Sistemi criminali abruzzesi, gli affini dei Casamonica nella «suburra d’Abruzzo»/2

Alcuni recenti fatti di cronaca riportano all’attenzione quel che noi denunciamo da anni.

Sistemi criminali abruzzesi, gli affini dei Casamonica nella «suburra d’Abruzzo»/2

Nei giorni scorsi siamo tornati ad accendere i riflettori sul «mondo di mezzo» della Suburra d’Abruzzo, su quei sistemi criminali che seguono le stesse dinamiche violente, prepotenti, vigliacche, indegne, degli affini laziali. Ma qui, nella regione camomilla e nella provincia «piatta come uno sogliola», tutto passa e tutto scorre senza che ci sia nulla di paragonabile al lato sinistro dello Stivale. Sono dinamiche, reti, sistemi, che in questi oltre due anni tante volte abbiamo denunciato, documentato, analizzato, approfondito.

Partendo da recenti fatti di cronaca – ultimo in ordine di tempo nel momento in cui quest’articolo viene scritto il l’aggressione contro un pizzaiolo a Casalbordino «brutalmente aggredito» (parole testuali del sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci) la notte tra il 10 e l’11 giugno scorsi da «chi crede, con la violenza, di poter ottenere quello che vuole» (parole testuali della vicesindaca di Casalbordino Carla Zinni) – stiamo ripercorrendo le nostre pubblicazioni. Sottolineando quanto i nostri articoli, al netto di specifici dettagli di ogni avvenimento, descrivono perfettamente le dinamiche in corso e i moventi e il «ventre oscuro» (come lo definì anni fa Daniele Piervincenzi) di questo territorio. Un «ventre oscuro» che si è rafforzato, mostrando tutta la sua prepotenza e arroganza e lo sfregio, la sfida spregiudicata e indegna alla convivenza civile e alla società tutta, a partire dal lockdown di inizio 2020. Da qui ripartiamo nel nostro viaggio nella storia recente della Suburra d’Abruzzo.

Rancitelli, «la fase 1 non c’è mai stata». A Vasto BOMBA Covid19?

«Ci sentiamo abbandonati» denuncia la presidente del comitato di quartiere "Per una nuova Rancitelli" che torna a chiedere maggiore attenzione. Intanto nuova maxi operazione anti droga coinvolge la zona di Pescara e si segnalano emulazioni delle violazioni di ogni misura di sicurezza anche a Vasto. E da Rancitelli e Vasto alcuni per partecipare al funerale del 30 aprile di Campobasso da cui è scaturito il nuovo focolaio di covid19 molisano.

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Covid19, a Vasto e Rancitelli contagiati dopo il funerale a Campobasso

Il presidente della Regione Abruzzo Marsilio conferma pubblicamente che i 19 contagiati di Vasto hanno partecipato al funerale del 30 aprile a Campobasso. Rancitelli: durissima lettera aperta di Francesca Di Credico e don Massimiliano sulla situazione nella zona pescarese.

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Funerale Campobasso, contagi in tre comuni abruzzesi. Tentativi intimidatori a Rancitelli

Contagi dopo il funerale del 30 aprile a Campobasso a Vasto, Pescara e Lanciano. Nessuna zona rossa a Vasto ma sorveglianza rafforzata. A Rancitelli dopo la notizia del contagio striscioni intimidatori contro la stampa. Mentre degrado e criminalità rioccupano spazi.

dinamiche identiche a quelle che hanno portato i Casamonica (partiti tra l’altro da Campobasso e dall’Abruzzo) alla conquista di Roma: a Rancitelli e nella provincia teatina sono sempre attive altre famiglie (anche se probabilmente il termine più corretto sarebbe clan), imparentate e collegate tra loro, che egemonizzano traffico di droga, estorsioni, usura e altri reati violenti e feroci: Ciarelli, Di Silvio, Spinelli, De Rosa, Bevilacqua e altri a loro imparentati. esponenti di queste famiglie quasi a monopolizzare le cronache e le attività criminali.

Ben collegati con le reti presenti in Abruzzo, con la Capitale, le mafie pugliesi ed altri territori. Come abbiamo raccontato in questi mesi, anche durante il lockdown ci sono stati arresti per droga: il 21 aprile un arresto è avvenuto a Casalbordino, sono state diffuse solo le iniziali dell’arrestato ma D.R. riporta ad un cognome inequivocabile, quello della «famiglia» monopolista del narcotraffico paesano da decenni che è tra i citati in questo paragrafo.  

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Fuochi d’artificio diffusi in tutti i sistemi criminali

PRESENZA SUL TERRITORIO. Intervista a Leonardo Palmisano sui segnali che la criminalità organizzata trasmette con i botti. Spettacoli pirotecnici che durante il lockdown non si sono mai fermati. Segnalati a Bari, Pescara, Palermo, Napoli, Vasto e in altre città. Allarme sull’avanzare dello spaccio con conseguenze sociali devastanti.

