Suprematisti e neofascisti si armano anche in Italia

Non solo Conings in Belgio. Nelle scorse settimane è partita da L’Aquila una maxi operazione nazionale contro l’estremismo neofascista. Per la seconda volta in meno di dieci anni l’Abruzzo si è rivelata base di chi voleva ricostruire organizzazioni armate neofasciste. Già a Savona era stato arrestato un suprematista all’inizio di quest’anno.

Jurgen Conings è il militare vicino ad ambienti di estrema destra ricercato da settimane in Belgio, indagato per terrorismo e che sta minacciando la vita di uno scienziato ed altre personalità pubbliche. Come abbiamo raccontato in questi giorni sta accadendo nel cuore dell’Europa ma non interessa minimamente il pubblico italico. Eppure sono dinamiche, fatti, minacce eversive a cui l’Italia non è estranea. Lo dimostrano le minacce di morte neofasciste e negazioniste dell’attuale emergenza mondiale, gli attentati contro un hub vaccinale a Brescia e l’Istituto Superiore di Sanità dei mesi scorsi. E alcune inchieste di questi primi mesi del 2021.

A Gennaio è stato arrestato a Savona un «suprematista bianco», erano le settimane dell’assalto a Capitol Hill durante la proclamazione a presidente degli USA di Biden, che prospettava violenze e attentati eversivi. E non è stato l’unico in questi primi cinque mesi. L’ultimo è dello scorso 22 maggio. «Uso della violenza come metodo di lotta politica e diffusione online di materiale che incita all'odio ed alla discriminazione razziale, etnica e religiosa» - ha riportato il comunicato diffuso dalla Polizia di Stato – sono stati al centro delle 25 perquisizioni in diciotto città italiane nei confronti di appartenenti al movimento politico «Ultima Legione». Operazione Nobis, guidata dalla questura di L’Aquila con il coordinamento della locale Procura, della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e della Direzione centrale della polizia di prevenzione che ha interessato anche Milano, Como, Chieti, Verona, La Spezia, Genova, Pescara, Terni, Macerata, Piacenza, Modena, Vicenza, Lecce, Fermo, Roma, Cosenza e Venezia. La Roma dove i neofascisti ripetutamente sono scesi in piazza in questi anni, con manifestazioni violente come quelle degli ultras dell’anno scorso, in Abruzzo Pescara e Chieti, città dove nella curva ultras abbiamo avuto manifestazioni con neofascisti e una maxi operazione contro un vasto giro di spaccio, la Macerata della strage razzista del 2018, la Verona dove l’intreccio tra neofascismo, ultras e mafie è emerso varie volte negli anni, Como dove neonazisti anni fa irruppero all’iniziativa pubblica di un’associazione solidale. E l’elenco di fatti e vicende potrebbe continuare ovviamente.   

«Attraverso scatti fotografici, dichiarazioni e documenti diffusi online tramite le piattaforme di messaggistica digitale WhatsApp e Telegram e su pagine social più noti come Facebook e VKontakte, gli investigatori hanno potuto dimostrare come alcuni appartenenti, definendosi apertamente “fascisti” denigrassero esplicitamente i valori della Resistenza e della Costituzione italiana con espressioni dispregiative. Nel corso dell’indagine gli investigatori hanno analizzato anche le riunioni organizzative e di propaganda promosse dal movimento politico in occasione delle commemorazioni di Benito Mussolini che si svolgono a Predappio (Forlì Cesena)» riportano gli investigatori che hanno sottolineato che è emersa «una esplicita ideologia comune tra gli appartenenti ad incitare la violenza come unico metodo politico, anche con l’uso delle armi, negare la Shoah, esaltare le cosiddette leggi razziali contro il popolo ebraico, persone di diversa etnia di provenienza, ed islamici». Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Cafiero De Raho ha definito «Ultima Legione» una «organizzazione di estrema destra, violenta e che intendeva ricostituire il partito fascista con manifestazioni antidemocratiche, incitazione alla discriminazione e alla violenza, propagando la negazione della Shoah» all’interno di un «percorso di particolare pericolosità» con l’obiettivo «di eliminare l’ebreo dal mondo». Il movimento eversivo neofascista propagandava una lettura complottista e negazionista soprattutto contro migranti e l’attuale emergenza pandemica mondiale, un appartenente al movimento commentò le immagini dei mezzi utilizzati dall’esercito l’anno scorso per spostare le bare dei morti del nuovo coronavirus esaltando i forni crematori con chiaro riferimento ai lager nazisti. 25 Aprile la «fine di una libertà e l’inizio di una prigionia», la Costituzione italiana «una puttanata» e «prostituzione», «le armi si trovano, si trovano», «elimina l’ebreo e il mondo diventa migliore almeno  un po’» alcune delle frasi intercettate dagli inquirenti.

Le indagini hanno preso avvio nel 2019 in Abruzzo, L’Aquila base fondamentali del movimento con Milano. Per la seconda volta in meno di dieci anni è stato quindi scoperto e sgominato un movimento neofascista, con finalità eversive e terroriste, nella regione adriatica. Negli stessi giorni dell’inchiesta «Mafia Capitale», allora definita fascio mafia dalla Procura di Roma, in Abruzzo fu smantellata un movimento ramificato in varie regioni (ma che nella regione aveva la sua base ed era nato) che puntava alla ricostituzione di Ordine Nuovo, l’organizzazione neofascista sciolta nel 1973 dopo la condanna di 30 dei suoi dirigenti per ricostituzione del Partito Nazionale Fascista, alcuni militanti coinvolti a vario titolo nelle indagini per le stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia (su cui nel processo intervennero prescrizioni e assoluzioni), di Bologna e di Peteano. Ideologo fu considerato un ex combattente della Repubblica Sociale Italiana ed esponente di spicco di Ordine Nuovo sin dagli Anni Cinquanta. Nelle intercettazioni emerse l’intenzione di compiere stragi «vanno colpite banche, prefetture, questure, uffici di Equitalia, con i dipendenti dentro», «è arrivato il momento di farlo, ma farlo contestualmente. Non a Pescara e poi fra otto mesi a Milano», «poi credo che la via dell’Italicus sia l’unica percorribile» in cui «la via dell’Italicus» evocò il ripetersi dell’attentato compiuto la notte del 4 agosto 1974 sul treno Roma-Monaco di Baviera, “1-10-100-1000 Occorsio” (magistrato assassinato il 10 luglio 1976 da Ordine Nuovo).

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