Sanità: la difesa a parole e la continua catastrofe

CI PISCIANO IN TESTA E CI DICONO CHE PIOVE...

Sanità: la difesa a parole e la continua catastrofe

«Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive.»

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, 31 dicembre 2022

 

Queste parole, contenute nel discorso di fine anno del Capo dello Stato, dovrebbero essere incise sui muri degli ospedali delle nostre città. Ma purtroppo non le troveremo nè fuori (sulle pareti esterne che stanno cadendo a pezzi) e nè dentro i reparti delle strutture pubbliche nazionali (luoghi chiusi, depoteniziati e mortificati). Queste belle parole non esistono. Non ci sono nell'agenda della politica nazionale e locale. Nessuno se ne fotte della sanità pubblica, questa è la verità.

Cosa è stato rafforzato in questi anni? Le uniche azioni (milioni di euro) hanno interessato la sanità privata convenzionata. Quella che ciuccia le risorse al pubblico. Porre al centro la persona? Ma dove si trova questo "paradiso terreste"? Oggi il paziente, come persona, non esiste. Ovviamente con tutte le eccezioni. Esiste solo il profitto

La critica feroce è rivolta ad un sistema politico che, negli ultimi anni, ha scientificamente ridotto all'osso il servizio sanitario pubblico. La persona è trattata come una merce. Il guadagno è l'unica stella cometa, seguita dai "Re magi" di turno. Coloro che, come diceva qualcuno più colorito di noi, fanno i froci con il culo degli altri. E chi sono questi prenditori del terzo millennio? Quelli che riescono ad utilizzare le risorse pubbliche per dirottarle nel privato. Sono dei veri e propri specialisti.

Noi non abbiamo nulla contro il privato convenzionato. Quest'ultimo deve sostenere il pubblico e non sostituirsi totalmente ad esso. Gli ospedali non sono delle aziende (già il nome "Azienda Sanitaria" stride con tutto il resto); con la salute dei cittadini non si può pensare al profitto. Ma questo concetto è ormai superato.

Nemmeno l'emergenza internazionale legata al Covid e alle sue varianti (con tutti i morti causati) ha cambiato il percorso intrapreso da diverso tempo. 

La sanità ha dimostrato tutta la sua impreparazione, tanti proclami sono stati fatti durante la fase più acuta. E oggi cosa è cambiato?

Nulla. La situazione è, ormai, sfuggita di mano. E le parole non servono più. Un plauso va sicuramente fatto al Presidente della Repubblica. Ma caro Mattarella, con questa gentaglia, serve ben altro. Serve coraggio. Non è nelle tue prerogative?

 Allora questo Paese, per evitare di sprofondare nel suo bel mare, ha bisogno di un nuovo Pertini. Per fare una inversione a "U", per cacciare dal Tempio tutte questi mercanti, per iniziare un lungo percorso. Per applicare, finalmente, l'art. 32 della Costituzione italiana (sempre citata, anche da Lei, signor Presidente, e mai pienamente applicata).

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.»

 

 

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