni D'Avino ad essere candidata nelle elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e per l'elezione diretta del sindaco, che si terranno il prossimo 12 giugno.

 

 

Noi come sempre facciamo informazione, la candidata della lista Somma 4.0 è Antonella Giordano affermata docente, nipote diretta di Giovanni D'Avino o Bersagliere e cugina dei condannati per camorra Ferdinando D'Avino e Stefano D’Avino.

Certamente, e lo ribadiamo per l'ennesima volta, una parentela di primo grado con i D'Avino non impedisce alla Giordano di candidarsi. E' giusto, per dovere di cronaca, specificare che la signora Giordano è incensurata.

Però in questa campagna elettorale anche lei, come altri candidati che hanno una parentela con soggetti condannati per camorra, non ha ancora preso pubblicamente le distanze dai parenti. Distanza dal loro percorso criminale accertato prima dagli inquirenti e poi dalla magistratura tanto che le condanne di taluni soggetti sono definitive.

Da giorni tentiamo di metterci in contatto con la candidata per raccogliere il suo punto di vista. Non siamo stati fortunati come in altre circostanze.

Ancora siamo in attesa di registrare il punto di vista dell'On. Di Sarno (M5S) (nella foto in basso). In quest'ultimo caso non ci basta leggere i suoi post, noi vogliamo ascoltare dalla voce del parlamentare il suo pensiero su questa campagna elettorale. Ribadiamo, ovviamente, la nostra disponibilità.

Possibilmente prima delle elezioni amministrative. Restiamo in attesa, a dieci giorni dal voto. 

La situazione di Somma Vesuviana

Da mesi nella cittadina ai piedi del monte Somma si vocifera di una imminenti scarcerazione di uno dei figli di Giovanni o bersagliere e questa notizia ha già destabilizzato gli ambienti criminali poiché sul territorio di Somma Vesuviana sono presenti vari clan: dagli indigeni ai Mazzarella. La partita in gioco è alta: non solo le piazze di spaccio ma anche le estorsioni e i futuri lavori pubblici. A Somma Vesuviana già sono arrivati oltre trenta milioni di euro e con il piano di resilienza altri milioni di euro saranno stanziati per la realizzazione di opere pubbliche. Un business che  la camorra  ha già adocchiato e che vuole gestire a tutti i costi.

Noi facciamo informazione e, nonostante qualche deputato della Repubblica ci accusa di becera strumentalizzazione, riportiamo i fatti e, nonostante più volte abbiamo chiesto al deputato una sua dichiarazione, lo stesso ha scelto il silenzio in merito al candidato capo lista del M5S, anche lui parente di primo grado di condannati per reati di camorra.

Specifichiamo, per la cronaca, che sia la lista Movimento 5 Stelle 2050 che la lista Somma 4.0 sono nella coalizione a sostegno del candidato Sindaco uscente Salvatore Di Sarno. Quest'ultimo, un appartenente alla Guardia di Finanza, in una sua passata intervista ebbe a sminuire il fenomeno camorra a Somma Vesuviana parlando di microcriminalità. Cosa diversa che, invece, è emersa dell'inchiesta Blusky condotta dall'allora comandate della locale stazione dei carabinieri Raimondo Semprevivo che, grazie al supporto del gruppo carabinieri di Castello di Cisterna, portò agli arresti di molti esponenti del clan D’Avino, poi condannati in Cassazione.

 

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