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Prepotenza, violenza e crimini: Casamonica, Spada e sodali d’Abruzzo

PRIMA PARTE. La lettura integrale delle motivazioni della Cassazione sul «Mondo di Mezzo», la condanna degli Spada per la sparatoria del 2013, il ritorno in tribunale dei Casamonica autori dell’aggressione al bar alla Romanina, nuovi particolari sul funerale show dei Casamonica. Dinamiche comuni anche all'Abruzzo dove parenti e affiliati sono da sempre presenti, egemonizzano narcotraffico, usura, estorsione e racket vari. E impongono con la violenza la loro presenza nei territori. Maxi operazione contro il clan Senese: perquisizioni anche a L'Aquila e un arresto a Campo di Giove.

Il quadro delle ultime settimane si conclude, per ora, con il ritorno in aula dell’aggressione al Roxy Bar della Romanina del 1° aprile 2018: quel giorno un appartenente ai Casamonica e tre ai Di Silvio picchiarono il gestore che si era ribellata alla loro prepotenza prevaricante con la quale cercarono di imporre di essere serviti prima di tutti gli altri clienti, insultarono la moglie rumena e picchiarono con cinghie una cliente disabile.

Già nel dicembre di due anni fa la Corte di Cassazione ha riconosciuto l’aggravante mafiosa quando respinse il ricorso contro gli arresti. Per i tre Di Silvio, che avevano scelto il rito abbreviato, il 2 luglio la Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne.

I Casamonica provengono da Campobasso e dall’Abruzzo, mentre i Di Silvio animano costantemente la cronaca nera e giudiziaria della regione adriatica insieme ad altre famiglie imparentate e collegate con entrambe: Spinelli, De Rosa, Bevilacqua, Ciarelli e altri – come abbiamo già avuto modo di sottolineare in questi mesi – da Vasto a Casalbordino fino a Rancitelli a Pescara ed altri comuni hanno egemonizzato (o quasi) il traffico di droga, estorsione e usura e sono frequentemente autori di prepotenze, violenze e intimidazioni pubbliche con le quali impongono la loro presenza.

I contagi da covid19 a Vasto, Lanciano e Rancitelli, la spedizione violenta a Lanciano, i fuochi d’artificio su cui abbiamo ricevuto segnalazioni a Rancitelli, Vasto e Casalbordino sono solo alcuni degli ultimi segnali della loro presenza.

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Abruzzo, i focolai perpetui della violenza criminale

La notte da far west a Lanciano dello scorso 26 giugno è solo l’ultimo episodio della violenza criminale di alcune famiglie. Diverse delle quali imparentate e collegate ai Casamonica, egemoni nel narcotraffico, racket, estorsioni, usura e altri reati, che da decenni impongono con violenza e prepotenza da clan e gang da Pescara a vari comuni della Provincia di Chieti e nel resto della regione.

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Fuochi d’artificio, l’arroganza dei sistemi criminali

Continuano ad essere evidenti i segnali dei sistemi criminali da «Villa del Fuoco» (nota come Rancitelli) a Pescara e al vastese. Prima, durante e dopo il lockdown certe famiglie non si sono mai fermate, diventando sempre più arroganti e proseguendo i loro sporchi affari

Il lockdown e le fasi 1 e 2 dell’emergenza sanitaria per il narcotraffico e l’arroganza criminale non ci sono mai stati: da Vasto a Casalbordino, fino a Pescara e al teramano, ci sono state operazioni delle forze dell’ordine contro lo spaccio, a dimostrazione che il business non si è mai fermato e, anzi, nei mesi più bui della pandemia si è sentito ancora più padrone delle piazze e delle strade. Quanto documentato sulla pagina facebook «Case popolari» lo scorso 30 aprile, in pieno lockdown, rappresenta plasticamente tutto questo: un video in cui è ripreso il branco che ha terrorizzato, pestato e inseguito fin dentro l’androne di un palazzo una persona debole e inerme.

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Rancitelli, denunciare «una minoranza a cui non va neanche riconosciuta una dignità»

Dopo la riconsegna della casa popolare ad un’anziana signora in difficoltà economica a cui era stata estorta appello del Comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli».

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Grave atto intimidatorio a Rancitelli

Il comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli» denuncia: distrutti tutti i vetri dell’auto di un residente partecipante al comitato, già minacciato ed insultato nei giorni scorsi.

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Rancitelli: spezzare silenzi, indifferenze e indugi

In seguito al gravissimo atto intimidatorio perpetrato nei confronti di un attivista del comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli», intervengono l'Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink Abruzzo e Azione Civile Abruzzo.

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Abruzzo, la «regione camomilla» tra narcotraffico e colletti bianchi

Intervento dell'Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink Abruzzo su ultima relazione DIA tra inchieste su narcotraffico, colletti bianchi e pedopornografia e sullo sfruttamento della schiavitù sessuale nella regione.

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