Sistemi criminali abruzzesi, gli affini dei Casamonica nella «suburra d’Abruzzo»/3

Alcuni recenti fatti di cronaca riportano all’attenzione quel che noi denunciamo da anni.

Sistemi criminali abruzzesi, gli affini dei Casamonica nella «suburra d’Abruzzo»/3
Un insulto contro Domenico Pettinari da lui denunciato su facebook, chi denuncia e combatte questi indegni e vigliacchi criminali viene insultato come

Il lockdown dei primi mesi del 2020 ci ha confermato la spregiudicatezza, la sfida alla civiltà e alla società, l’indegna e arrogante prepotenza dei sistemi criminali del «mondo di mezzo» d’Abruzzo.

E da Pescara fino al vastese lo hanno sfruttato per vigliaccamente rafforzarsi. L’abbiamo documentato e denunciato ripetutamente nella seconda parte di quell’anno, senza dimenticare che meno di un anno prima il rampollo di totò u curtu era qui presente a Casalbordino. Vantato, vezzeggiato, coccolato, omaggiato mentre continuava a far pubblicità al libro sulla sua famiglia e sul caro padre amorevole che gli ha donato sani principi. Questo, ripetutamente, sui social e non solo continuava a ripetere. Nel silenzio e nell’accettazione quasi generali.

Da qui, da quei mesi del 2020, ripartiamo per proseguire il nostro viaggio nella storia recente della Suburra d’Abruzzo.

Padre Pino Puglisi, il coraggio di chi ha combattuto la schifosa mafia e la connivenza dei mediocri

Padre Pino Puglisi e don Peppe Diana furono assassinati perché combattevano la mafia: si sporcarono le mani, costruirono un avvenire migliore per i giovani, per Casal di Principe e Palermo. Erano gli anni delle stragi e della trattativa Stato-Mafia, gli anni dell’anatema di Giovanni Paolo II contro la mafia. Li ricordiamo ogni anno mentre, nei luoghi più diversi, c’è chi tace e china la testa, chi convive con il marcio, coccola i mafiosi e quotidianamente opera nelle maniere più sconcertanti possibili.

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Rancitelli, i cittadini onesti e coraggiosi non si arrendono ad una violenta minoranza*

Dopo i raid delinquenziali dell’altra notte, lanciata una raccolta fondi in solidarietà a chi è stato colpito. E in questi mesi dal Comitato di Quartiere e non solo ci sono stati segnali positivi di un quartiere che non si arrende e costruisce reti sociali di speranza e civiltà.

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*altrove, più a sud, a partire dal vastese e dai violenti fatti della notte tra il 10 e l’11 giugno scorsi, quest’affermazione diventa una domanda. A cui vorremmo tanto avere una degna risposta …

Abruzzo, fiumi di droga a ciclo continuo

Due maxi operazioni anti-droga interregionali solo negli ultimi giorni. E i recenti dati del commissario nazionale anti racket e anti usura mostrano numeri in crescita in Abruzzo delle vittime

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Abruzzo, terra di realtà sottaciute che non devono avanzare con le nuove restrizioni contro la pandemia

Con le nuove disposizioni per fronteggiare la seconda ondata della pandemia sarebbe vergognoso e sconcertante se una «minoranza a cui non va neanche riconosciuta una dignità» la possibilità di rafforzarsi di nuovo e continuare sfrenata e senza nessun rispetto dell'emergenza e delle minime regole civili e sociali.

Quel narcotraffico che, egemonizzato da famiglie (ma, lo ripetiamo ancora una volta, forse sarebbe più giusto chiamarli clan) – Spinelli, Di Silvio, Di Rocco, Bevilacqua, Ciarelli, Guarnieri, De Rosa, e altri cognomi, s’intende non stiamo generalizzando su ogni persona che porta questi cognomi ma la realtà è evidente a chiunque non voglia essere pavidamente cieco - imparentate e collegate ai Casamonica e agli Spada di Roma ed Ostia, in affari con le mafie pugliesi e la camorra di origine campana, attraversa tutta la costa abruzzese dal teramano e Pescara, fino agli ultimi comuni prima del Molise ovvero Casalbordino, Vasto e San Salvo. Sistemi retti da gang violente, che impongono la loro presenza sentendosi padroni di tutto e di tutti.  

