MOLISE, lo sfascio sanitario

L'OPINIONE. «Prosegue imperterrito lo stato di sfascio del nostro ospedale Veneziale».

MOLISE, lo sfascio sanitario

Ci muoviamo come una nave nella tempesta senza alcun nocchiero. Ogni giorno aumenta la conflittualità interna perché mancano personale e percorsi codificati per i pazienti. È lasciato tutto ad un rapporto personale tra dipendenti che rischia di sfosciare in un vero scontro fisico.

Ormai è chiaro che si sta aspettando il pensionamento degli ultimi ultranziani per poter decretare la fine della struttura.

In questo agire si stanno determinando danni biologici per il personale ed una qualità dell'assistenza sempre peggiore. Una classe politica inetta, sta utilizzando ad Isernia le stesse tecniche che hanno portato alla chiusura di Venafro e Larino. Non si ha il coraggio di decidere politicamente e si fanno morire le strutture per consunzione. Non si interviene sui problemi, e si lascia che la situazione degradi progressivamente.

Solo le strutture clientelari, politicamente protette, riescono ad avere un po' più di respiro.

Il collasso della struttura è vicino e c'è poco da fare ormai. Qualsiasi proposta avanzata per cercare di fermare lo sfascio, viene annullata nel muro di gomma dell'indifferenza.

La Cgil e si spera che anche gli altri sindacati si vogliano unire, ha indetto uno stato di agitazione istituzionale per arrivare allo sciopero visto che nessuno ha risposto in questi mesi alle nostre proteste formali presso il pronto soccorso.

Non so se il Prefetto ci convocherà, come istituzionalmente dovrebbe fare, per raffreddare la vertenza. Non so se interverrà il sindaco con un proprio atto, dopo la partecipazione alla conferenza stampa della settimana scorsa.

So soltanto che il collasso dell'ospedale è ormai prossimo.

Il 18 maggio abbiamo indetto un'assemblea ospedaliera per vedere se si riesca a trovare una qualche forma di reazione al degrado ed allo sfascio attuale. Ne dubito che i cittadini si ricordino che questo sfascio é determinato dai politici che ci governano e non avviene per caso o per volontà del destino.

Se si vuole privatizzare il sistema che lo si faccia evitando l'agonia per i pazienti e gli operatori.

 

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