Dopo il rampollo del boss tutto tace oscenamente dopo il concerto del neomelodico

Fino a quando si continueranno ad accettare prepotenze, provocazioni indecenti e l’arroganza di questa gente a cui non va riconosciuta nessuna dignità?

Dopo il rampollo del boss tutto tace oscenamente dopo il concerto del neomelodico

Oltre due anni di pandemia, dal lockdown della primavera 2020 alle restrizioni successive, la crisi economica e sociale successivi stanno lasciando segni anche drammatici su larghi settori sociali, economici, su milioni di persone. Resi più fragili, indeboliti, impoveriti, smarriti. È la realtà che viviamo tutti ogni giorno. C’è chi invece ha, vigliaccamente, approfittato della situazione per rafforzarsi, conquistare nuovi spazi, egemonizzare e divorare interi territori.

Siamo stati tra i primi, nell’indifferenza e nella sottovalutazione generali, due anni a denunciare e documentare quel che stava accadendo e continuiamo costantemente a farlo. Sono i ventri oscuri della società, mondi criminali e violenti, prepotenti ed arroganti. La conquista di nuove piazze di spaccio, lo sfregio ad ogni regola di convivenza civile,  i fuochi d’artificio segnali di attività e avanzamenti criminali, le violenze sempre in crescendo in questi oltre due anni. Mentre i cittadini onesti e civili due anni fa erano chiusi in casa, mentre successivamente vivevano restrizioni alla socialità, sono diventati sempre più arroganti, spregevoli, prepotenti.

Di fronte tutto questo l’indifferenza, l’omertà vigliacca e complice, continuano a farla da padroni in troppi luoghi d’Italia. In Regioni come l’Abruzzo le voci dissonanti da questo coro muto, le coscienze civili che si ribellano, documentano e denunciano si contano sulle dita di mezza mano. Siamo tra queste e, nonostante tutto e di più continua ad essere accettato e “normalizzato”, continuiamo e continueremo a farlo.

Abbiamo ricordato nei giorni scorsi quanto i social sono luoghi di propaganda, ostentazione, di squallido e indegno scorazzare di certa gentaglia. Altrettanto accade con certe musiche, con certi “cantanti”. Anche questo l’abbiamo documentato e denunciato varie volte. Tra loro il neomelodico su cui ci siamo già soffermati in passato in questi articoli.

https://www.wordnews.it/niko-pandetta-il-neomelodico-che-difende-il-boss-inaugura-il-suo-tour-al-nord

https://www.wordnews.it/concerto-annullato-la-vittoria-dellinformazione

https://www.wordnews.it/la-storia-senza-fine-i-neomelodici

https://www.wordnews.it/continua-il-nostro-viaggio-tra-i-neomelodici

L’anno scorso è iniziato, tutt’ora in corso, un processo contro questo soggetto e un altro del suo stesso livello per minacce e diffamazione nei confronti della direttrice di MeridioNews Claudia Campese e della giornalista della stessa testata Luisa Santangelo a seguito della pubblicazione del reportage «Catania canta come Napoli». Pubblichiamo il link, con il preciso obiettivo di solidarietà alle giornaliste e rilanciare quanto documentato, https://catania.meridionews.it/articolo/61750/meridiotrotter-2-catania-canta-come-napoli-il-viaggio-nel-cuore-della-musica-neomelodica/ . Nell’inchiesta Santangelo fa riferimento a Pandetta dal minuto 2 e 31 secondi del video.  

L’ultima notizia pubblica su Pandetta è di alcuni giorni fa. «Neomelodici, lo show del trapper Pandetta ai 18 anni del nipote del boss di ‘ndrangheta» il titolo di quest’articolo https://palermo.repubblica.it/cronaca/2022/07/23/news/neomelodici_lo_show_del_trapper_pandetta_ai_18_anni_del_boss_di_ndrangheta-358915289/  su Repubblica Palermo di Alessia Candito, il sottotitolo è più che esplicativo di quanto accaduto: «Il nipote del boss catanese Turi Cappello in trasferta a San Luca per il compleanno dei responsabili della faida culminata con la strage di Duisburg. Al centro delle polemiche per la celebrazione musicale dello zio in carcere al 41bis, spesso di vede annullare le date. E attacca la polizia: "Io faccio musica, voi fate mafia"»

Tre anni fa Casalbordino ascese alle cronache nazionali per la presenza di Salvo Riina, il terzogenito di Totò Riina. A maggio di quest’anno Riina, sempre meno presente sui social dopo anni di attività frenetica, ha festeggiato lo sbarco del libro in cui celebra il padre e i suoi «insegnamenti» e «valori» in Gran Bretagna ed America del Nord. Ed è tornato il nome di Casalbordino, si è tornato a scrivere del suo soggiorno casalese. Le domande da noi poste più volte su quei mesi di cui ogni coscienza civile dovrebbe provare massima indignazione continuano a rimanere insolute. Le riproponiamo ancora una volta

