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B. al Quirinale? L’On. Napoli: «La destra italiana ha perso i suoi valori»

by Paolo De Chiara
18 Gennaio 2022
in L'Opinione
Reading Time: 54 mins read
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Siamo diventati un Paese dove di lotta alla mafia non se ne parla. Siamo diventati un Paese dove ci si dimentica di tutto quello che è successo. Chiaramente è un Paese che prende le distanze dalla mafia a parole ma che poi, in realtà, non la combatte.

 

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«Avevo da tempo chiuso con la Destra politica italiana, essendomi resa conto che aveva abbattuto tutti i valori etici e morali rispettati dai nostri Padri politici; oggi più che mai ne prendo ufficialmente le distanze e lo faccio per il rispetto che ho di me stessa e dei cittadini Italiani». Ecco il post dell’Onorevole Angela Napoli, pubblicato tre giorni fa sulla sua pagina Facebook. L’ex parlamentare calabrese, non candidata più dal suo ex partito perché troppo impegnata sul fronte della legalità.

Una donna dignitosa che ha impegnato la sua attività politica, soprattutto, nel contrasto al crimine organizzato. Per questo impegno ha subìto volgari e pericolose minacce da parte degli esponenti (vigliacchi e senza alcun onore) della criminalità calabrese. Il suo lavoro in commissione parlamentare Antimafia, prima da componente e poi da consulente, è agli atti.

 

Le sue denunce si possono leggere nelle sue interrogazioni, nelle sue interpellanze parlamentari, nei suoi interventi pubblici. Per cinque legislature ha rappresentato, sempre eletta con la destra italiana, la sua bellissima, ma difficile, terra (XII, XIII, XIV e XV legislatura con Alleanza Nazionale; XVI legislatura con Il popolo delle libertà, Futuro e Libertà, Gruppo Misto). È stata costretta a vivere con la scorta perché gli ‘ndranghetisti, soggetti senza alcuna dignità, avevano giurato di ammazzarla.

È diventata, nel corso degli anni, la nemica numero uno dei Mancuso di Limbadi, potente famiglia di ‘ndrangheta. Lei ha sempre mantenuto la testa alta. Ed è rimasta coerente. Nei giorni scorsi, dopo un lungo travaglio, ha preso definitivamente le distanze dalla destra italiana. La peggiore degli ultimi anni.

 

 

«Ho deciso definitivamente di rompere con la destra, anche perché era da due anni a questa parte che non recepivo più quei valori che ci avevano visti promotori di tante battaglie e, soprattutto, dal punto di vista etico e morale. Mi ero già allontanata. Avevo criticato anche determinate candidature, non alle ultime, ma alle scorse elezioni regionali in Calabria. Purtroppo le mie critiche si sono rivelate anche giuste, perché poi ci sono stati gli arresti. Già mi ero accorta che le cose non andavano. Poi, alle ultime regionali, avevo ufficialmente preso le distanze. Non ho partecipato assolutamente alle elezioni schierandomi con i candidati del centro-destra. Mi sono schierata dalla parte di De Magistris. Ho condiviso le sue battaglie quando è stato magistrato in Calabria. Alla luce della posizione che ha assunto tutto il centro-destra, quella che mi colpisce di più è quella della destra, in merito alle prossime elezioni per il Capo dello Stato. L’ufficialità di schierarsi dalla parte di Berlusconi mi ha fatto proprio dire addio. Questa non è la destra, questi non sono i nostri valori.»

 

 

Nel suo post lei aggiunge che questa destra “ha abbattuto i valori etici e morali”. Quali sono i valori etici e morali della destra?

«Innanzitutto i comportamenti legalitari. Il rispetto delle leggi e un’amministrazione pubblica all’insegna del rispetto della legalità. È dei giorni scorsi, forse se n’è parlato poco, l’arresto del vice-sindaco di Terracina di Fratelli d’Italia per reati non di poco conto. Io che vengo dalla scuola di Giorgio Almirante, sul quale si può dire qualsiasi cosa, ma va riconosciuto che era il primo a dire: “chi sbaglia deve pagare ma se sbaglia uno dei nostri deve pagare a maggior ragione, deve essere il primo a pagare”. Noi siamo andati sempre nelle piazze all’insegna delle mani pulite e del rispetto della legalità. Abbiamo sempre detto, quando non eravamo partito di governo, “metteteci alla prova”. Quando i cittadini ci mettono alla prova, all’insegna delle promesse che noi facciamo, poi non possiamo cadere in questi errori.»