La fase 1 dell’emergenza, con il conseguente lockdown che tutti abbiamo cercato di rispettare, per loro – come denunciò la presidente del Comitato di Quartiere «Per una nuova Rancitelli» il 2 maggio e il 16 maggio  – non è mai esistita e hanno continuato con la loro arroganza e prepotenza come prima, se non più di prima. E la legalità, le regole della convivenza civile, l’onestà si sono ritrovati ad arretrare: queste gang familiari e delinquenziali hanno conquistato nuovo spazio, si sono sentite sempre più forti e guai se questo, nel silenzio delle tiepide case, nelle prossime settimane dovesse ripetersi. Sarebbe una vergogna devastante e terribile. […]di aggressioni e pestaggi violenti, anche solo per un presunto sguardo o semplicemente perché avevano voglia di picchiare qualcuno, soprattutto da parte degli esponenti alle gang familiari criminali già citate, è stracolma la cronaca di questi anni. Quella che la stampa ha avuto la possibilità di raccontare e anche, come già dall’inizio di quest’anno è stata denunciata qui, tanti altri episodi rimasti nell’ombra per la pavidità e la connivenza di troppi. Episodi nel vastese, soprattutto nel paese che l’anno scorso ospitò e coccolò il terzogenito di Totò Riina, ci sono stati segnalati anche negli ultimi mesi

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«Criminali e violenti non sono in zona rossa. Basta con questi vigliacchi violenti e prepotenti»

La ZONA ROSSA non ferma narcotraffico e violenze delle gang. Decimabis nel foggiano dovrebbe far riflettere profondamente anche l'Abruzzo. Sta tornando attivo il rampollo di boss che impazzava l'anno scorso e che, da come si evince dai social, potrebbe non aver mai spezzato i legami con l'Abruzzo.

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Basta chiudere gli occhi, i sistemi mafiosi e criminali non vanno mai in coprifuoco

LA PRESA DI POSIZIONE di Azione Civile: «Mafie, narcotraffico e violenze non si sono fermati durante il lockdown primaverile e proseguono in queste settimane di zona rossa. Da parte di personaggi e famiglie conosciute, alcuni dei quali l'anno scorso hanno incrociato il famoso rampollo di totò u curtu».

Hanno continuato a spacciare, ad intimidire, ad imporre la loro presenza violenta, prepotente e arrogante. Personaggi indegni e vigliacchi, collegati con le batterie e le famiglie foggiane, con la camorra e con i Casamonica di Roma. Che, non dimentichiamolo mai, sono originari di Campobasso e dell'Abruzzo. Come i Di Silvio, i Di Rocco, i De Rosa, i Guarniera, i Ciarelli e così via. Durante il lockdown sono sempre stati attivi, a Vasto, Casalbordino, nel teramano, tra Pescara e l’alto chietino varie volte le forze dell'ordine hanno stroncato giri di spacciatori. 

È recente la notizia che un personaggio in obbligo di dimora a Casalbordino, autorizzato a recarsi in Puglia per motivi personali, in realtà è tornato con anche un carico di droga. Negli stessi giorni a Francavilla e Giulianova nell’ambito di controlli del rispetto del coprifuoco serale e delle disposizioni anti-pandemia le forze dell’ordine hanno fermato varie persone per possesso di droghe. E sempre a Giulianova è emersa la terribile e disumana violenza che ha subito da parte di un appartenente al solito giro criminale già citato una disabile, rapinata e derubata più volte da chi ha approfittato del suo non potersi difendere. È il modus operandi vigliacco e violento che durante il lockdown, nella violenta estate (tra Pescara, Lanciano e alcuni episodi minori sappiamo essere avvenuti anche vicino Vasto) appena trascorsa e che da anni si ripete. Solo il 19 novembre  sono stati almeno tre i casi di controlli delle forze dell’ordine da cui è emerso che la violazione delle normative anti-covid erano funzionali a comportamenti illegali.