  • Viste le dichiarazioni sulla stampa e sui social quale «nuova vita» ha mai proposto Riina jr?
  • Il tenore di vita, compresa la vacanza in un luogo extralusso, appare più che alto. Da quali entrate e quali ricchezze è permesso?
  • La casa editrice è fallita, chi stampa ora il libro e come è possibile che circolino nuove copie?  
  • La vicenda di Licata (di cui abbiamo parlato in vari articoli tra cui questo https://www.wordnews.it/il-figlio-del-boss-dei-boss-in-abruzzo-e-riina-diventa-un-brand ) di oltre due anni fa quali sviluppi ha avuto? E quali conseguenze e attenzioni sul periodo vastesecasalese del rampollo della riina family?
  • Quanto assidua la frequentazione con i personaggi ricordati in quest’articolo di Riina nel suo soggiorno abruzzese? Quali rapporti sono rimasti?
  • Visto il tenore di vita che appare dalle foto su facebook ed instagram (certamente ben pochi residenti in Romania possono pagarsi una vacanza in luoghi extra lusso a Valencia, in Spagna), il rampollo vorrà magari mai raccontare qualcosa di dove sono finiti e come si potrebbero rintracciare i capitali del padre?  
  • In un nostro articolo del gennaio 2020 pubblicammo la foto, in pieno Gomorra style, postata sulla bacheca facebook di Salvo Riina nel periodo casalese in cui campeggiavano la copertina del libro, altri oggetti, un paio di manette e quella che appare una pistola.  Era effettivamente una pistola? E, soprattutto, la foto era di repertorio o scattata in quei giorni?
  • «Salvo Riina ha ora aderito a un progetto per la realizzazione di casette in legno, dove i detenuti potranno incontrare le famiglie senza andare alla ricerca di bar o locali di fortuna – riportò un quotidiano abruzzese nel maggio di due anni fa quando il tribunale concluse la sorveglianza a Salvo Riina Ha anche scritto un secondo libro. Il volume è in fase di pubblicazione e presto verrà distribuito nelle librerie». In quelle settimane furono sbandierati e propagandati anche grandi progetti «solidali» che avrebbe portato avanti qui in terra d’Abruzzo. Di tutto questo non si ha più traccia, così come apparentemente sparito da Casalbordino la sua frenetica attività social è quasi cessata, come mai?

La propaganda a Casalbordino di Salvo Riina cessò dopo l’asta di una cover per cellulari con la copertina del libro. Scadenza il 19 luglio 2019 alle ore 16.35, pochi minuti prima dell’ora della strage di Via D’Amelio. Che fosse stata una coincidenza fortuita e non una voluta vergognosa scelta del terzogenito di Toto u curtu non lo crederemo mai. Ci indigna esattamente come i comportamenti e l’accoglienza che al rampollo fu riservata a Casalbordino da determinati ambienti. Tre anni dopo, la sera del 19 luglio, un nuovo sconcertante episodio. Che conferma e consolida il quadro descritto all’inizio e vede protagonista il neomelodico citato: concerto in un locale della riviera per un compleanno della famiglia che di quel ventre, quel mondo, quelle dinamiche che siamo tornati a documentare e denunciare in queste settimane e che facciamo dal primo giorno in cui siamo online. Sui social si trovano i video della serata, l’aria di festa, le risate e i balli, quanto l’esibizione ha entusiasmato e coinvolto. E la reazione generale, prima, durante e dopo, è stata la stessa di tre anni fa, la stessa degli anni di fronte ad ogni episodio e vicenda e che stiamo vedendo in queste settimane dopo i violenti fatti della notte tra il 10 e l’11 giugno. A tutto questo continuo e continuiamo a dire basta, ad indignarci, a non rimanere in silenzio. Arriverà mai il giorno della vergogna e dello spezzare quest’indegnità? Non ci si spera più da anni, da molto prima dei vergognosi mesi del 2019. Ma, proprio per questo, ancora più forte è la convinzione a non amalgamarsi, ad non omologarsi, a non essere vigliacchi complici.

In conclusione un’annotazione è doverosa. Nessuno ha avuto da ridire sull’esibizione di Pandetta ad un compleanno ben preciso, nessuno si è scandalizzato e preoccupato. Tutto normale, tutto accettato. Cosa che non accade nel lontano 2009. L’anno del terremoto a L’Aquila e dello spostamento del G8 in città. In quei mesi si stava avviando la mobilitazione per l’acqua pubblica culminata nel referendum di due anni dopo. A Vasto, Fossacesia e Casalbordino fui promotore ed organizzatore di tre incontri pubblici. A Casalbordino avvenne quello sull’acqua pubblica, tra i relatori un esponente istituzionale e un prete cattolico. Nella locandina c’era la scritta “Verso il G8”, esponenti istituzionali casalesi mi informarono che dopo la diffusione della locandina ci furono cittadini che contattarono forze dell’ordine allarmati perché sarebbero arrivati i black block, perché a loro dire ci sarebbero stati gravissimi problemi di ordine pubblico e di violenze. Ovviamente tutto falso, tutto squallidamente falso. L’incontro ovviamente si tenne e nulla di quanto questi leoni da telefonate paventano menzogneri. Indovina indovinello quanti di questi leoni (anche se dovremmo utilizzare probabilmente un altro termine che finisce per oni) hanno fatto altrettanto in occasione del concerto del 19 luglio (anniversario, lo sottolineiamo ancora una volta, della strage di via D’Amelio). Zero spaccato. A chi legge si lasciano i commenti, l’indignazione e la nausea hanno superato ormai ogni livello per trovare parole.

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