«ACCIAIERIE ILVA: IERI CHIAMATI AD ESPRIMERSI ANCHE GLI STATI MEMBRI DELL’UNIONE EUROPEA”»

L'INTERVENTO DEI GENITORI TARANTINI. «Ieri la Cancelleria della Corte di Giustizia dell’Unione Europea con sede in Lussemburgo, ha formalmente comunicato agli avvocati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni, difensori nella class action inibitoria promossa contro l’Ilva da dieci nostri associati, tra cui anche una madre nell’interesse del figlio minore, che la Corte medesima ha notificato agli organi dell’Unione Europea, a tutti gli Stati Membri, nonché alle parti del giudizio, l’ordinanza contenente domanda di rinvio pregiudiziale interpretativo, sollevata dal giudice adito, cioè il Tribunale di Milano, sezione specializzata imprese (presidente Angelo Mambriani, giudici a latere Maria Antonietta Ricci e Alima Zana), in accoglimento di una delle specifiche istanze dei ricorrenti.»

«ACCIAIERIE ILVA: IERI CHIAMATI AD ESPRIMERSI ANCHE GLI STATI MEMBRI DELL’UNIONE EUROPEA”»

Secondo il regolamento che disciplina il procedimento dinanzi alla Corte Europea tutti i soggetti destinatari della notifica, compreso il Governo Italiano, hanno il termine improrogabile di due mesi e dieci giorni per intervenire, presentando le loro osservazioni per iscritto.

 

Le questioni pregiudiziali che il giudice italiano ha sottoposto all’esame della Corte UE riguardano tre punti:

 

se sia legittimo o meno che le prescrizioni contenute nell’AIA (autorizzazione integrata ambientale) vengano rilasciate tenendo conto solo di alcune sostanze tossiche emesse dagli impianti, invece di tutte;

 

se sia legittimo o meno che l’AIA non contenga alcuna prescrizione conseguente alle valutazioni del danno sanitario causato alla popolazione;

 

se sia legittimo o meno che i termini di adempimento alle prescrizioni dell’AIA siano stati più volte prorogati in contrasto con i termini imposti dal diritto comunitario, fino a raggiungere, al momento, circa undici anni dall’emanazione della Direttiva Europea Anti Inquinamento.

 

Ove la Corte di Giustizia UE ritenesse che la normativa italiana contenuta nei c.d. decreti salva ILVA sia, in tutto o in parte, contrastante con le Direttive Europee, anche per il solo ritardo di ottemperanza, ne seguirà, come espressamente motivato dal Tribunale di Milano, l’accoglimento delle domande inibitorie proposte dai nostri associati innanzi alla magistratura italiana, e cioè la chiusura o, quantomeno, il fermo, degli impianti.

 

Ci sembra, pertanto, alquanto fuorviante che il Governo si ostini a convocare tavoli con l’impresa e con i sindacati al fine di dirimere controversie fra loro insorte sulla gestione degli impianti e sulla crisi finanziaria in atto, come ampiamente riportato dai mass media in questi giorni, anziché prendere le doverose decisioni in merito al giudizio che si sta svolgendo dinanzi al giudice europeo.

 

Esso, come noi auspichiamo, sarà quello decisivo per porre fine alla sistematica violazione dei diritti umani, in atto da decenni, a Taranto e comuni limitrofi, come denunciato, nella relazione del 12 gennaio 2022, anche dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, che ha inserito Taranto tra le trenta “zone di sacrificio” più sfruttate al mondo dall’attività industriale inquinante.

E ha aggiunto che tali zone di sacrificio sono spesso create dalla collusione tra Governi ed imprese, con totale noncuranza della salute degli abitanti, trattati come persone “usa e getta”, al pari della loro salute e della salubrità ambientale!

Associazione “Genitori tarantini”

 

LEGGI ANCHE:

 

Taranto, la macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità 

 

«Presidente Mattarella a Taranto i bambini si ammalano e muoiono»

 

Acciaierie Italia twitta su Taranto 

«Presidente, non vogliamo più veder soffrire e morire i nostri figli»

Taranto: «Una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità»

   

Comitato per la salute e l'ambiente a Taranto: «il rapporto OMS costituisce notizia di reato»

 

Carbone avvelenato a Taranto

- TARANTO: dove sono finite le promesse di Emiliano?

 

Taranto, «le nostre ragioni sono e saranno più solide di quelle dell’acciaio»

 

Taranto, parla Erri De Luca: «La classe politica non è stata peggiore del suo elettorato»

Taranto: «i bambini sono vittime innocenti»

Il dramma di Taranto riguarda tutti noi

Video intervista all'operaio di Taranto licenziato

Ex Ilva. Per il sindacalista: «esiste un clima di terrore all’interno della fabbrica»

Vietato contestare: accade all'acciaieria di Taranto

Taranto, esplosione all'ex Ilva: «Abbiamo evitato la strage»

Taranto: il bavaglio ai lavoratori

- Ex Ilva, il TAR si pronuncia: «Impianti spenti entro 60 giorni in quanto fonte di emissioni»

Taranto tra morti e veleni

Taranto, una bara bianca per Federica

L'ennesimo accordo fra lo Stato e ArcelorMittal che fa tremare Taranto

Taranto avvelenata. Massimo Wertmuller: «alla politica manca una visione a lungo termine»

Taranto, i veleni e una politica che guarda altrove. Parla Massimo Castellana, associazione Genitori Tarantini

Taranto, le lacrime dei bambini pesano più della Terra intera

Taranto, non ci sono dubbi, è stata venduta alla grande industria