Cerimonie per celebrare il coraggio dei partigiani. Ma restano i manifesti neofascisti

VASTO. 25 aprile 2021: commemorazioni e dichiarazioni in cui si ricorda la Resistenza e l’eroico sacrificio di chi lottò contro il fascismo mussoliniano. Eppure, un mese dopo il nostro primo articolo, su alcuni muri sono stati segnalati ancora i manifesti di FN, con tanto di numero di telefono del capo romano attualmente sotto sorveglianza speciale, condannato per l’aggressione a due giornalisti e autore di altri gesti violenti. La Brigata Maiella, celebrata anche a Vasto, si sciolse il 1° maggio ad Asiago dopo essere entrata nella Bologna liberata il 23 aprile. Il Primo Maggio di quest’anno ex FN nella stessa città tenteranno una nuova marcia neofascista.

Cerimonie per celebrare il coraggio dei partigiani. Ma restano i manifesti neofascisti
manifesto di forza nuova che persiste, il vergognoso accostamento con il manifesto per il 25 aprile si commenta da solo

25 Aprile, Festa della Liberazione. Giorno in cui in tutta Italia i sinceri democratici ricordano e celebrano il coraggio dei partigiani, la Resistenza vittoriosa contro la bestia nazifascista.

Vasto, come ogni anno, città amministrata da Partito Democratico, Articolo1 e altre formazioni civiche ripeterà l’omaggio. Nel 1945 il fascismo fu sconfitto e l’Italia liberata dal regime di Mussolini. Ma le orde nere, le bande criminali inneggianti al Duce e al fascismo non sono mai sparite dal nostro Paese.

E la storia repubblicana da sempre è segnata da attentati, eversioni, trame, stragi, minacce alla democrazia da parte di neofascisti, terroristi neri, complici ad ogni livello e fili neri che li uniscono alle mafie e alle più fetide organizzazioni criminali. Mafia, camorra, ‘ndrangheta, massoneria, pezzi traditori dello Stato, l’elenco dei conniventi, complici e co-manovratori delle trame nere è sterminato.

Ordine Nuovo fu una delle formazioni che negli Anni Settanta agitò queste trame. Dopo una condanna penale uno dei suoi protagonisti, Roberto Fiore, si rifugiò in Inghilterra. Rientrò in Italia quando la condanna penale era ormai inapplicabile e fondò Forza Nuova. A fine 2020 Forza Nuova ufficialmente si sciolse, dopo aver attraversato l’eversione nera che sta cercando di sfruttare l’emergenza sanitaria, nel movimento fondato da Carlo Taormina, ex avvocato di Berlusconi, presidente della commissione parlamentare la cui relazione di maggioranza negò che Ilaria Alpi è stata uccisa mentre stava indagando in Somalia sui traffici di rifiuti tossici, l’anno scorso tra i più attivi nel fomentare la violazione delle norme anti-pandemia. Diversi gruppi si erano già staccati nei mesi precedenti creando altre nuove formazioni.

Nei mesi scorsi, come già abbiamo documentato  lo scorso 23 marzo, sui muri di Vasto sono comparsi manifesti firmati Forza Nuova. Logo diverso rispetto a quello storico e un contatto telefonico riportato sul manifesto. Il numero è quello dello storico leader neofascista romano Giuliano Castellino. Nel cui curriculum troviamo anche un’inchiesta per truffa all’Unione Europea sui rimborsi del cibo per celiaci, una denuncia per detenzione di stupefacenti, la condanna per l’aggressione a due giornalisti de L’Espresso, l’aggressione durante una manifestazione l’anno scorso e da gennaio sottoposto a sorveglianza speciale dopo la violazione delle disposizioni anti-pandemia e la pubblica istigazione a violarle durante varie manifestazioni pubbliche. Qualche giorno prima Castellino aveva organizzato una cena per violare il coprifuoco e istigare, ancora una volta, all’insurrezione. Una serata da lui stesso pubblicamente definita «di militanza».   

 

I MANIFESTI DI FORZA NUOVA PER ALMENO DUE MESI AFFISSI A VASTO

Un mese dopo il nostro precedente articolo  e, quindi, da almeno due mesi questi manifesti nella settimana che porta al 25 aprile sono stati ancora segnalati sui pannelli comunali vastesi e non solo. Perché alcuni di questi (e quindi legalmente sarebbero dovuti essere immediatamente rimossi) si trovano anche al di fuori degli spazi consentiti. La «mozione antifascista» votata e decantata nel 2018 confermano nei fatti che aveva ben poco valore concreto ed è stata dimenticata ed archiviata a Palazzo di Città. In questi casi ci si appella sempre al rispetto formale della legge, alla mancanza di presunti appigli (il coraggio dei partigiani? L’eroismo della Resistenza?) per poterli rimuovere.