 

Questa destra italiana, quindi, non rispetta la legalità?

«No, in buona parte no. Un valore che prescinde dal discorso della legalità è che la vera destra è politica nel rispetto dei cittadini e per i cittadini. Al servizio dei cittadini. Adesso, la destra italiana, è al servizio di se stessa.»

 

Oggi cosa rappresenta questa destra e da chi è rappresentata?

«È rappresentata da gente che passa tranquillamente da uno schieramento politico all’altro, non per valori ideologici o per scelta ideologica ma solo perché in questo momento la destra è in ascesa. Quindi lo fa per opportunità politica, per avere cariche. Chi in questo momento sta governando nella destra lo sta facendo solo ed esclusivamente per ragioni di “poltronificio”, per garantirsi posti. Non lo fa nell’interesse dell’Italia. Pur avendo fatto parte della stessa coalizione, non dello stesso partito, non sono mai stata una berlusconiana. L’ho sempre criticato, ho preso adeguatamente le dovute distanze. Adesso siamo di fronte ad un fatto estremamente importante. Il Presidente della Repubblica, che rappresenterà tutto il Paese, è anche il presidente del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura, nda). Questo non va dimenticato. Non posso assolutamente condividere. Saranno strategie, sarà quello che vogliono. Non mi interessa. Non posso assolutamente accettare che la destra proponga un personaggio come Berlusconi a Capo del nostro Paese. Il solo fatto che l’abbia proposto è sbagliatissimo. Non ci possiamo fare ridere dietro. È assurdo, è assurdo.»

 

 

Lei ha avuto modo di conoscere quel personaggio. Cosa ricorda dell’ex cavaliere?

«Lo ricordo male. Da subito ho preso le distanze, anche quando era al Governo. Non dimentichiamo che appena c’è stata l’opportunità, che c’era stata data, a suo tempo, da Fini, di allontanarci da quello schieramento sono stata tra le prime. Nonostante ci fossero, in quel momento ministri dello stesso partito. La stessa Meloni, Gasparri, La Russa. Tutti ministri con Berlusconi. Ecco perché sono rimasti da quella parte. Sono stata tra le prime a prendere ufficialmente le distanze che avevo preso anche votando, a volte, da sola, pur appartenendo allo stesso partito politico, contro determinati provvedimenti. Quelli, soprattutto, che riguardavano la giustizia, le autorizzazioni a procedere che erano state chieste in quel periodo contro parlamentari di Forza Italia. E poi il suo comportamento…»

 

Che tipo di comportamento?

«Non è che abbia fatto mai delle scelte utili per il Paese. Solo scelte fatte per utilità personale. Io, di destra, come faccio a chiedere che mi rappresenti una figura come questa. Ho chiuso definitivamente, non è la destra che mi rappresenta.»

 

 

Lei ha avuto una importante esperienza all’interno della commissione parlamentare Antimafia. In questi giorni molti dimenticano, o fanno finta di dimenticare, i legami tra Berlusconi e Marcello Dell’Utri (fondatore del partito Forza Italia, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa) e i legami tra Berlusconi e Cosa nostra. Tutto questo potrebbe creare dei problemi ad un personaggio che aspira a diventare Capo dello Stato o siamo diventati un Paese che ingoia di tutto?

«Purtroppo siamo diventati un Paese che ingoia tutto, un Paese che dimentica facilmente tutti coloro che sono stati uccisi dalle mafie. Un Paese che ricorda solo il giorno del loro anniversario mancando assolutamente di rispetto. Siamo diventati un Paese dove di lotta alla mafia non se ne parla. Siamo diventati un Paese dove ci si dimentica di tutto quello che è successo. Chiaramente è un Paese che prende le distanze dalla mafia a parole ma che poi, in realtà, non la combatte. Il fatto stesso che oggi vengano proposti come Presidente della Repubblica anche figure come l’attuale ministro della Giustizia mi fa capire molte cose. Mi dispiace che sia donna perchè mi piacerebbe tanto vedere un Presidente della Repubblica donna in Italia. Ma una donna al servizio del Paese. Le ultime posizioni dell’attuale ministro Cartabia non mi danno speranza nella lotta alla mafia.»

