Somma Vesuviana, parla il sindaco Di Sarno

INTERVISTA al primo cittadino dopo i nostri articoli sulla situazione che sta vivendo la cittadina vesuviana rispetto ai pazienti positivi della clinica Santa Maria del Pozzo. «Non è che mi sveglio e chiudo una struttura. Insieme all’Asl, e chi per esso, si deciderà se c’è o meno da fare questa cosa. Se io la devo fare non mi preoccupo, non ho interessi personali con nessuno a Somma Vesuviana».

Somma Vesuviana, parla il sindaco Di Sarno
Il sindaco Di Sarno

«Io sto facendo il mio dovere da sindaco». Queste sono state le prime parole del primo cittadino di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno, avvicinato per un confronto sulla situazione che ha investito la Clinica Santa Maria del Pozzo. «Se non ci fosse stato il problema della clinica la fase della città è calante. Siamo arrivati a 17 casi. Sono stati esaminati, se non erro, 495 tamponi. Per quanto mi concerne sapere direttamente, da notizie ufficiali dell’ASL, i casi sono 22: 18 degenti e 4 dipendenti, di cui due interni e due consulenti esterni».

 

Come si sta affrontando questa situazione?

«Monitorando tutto quello che stanno facendo».

 

Lei, come primo cittadino, ha intenzione di emanare qualche provvedimento? Quale sarà la sua azione?

«Di controllo».

 

Anche una chiusura della struttura?

«Non è che mi sveglio e chiudo una struttura. Insieme all’Asl, e chi per esso, si deciderà se c’è o meno da fare questa cosa. Se io la devo fare non mi preoccupo, non ho interessi personali con nessuno a Somma Vesuviana».

 

Lei sta aspettando una risposta da parte dell’Asl?

«Non sto aspettando, sto chiedendo quali sono gli atti propedeutici su questa questione».

 

In base a queste risposte lei prenderà una decisione?

«Assolutamente sì»

 

I suoi cittadini cosa chiedono?

«Di essere vicini a loro. Io non faccio la corsa a dire ci stanno 10, 20 o 100 persone. Per me anche un solo Covid positivo è un dramma e non un numero. È una persona che sta soffrendo con una famiglia e chi per esso».

 

C’è un’inchiesta in corso da parte dell’Asl?

«Non sono a conoscenza di questo»

 

Dove sono finiti i pazienti positivi?

«I 18 sono tutti ospedalizzati nei Covid center della provincia di Napoli, tranne i 4 che sono domiciliati a casa. Sul mio territorio non ci sono positività».

 

Nel comune di Somma ci sono zero positivi?

«Rispetto alla Clinica. I positivi sono allocati nei Covid center, i 18 degenti sono trasferiti subito. E i 4 sono in quarantena».

 

Quindi nel suo Comune non ci sono casi?

«Rispetto alla Clinica no. In totale sono 17 i positivi, nei quarantacinque giorni che abbiamo avuto l’emergenza. Al momento sono 17 i positivi».

 

La Clinica che provvedimenti ha preso?

«Assolutamente sì. Ma perché non lo chiede alla Clinica?».

 

Lei ha parlato di controlli fatti anche all’esterno della Clinica.

«Questo nel periodo antecedente. Io sono l’organo di controllo, non sono il direttore sanitario della Clinica, non sono il proprietario della Clinica. Io faccio i controlli come autorità sanitaria locale. Non devo dire cosa fa la Clinica, perché la Clinica non è mia».

 

Quali controlli farete nei prossimi giorni?

«Io lo so che c’è il problema, sono abituato a prendermi sempre le mie responsabilità».

 

Può spiegare in cosa consistono questi controlli?

«Tutti i controlli amministrativi che mi competono saranno messi in atto. Tutti i controlli».

 

Può fare qualche esempio?

«Se è stata effettuata una sanificazione post Covid e quali sono le misure prese nei confronti dei dipendenti anche se negativi. Queste cose le farò sicuramente».

 

In quanto tempo?

«Mi devono rispondere entro lunedì. Io non faccio il poliziotto. Se c’è stato qualche errore o qualche omissione non compete a me».

 

Cosa si sente di dire ai suoi cittadini?

«Stiamo vivendo una crisi esistenziale per questo virus. Una crisi che va di pari passo e forse anche più grave, una crisi economica che sta emergendo rispetto a quelle persone che lavoravano in nero e che, ad oggi, non hanno nessun sostegno da parte di nessuno. E non bastano i buoni alimentari che abbiamo messo in campo per arginare la mancanza di tranquillità economica, di mettere il famoso piatto a tavola».

 

 

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