Raimondi: «l'elemosina trova indifferenza»

L'ENNESIMO APPELLO. Pubblichiamo, nuovamente, le parole di una vittima di mafia.

Raimondi: «l'elemosina trova indifferenza»

«Viviamo oggi in una società dove chi chiede la carità viene addirittura ucciso. L'unica colpa è essere povero, ed essere trattato come un lebbroso. Essere una persona che dà fastidio, che umilia chi non può capire. Indifferenza totale.

Da anni mi sono ridotto a chiedere l'elemosina e spesso, molto spesso, trovo tanta indifferenza da parte, soprattutto, di chi dovrebbe aiutarti. Persone che, sicuramente, non capiscono il disagio di chi chiede. 

Essere ucciso è una cosa ignobile. Sacrilega.

Ecco la società di oggi. Una società dove vive il regno del demonio. Dove non si è ancora capito che un giorno verrà il momento in cui chi ci ha creato verrà a giudicare, a vedere i ricchi (i ricchi di cuore) che hanno dato se stessi per gli altri. 

Essere poveri non è una colpa ma uno stato in cui, o per colpa nostra o per colpa degli altri, viviamo così. Ed io elemosinando ne so qualcosa. Ho subìto tanta indifferenza, ho subito tanta umiliazione. Ma per fortuna non sono stato ucciso.

Anche l'indifferenza uccide. Aiutiamo chi ha bisogno»

Raimondi Bennardo Mario, vittima di mafia e testimone della povertà umana

 

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