Quei manifesti sono presenti da ormai oltre 60 giorni, un tempo che sarebbe più unico per raro per affissioni pubbliche. Ammesso che Forza Nuova a Vasto ha regolarmente pagato l’affissione perché dopo un’eventuale scadenza sono ancora lì? Possibile che in una città come Vasto non ci sono stati altri manifesti successivi (considerando anche l’ampia campagna auto celebrativa di Menna and co.)? Eventuale scadenza perché, come si può chiaramente vedere dalle foto pubblicate con quest’articolo e nel precedente, non compare nessun timbro della società concessionaria delle affissioni pubbliche. Come è possibile? Forza Nuova non ha pagato l’affissione? Perché?

Tante domande persistono, le settimane passano. E il silenzio diventa sempre più pesante da parte dell’amministrazione che celebra anche oggi la Resistenza e il coraggio dei partigiani, della sua ala sinistra rappresentata in giunta dall’assessore Paola Cianci (ex Rifondazione Comunista, ex Sel, oggi Art1-Mdp), dal Partito Democratico del capogruppo in consiglio comunale Marco Marra (ex Rifondazione Comunista, ex Sel, ex Art1-Mdp e oggi appunto PD) e dai rappresentanti locali dell’associazione che per statuto nazionale (e per il nome stesso) dovrebbe difendere e portare avanti gli ideali e la lotta antifascista. «Ricordiamo coloro che sono stati protagonisti della Resistenza – hanno dichiarato il sindaco Menna e l’assessora Cianci in occasione dell’evento per la Festa della Liberazione organizzato dalla locale sezione Anpi e dalla Consulta Giovanile – Il loro sacrificio deve essere da esempio soprattutto per le nuove generazioni». Non sappiamo fin dove anagraficamente arrivano le «nuove generazioni» citate da Menna e Cianci ma, mentre si ricorda l’eroismo dei partigiani di oltre 70 anni fa, di esemplare registriamo solo questi silenzi (da Palazzo di Città come da chi oggi ha organizzato la celebrazione) sui manifesti neofascisti in città così come, negli anni scorsi, sulla doppia presenza di Roberto Fiore.

Nelle celebrazioni vastesi spesso negli anni è stata ricordata la Brigata Maiella, la formazione partigiana abruzzese, unica ad esser stata decorata con la medaglia al valor militare ed insieme ad altre due quella con il più lungo ciclo operativo. Dopo la liberazione dell’Abruzzo la Brigata Maiella risalì la penisola fino a sciogliersi il 1° maggio 1945 ad Asiago. Insieme alle truppe polacche la mattina del 23 aprile entrò nella Bologna liberata. La stessa città dove il 1° maggio una formazione neofascista costituita da ex appartenenti a Forza Nuova – il «movimento nazionale patriota» - tenterà una nuova marcia su Roma. Parole d’ordine e obiettivi gli stessi da maggio dell’anno scorso, portare avanti propositi eversivi sfruttando l’emergenza sanitaria. Al centro delle marce ultras nere di fine maggio e inizio giugno scorso dei «Ragazzi d’Italia», fomentati e capeggiati proprio da Giuliano Castellino, e di altre manifestazioni successive a Roma e non solo.

Un ventre nero animato da anni da gruppi ultras di varie regioni, soprattutto di Lombardia, Piemonte (a partire da quella juventina, pesantemente infiltrata dalla ‘ndrangheta), Veneto e Liguria. Curve egemonizzate e sfruttate da neofascisti, mafie e varie organizzazioni criminali. Era un capo ultras laziale Diabolik Piscitelli, considerato uno dei principali protagonisti della scena romana. Al suo funerale parteciparono gruppi ultras dalla chiara appartenenza politica nera di varie regioni d’Italia. Anche da Chieti, la cui curva fu interessata un anno e mezzo da una maxi operazione contro il narcotraffico in città nel settembre di due anni fa. Una curva che molti vastesi dovrebbero ben ricordare dopo le violenze e gli scontri del 2016 e del 2017. Cinque anni fa furono danneggiati durante il lancio di pietre, bottiglie e bombe carta durante scontri tra le tifoserie teatina e vastese i balconi di alcune case, la vetrina di una palestra e persino il tettuccio di un blindato della polizia.  

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