Squadristi tentano nuove «Marce» su Roma. Sui manifesti neofascisti a Vasto continua il silenzio

L’8 maggio Giuliano Castellino e Forza Nuova, sotto la nuova sigla Area, avevano annunciato una nuova marcia a Roma. Rinviata al 22 maggio dopo divieto della questura. Lo stesso ras neofascista dalla fedina penale tutt’altro che immacolata i cui manifesti per settimane – come abbiamo denunciato in due articoli – sono rimasti affissi sui pannelli comunali nel silenzio di chi si piazza in prima fila il 25 aprile.

Squadristi tentano nuove «Marce» su Roma. Sui manifesti neofascisti a Vasto continua il silenzio

«AREA è fascismo secolo XXI, è una nuova Repubblica Sociale», «È spirito squadrista, origini e futuro, una scuole di guerra». Questi alcuni passaggi di un’intervista rilasciata da Giuliano Castellino, leader del neofascismo romano e di una rediviva Forza Nuova  del 6 maggio scorso. Area è il nuovo movimento annunciato nelle scorse settimane da Castellino. Dopo l’annunciato scioglimento nei mesi scorsi di Forza Nuova per confluire in un nuovo movimento fondato da Taormina, i travagliati mesi precedenti che hanno portato intere sezioni ad uscire contestando Fiore e Castellino - il «movimento nazionale patriota» sceso in piazza il Primo Maggio a Bologna di cui abbiamo già raccontato il 25 aprile è nato dopo queste scissioni - la galassia eversiva nera italiana appare in cerca di riorganizzazione e ricollocazione. In questo quadro nasce questo nuovo protagonismo politico di Castellino, il rilancio di Forza Nuova da gennaio e ora la formazione di Area.

Il debutto di piazza, senza Castellino stesso sottoposto a sorveglianza speciale e condannato per l’aggressione a due giornalisti de L’Espresso, era fissato per l’8 maggio alla Bocca della Verità a Roma. Alcune ore prima però è arrivato lo stop da parte della questione, manifestazione non autorizzata. Appuntamento non annullato dai novelli squadristi ma annunciato ora per il 22 maggio. Non ci piegano ma ci moltiplicano scrivono Castellino e i suoi sul loro blog di riferimento. Insultando la Questura di Roma per il divieto, «si ritrova a scodinzolare di fronte al padrone» e fa arrivare un «divieto assurdo quanto infame» le loro testuali parole. Annunciano così la nuova data, esattamente due settimane dopo e nello stesso luogo, aggiungendo che ci sarà una «mobilitazione permanente, città per città» in vista della marcia neofascista e negazionista. Sette giorni dopo sempre a Roma è previsto un raduno nazionale di Casa Pound. «Sarà la settimana nera di Roma» ha denunciato l’8 maggio su twitter Paolo Berizzi, l’unico giornalista in Italia sotto scorta per le minacce dei neofascisti. Un dato a cui, neanche nei giorni della «Giornata Mondiale per la libertà di stampa», si è dato il giusto risalto e si è levata una sacrosanta indignazione del minimo livello doveroso. Non nei Paesi dell’Est Europa dove il neonazismo è anche ai vertici dello Stato, ma in Italia. In altri Stati a noi vicini movimenti neofascisti e neonazisti vengono sciolti e sottoposti a rigida attenzione da parte delle forze di sicurezza nazionali. Qua insultano, si radunano in piazza, lanciano quotidianamente proclami eversivi e minacciano la vita di un giornalista arrivando ad un livello che oggi è scortato.   

Il giorno stesso della manifestazione, poi rinviata, lo stesso Berizzi su Repubblica ha sottolineato «La parola "fascismo" come mai finora si era visto, negli ultimi anni, sulla locandina di una manifestazione», «Sfida squadrista. Nuova Rsi. Fascismo secolo XXI», «Apologia - se non esaltazione - di fascismo. Lanciata da un uomo sottoposto a sorveglianza speciale, che ha già accumulato condanne in primo grado a 11 anni di carcere. Il simbolo della neonata Area - che si propone come un vero e proprio cartello fascista - è l'aquila già adottata durante il regime di Mussolini». Castellino, e Fiore con lui, è stato il promotore delle due violente manifestazioni a Roma tra fine maggio e inizio giugno 2020 delle curve ultras più «nere» d’Italia e di altre manifestazioni di analogo tenore nell’autunno scorso. In una di queste, davanti le telecamere lo stesso Castellino aggredì e picchio un altro militante neofascista che stava parlando con i giornalisti. Il suo curriculum lo abbiamo già ricordato lo scorso 23 marzo. Articolo nel quale abbiamo documentato la presenza sui pannelli pubblici per le affissioni del Comune di Vasto dei manifesti di Forza Nuova, con recapito telefonico dello stesso Castellino, già da almeno un mese prima. Alcuni di quei manifesti sono rimasti sui pannelli comunali, vergognosamente e oscenamente vicini anche a quelli per le celebrazioni del 25 aprile, almeno un mese ancora dopo il nostro primo articolo. In una città dove l’amministrazione PD-Mdp-liste civiche del sindaco Francesco Menna ogni anno, in occasione della Festa della Liberazione, celebra con grandi discorsi retorici il coraggio dei partigiani e incita a seguirne l’esempio. La stessa amministrazione che nel 2018 si vantò dell’approvazione di una mozione «antifascista». Davanti queste affissioni - su cui abbiamo posto domande ben precise ancora oggi in attesa di risposte (ma, come abbiamo scritto tantissime volte ormai ci stupiremmo del contrario visti i tanti precedenti che abbiamo accumulato in questi sedici mesi) – quella mozione crolla miseramente e si rivela definitivamente nulla più di un atto vuoto.

Silenzio assoluto, figurarsi addirittura intervenire, da qualsivoglia esponente da un’amministrazione farcita di progressisti, democratici, socialisti, post ed ex comunisti. Dalla sua ala sinistra, rappresentata in giunta dall’assessore Paola Cianci (ex Rifondazione Comunista, ex Sel, oggi Art1-Mdp), al capogruppo in consiglio comunale del maggior partito della coalizione – il PD - Marco Marra (ex Rifondazione Comunista, ex Sel, ex Art1-Mdp e oggi appunto PD). Fino ai rappresentanti locali dell’associazione che per statuto nazionale (e per il nome stesso) dovrebbero difendere e portare avanti gli ideali e la lotta antifascista. «Ricordiamo coloro che sono stati protagonisti della Resistenza – hanno dichiarato il sindaco Menna e l’assessora Cianci in occasione dell’evento per la Festa della Liberazione organizzato dalla locale sezione Anpi e dalla Consulta Giovanile – Il loro sacrificio deve essere da esempio soprattutto per le nuove generazioni». Non sappiamo fin dove anagraficamente arrivano le «nuove generazioni» citate da Menna e Cianci – abbiamo sottolineato nel nostro articolo del 25 aprile  - ma, mentre si ricorda l’eroismo dei partigiani di oltre 70 anni fa, di esemplare registriamo solo silenzi (da Palazzo di Città come da chi oggi ha organizzato la celebrazione) sui manifesti neofascisti in città così come, negli anni scorsi, sulla doppia presenza di Roberto Fiore. Oltre venti giorni dopo nulla è cambiato. Mentre i neofascisti alzano sempre più la testa e aumentano il livello della loro propaganda squadrista ed eversiva.

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