 

Nemmeno questo Governo si sta occupando della lotta alle mafie.

«No, infatti. Non c’è più la lotta alla mafia. Tutte le posizioni sulla giustizia che si stanno assumendo, con la scusa del richiamo europeo, sono una caduta libera rispetto alla lotta alla mafia.»

 

 

Esiste il rischio che Berlusconi possa diventare Capo dello Stato?

«Il rischio c’è. Tutti questi movimenti, queste telefonate, questi approcci possono far cadere qualche grande elettore. In questo momento dobbiamo anche pensare che la fine dell’attuale legislatura parlamentare vedrà molti degli attuali parlamentari non più rientrare in Parlamento, vuoi anche per la riduzione del numero dei parlamentari che ci sarà. È chiaro che se chi, come Berlusconi sta facendo, garantisce che la legislatura non terminerà con l’elezione del Presidente della Repubblica, se dovesse essere lui, ci sarà la garanzia di mantenere ancora per un anno l’attuale legislatura parlamentare. Molti lo faranno tranquillamente. Molti parlamentari si sentono anche liberi di prescindere dalle posizioni scelte dal partito di appartenenza. I franchi tiratori è facile trovarli in un clima quale quello attuale. Non me lo auguro, però è tutto possibile.»

 

In questi giorni si sta molto discutendo della compravendita dei parlamentari. In passato è già successo…

«È successo, è successo…»

 

…Lei è stata mai avvicinata da qualcuno? Durante la sua esperienza c’è stato qualche approccio?

«No, mai. Mi conoscevano bene e mi conosceva anche Berlusconi. La sera in cui si è votato contro di lui, quando poi è nato in seguito il governo Monti, era già ufficiale il nostro gruppo che si era schierato dalla parte di Fini e che avrebbe votato contro. Durante una pausa Berlusconi è salito tra i banchi del gruppo al quale appartenevo, si è soffermato con alcuni miei colleghi per cercare di deviarli dalla posizione che era stata assunta contro di lui. Da me è passato dritto. A differenza di molti non ho mai bussato alla sua porta.»

 

Ci troviamo di fronte ad un decadimento della politica in questo Paese?

«Non c’è dubbio. La politica non è più intesa come rispetto dei cittadini e servizio per i cittadini».

 

Questo è accaduto con l’avvento di Berlusconi?

«Non è solo responsabilità di Berlusconi. È la politica che è cambiata. Non dico che i politici di una volta fossero tutti “puri”. Però prevaleva il servizio per i cittadini, prevaleva la responsabilità. Oggi, purtroppo, registro che chi siede in Parlamento, e così man mano nelle varie assemblee d’Italia, non ha nemmeno più il rispetto dell’Istituzione dove siede. Non si rende conto. Diventa tutto più facile. Non si studia realmente il problema, la norma che si affronta. Non si fanno più le battaglie di una volta. C’è proprio uno scadimento della politica in generale.»

 

Questo scadimento della politica rispecchia il decadimento culturale di questo Paese?

«Non c’è dubbio. È la cultura che deve riprendere.»

 

Quale può essere l’identikit del prossimo Presidente della Repubblica?

«Una persona che sia al di sopra delle parti, che non sia ufficialmente schierato e che sia credibile. Una persona che dia dignità al nostro Paese. La figura del Presidente della Repubblica, di qualsiasi Paese, è estremamente importante se riesce ad avere dignità e rispetto anche nel contesto europeo e mondiale.»         

             

L'IMPEGNO DI ANGELA NAPOLI. LA NOSTRA INTERVISTA:

- «I Mancuso sono ‘ndranghetisti e massoni»

LEGGI ANCHE:

- Quirinale, i conti dei servi

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- Un Paese che ha bisogno di riscattarsi dal berlusconismo

- Elezione Presidente della Repubblica: «Non credo che la massoneria resti a guardare»

 

 



 

 

- Antoci: «Questo Paese non può permettersi B. come Presidente della Repubblica»

 

- Un gioco semiserio di fantapolitica

- Il 2021 della Giustizia: un anno al passato

- Lettera aperta a Silvio Berlusconi

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- Lui no, Berlusconi non può diventare Presidente della Repubblica

 

- L'INCUBO POTREBBE DIVENTARE REALTÀ

- BERLUSCONI AL QUIRINALE?