Questi criminali indegni, meschini e vigliacchi in quest’anno hanno cercato di alzare ancor di più la testa, violando ogni giorno il lockdown e ogni restrizione anti-contagio (arrivando anche a vantarsene sui social e non solo) per proseguire i loro sporchi traffici. I fuochi d’artificio ripetuti da Rancitelli al vastese sono uno dei simboli di questa loro arroganza criminale. Con l’attuale zona rossa, e la prospettiva di un ancora lungo periodo di lotta contro questa maledetta emergenza sanitaria, c’è il rischio che possano approfittarsene, sfruttare l’attenzione rivolta altrove e il nostro essere rispettosi di regole e leggi.

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Non si può ripartire senza spazzare via negazionisti e terrapiattisti sulle mafie in Abruzzo

Azione Civile Abruzzo: «Solidarietà al vice presidente del Consiglio Regionale Domenico Pettinari per le minacce mafiose ricevute».

Il narcotraffico è tra gli affari sporchi più importanti per i clan più diversi, dalla camorra (che tantissime inchieste hanno documentato ha riciclato e ricicla capitali sporchi) ai parenti dei Casamonica – ricordiamoli ancora una volta: Spada, Spinelli, Guarnieri, Di Rocco, De Rosa, Ciarelli, Di Silvio, Bevilacqua. Rappresentanti di sistemi criminali mafiosi – affiliati ai Casamonica egemoni nella criminalità mafiosa romana – violenti e prepotenti, attivissimi sempre nello spaccio e nell’usura così come nell’occupazione violenta da gang dei luoghi della socialità, bar, strade, piazze a Pescara come nel teramano e nell’aquilano e, ancor di più, in comuni come Vasto, San Salvo, Casalbordino ed altri nella provincia di Chieti. Le cronache, anche degli ultimi mesi, hanno riportato come continuino a spacciare senza sosta.

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Ripartenza, ma c’è chi non si è mai fermato. Quando si inizierà a preoccuparsi degli assembramenti criminali di gente senza dignità?

Associazione Antimafie Rita Atria-PeaceLink Abruzzo: «continuiamo ad indignarci e denunciare criminali e mafiosi senza nessuna dignità, bestie di ieri e di oggi, ovunque. Assembramenti che a noi ci fanno schifo e ribrezzo. Arriverà mai il giorno che saranno sentimenti diffusi?»

Personaggi a cui non va riconosciuta nessuna dignità che non hanno mai rispettato nessuna regola della civile convivenza, nessuna legalità, nessun interesse pubblico. Sono gli stessi che hanno sfidato la collettività e le istituzioni, e continuano a farlo, con scorribande, raid violenti, fuochi d’artificio ad ogni ora, che prima, durante e dopo i mesi di lockdown, zone rosse e confinamento più duri, sono sempre stati attivi ed egemoni nel narcotraffico, nel riciclaggio, nell’occupazione violenta e prepotente di case popolari, piazze, vie, ovunque. Sono gli stessi che, nelle scorse settimane, varie volte sono stati scoperti aver usufruito senza averne alcun diritto del reddito di cittadinanza. È successo ovunque, dalla Marsica al teramano fino al vastese, le cronache hanno segnalato vari casi a Vasto, Fossacesia e Casalbordino per esempio.

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Abruzzo, ricordiamo Paolo Borsellino e Rita Atria sempre aprendo gli occhi e denunciando ogni sistema criminale

Solidarietà al proprietario della pizzeria di Lanciano e al suo coraggio. Il suo esempio sia seguito da tantissimi altri, sostenuto da cittadini ed istituzioni e non cada nel silenzio e nell’assuefazione.

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