Il filo rosso che collega gli «infarti» e i «suicidi»

Si arriva alla giornata del 17 marzo 2023 quando venne ritrovato morto di infarto, sembra naturale, Armando Palmeri. Casualmente anche lui aveva parlato di quei famosi rapporti tra mafia, servizi e parte dello Stato.

Il filo rosso che collega gli «infarti» e i «suicidi»

La morte del collaboratore di giustizia, Armando Palmeri, è solo l'ultimo caso strano di morte naturale. Si inizia da bandito Gaspare Pisciotta, braccio destro del bandito Giuliano e rivelatore della vera morte di Giuliano. È stato trovato morto in carcere da un caffè al cianuro.

 

Tornando ai giorni nostri si parte da Roberto Calvi, trovato morto impiccato sotto al Ponte dei Frati Neri sul Tamigi. Inizialmente ci fu una sentenza che lo dichiarava come suicidio poi fu indicato come omicidio ma ancora a carico di ignoti.

 

Un altro strano caso è quello del banchiere Michele Sindona. Due giorni dopo la sentenza che lo condannava all'ergastolo bevve un caffè al cianuro nel supercarcere di Voghera. Sembra che anche lui decise di mettere fine alla sua vita.

 

Nel 1993, nella notte tra il 28 e il 29 luglio, il boss di Altofonte, Antonino Gioè, fu ritrovato impiccato nel carcere di Rebibbia. Caso volle che stesse iniziando a parlare della commistione tra mafia e servizi segreti e sapeva la strategia politica presente dietro alle stragi. Tante erano le anomalie a cominciare dal corpo, ritrovato impiccato con i lacci delle scarpe nella cella in cui trascorreva la detenzione, quando quei lacci non avrebbero dovuto trovarsi in suo possesso. Per non parlare dei segni della corda sul collo, tendenti verso il basso e non verso l'alto (che fanno pensare più ad una corda tirata da qualcuno) o ancora la frattura delle costole lontano dalla zona cardiaca.  

 

Si arriva a Giovanni Aiello, chiamato Faccia da Mostro per via di un colpo di fucile arrivatogli al viso sfigurandolo, e componente della Polizia di Stato. È stato ritrovato, da incensurato, morto il 21 agosto 2017, anch’egli colpito da un infarto dichiarato subito naturale da due autopsie, e mai condannato ma riconosciuto da sempre come il ponte di collegamento di numerosi omicidi, tra cui quello di Nino e Ida Agostino, tra mafia e stato.

 

Si arriva alla giornata del 17 marzo 2023 quando venne ritrovato morto di infarto, sembra naturale, Armando Palmeri. Casualmente anche lui aveva parlato di quei famosi rapporti tra mafia, servizi e parte dello Stato.

 

Fino a che non si scoprirà la verità su queste morti non si può pretendere di trovare la verità su tutto ciò che lega l'evoluzione della mafia e i suoi rapporti con i gangli vitale della nostra nazione che dovrebbero essere legali.

 

 

 

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