- La Fininvest di Silvio Berlusconi ha pagato Cosa Nostra ed è stata in rapporti con la mafia

 

– BACIAMO LE MANI/1^ parte

IL PAESE SENZA MEMORIA e SENZA VERGOGNA. Il Caimano torna di moda. Nel Paese orribilmente sporco arrivano proposte scellerate da parte di personaggi scellerati: non vedevano l’ora di riabilitare l’ex Cavaliere di Arcore. Una rovina per questo Paese, altro che statista. Quando ci libereremo politicamente di questi personaggi? Quando potremo chiudere una parentesi trentennale vergognosa? È un Paese alla rovescia: gli onesti diventano delinquenti e i delinquenti continuano a passare per martiri.

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2022-01-18 12:25:26

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Paolo De Chiara

FONDATORE e DIRETTORE WordNews.it - direttore@wordnews.it Giornalista Professionista, iscritto all’OdG Molise. Scrittore e sceneggiatore italiano. È nato a Isernia, nel 1979. In Molise ha lavorato con gran parte degli organi di informazione (carta stampata e televisione), dirigendo riviste periodiche di informazione, cultura e politica. Si dedica con passione, a livello nazionale, alla diffusione della Cultura della Legalità all’interno delle scuole. LIBRI: - Nel 2012 ha pubblicato «Il Coraggio di dire No. Lea Garofalo, la donna che sfidò la ‘ndrangheta» (Falco Ed., Cosenza); - nel 2013 «Il Veleno del Molise. Trent’anni di omertà sui rifiuti tossici» (Falco Ed., Cosenza, vincitore del Premio Nazionale di Giornalismo ‘Ilaria Rambaldi’ 2014); - nel 2014 «Testimoni di Giustizia. Uomini e donne che hanno sfidato le mafie» (Perrone Ed., Roma); - nel 2018 «Il Coraggio di dire No. Lea Garofalo, la donna che sfidò la schifosa 'ndrangheta» (nuova versione aggiornata, Treditre Ed.); - nel 2019 «Io ho denunciato. La drammatica vicenda di un testimone di giustizia italiano» (Romanzi Italiani, finalista del Premio Internazionale “Michelangelo Buonarrori”, 2019). Dal romanzo «Io ho denunciato», nel settembre del 2019, è stato tratto un corto e un medio-metraggio (CinemaSet, vincitore Premio Legalità, Fiumicino 2019). È autore del soggetto e della sceneggiatura del corto e del medio-metraggio «Io ho denunciato. La drammatica vicenda di un testimone di giustizia italiano», 2019 (Premio Starlight international Cinema Award, 77^ Mostra del Cinema di Venezia, settembre 2020). - nel 2022 «UNA FIMMINA CALABRESE» (Bonfirraro Editore). - nel 2023 «UNA VITA CONTRO LA CAMORRA» (Bonfirraro Editore). - Ha collaborato con CANAL+ per la realizzazione del documentario Mafia: la trahison des femmes, Speciàl Investigation (MagnetoPresse). Il documentario è andato in onda in Francia nel gennaio del 2014. Premio "Giorgio Mazzanti", San Salvo, 31 luglio 2025. Premio giornalistico letterario "Piersanti Mattarella", Roma, 30 novembre 2024. Premio Adriatico, «Un mare che unisce», Giornalista molisano dell’anno, Guardiagrele (Chieti), dicembre 2019. Premio Valarioti-Impastato, Rosarno (RC), maggio 2022. Premio Carlo Alberto Dalla Chiesa, San Pietro Apostolo (Catanzaro), agosto 2022. FONDATORE e PRESIDENTE di Dioghenes APS - Associazione Antimafie e Antiusura (dioghenesaps.it) - Ideatore, nel 2022, del Premio nazionale Lea Garofalo (giunto alla IV edizione). - Ideatore, nel 2025, del Premio nazionale Letterario e Giornalistico Pier Paolo Pasolini - www.dioghenesaps.com -- paolodechiara.blog

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