Sanità Molise: «Siamo al collasso»

L'OPINIONE. «Colpisce, anche, l'assenza di una forza che voglia realmente portare avanti un'altra linea politica e la passività di una popolazione che si vede privata di un diritto universale e non riesce a reagire.»

Sanità Molise: «Siamo al collasso»

Colpisce l'indifferenza reale del mondo politico mentre assiste al disfacimento del sistema sanitario, in particolare quello regionale.

Molti anni fa parlai di cronaca di una morte annunciata per tutte le azioni messe in atto dalla politica regionale. Era ed è evidente che il sistema sanitario, da oltre 20 anni deve essere smantellato per cederlo al mercato privato e tutti i protagonisti, da Di Stasi ed Astore per passare a Iorio, Frattura, Toma, hanno perseguito e perseguono questo fine.

Iorio ha rottamato una intera generazione di medici mentre si era in pieno commissariamento, oltre ai vari accreditamenti fatti, creando, o accelerando, quel deficit di capitale umano che ora sta determinando il collasso del sistema.

Ora fa approvare una legge per il ripristino della rete ospedaliera. Ma la Regione Molise, essendo commissariata, non ha alcun potere di legiferare sulla sanità.

È una mossa preelettorale finalizzata a creare imbarazzo a Toma. L'assurdo è che dopo quel voto che sconfessa Toma, la sua giunta non va in crisi ma tutti continuano ad essere ben attaccati alle poltrone.

Ciò che poteva fare la regione era una commissione di inchiesta sull'origine e sul permanere del debito sanitario nonostante la chiusura di ospedali, servizi e la riduzione del capitale umano. Ma una simile commissione avrebbe messo in evidenza la melma che sottende tutto l'agire della politica.

Ora siamo al collasso. Anche ortopedia non può reggere in assenza di capitale umano ed esce sui giornali questo ulteriore affanno che già era stato evidenziato nell'assemblea di 5 giorni fa. Colpisce, anche, l'assenza di una forza che voglia realmente portare avanti un'altra linea politica e la passività di una popolazione che si vede privata di un diritto universale e non riesce a reagire.

Ormai il sistema è decotto ed il mondo politico vorrebbe prolungare l'agonia fino alle elezioni del 2023.

Che abbia il coraggio di una scelta chiara, almeno una volta, e si decida a chiudere queste strutture che diventano sempre più precarie e faccia il passo finale di cedere il sistema al privato convenzionato. Ci hanno messo 20 anni per fare questo e sarà difficile far passare questo sfascio come un evento naturale e non voluto.

Lucio Pastore

 

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