La supercazzola dei mega-cazzari molisani sulla Sanità pubblica

L'OPINIONE. «Se nonostante la chiusura di ospedali e servizi, la riduzione del personale il debito è sempre presente, qualcuno ci vuol dire dove finiscono i soldi della Regione Molise?»

La supercazzola dei mega-cazzari molisani sulla Sanità pubblica

Sento parlare dei vantaggi che le strutture private determinano in Regione con la mobilità attiva. In pratica ci vogliono far credere che questa sarebbe un vantaggio per i pazienti molisani. Le strutture private possono richiamare pazienti da fuori regione perché hanno posti pubblici convenzionati che utilizzano a questo fine. Ma quei posti pubblici vengono sottratti ai bisogni dei pazienti molisani che sono costretti a stazionare per giorni nei pronto soccorsi o attendere tempi biblici per ricoveri e prestazioni.

Da qui viene l'esigenza di migrare fuori regione, mobilità passiva, per potersi curare.

Il guadagno della mobilità attiva, fatta con posti pubblici convenzionati sottratti ai bisogni dei pazienti molisani, va in gran parte in profitti per quelle strutture private. Non si comprende quale vantaggio ha la popolazione molisana, come si cerca di pubblicizzare, con questa mobilità attiva.

Ma se fossero veri questi vantaggi, perché la sanità molisana è così disastrata?

Se nonostante la chiusura di ospedali e servizi, la riduzione del personale il debito è sempre presente, qualcuno ci vuol dire dove finiscono i soldi della Regione Molise?

Perché nessuno vuole una seria commissione di inchiesta che chiarisca l'origine del debito ed il permanere dello stesso nonostante tutte le chiusure di strutture e la mancanza di personale?

Il servizio sanitario dovrebbe essere organizzato per dare risposte ai bisogni dei cittadini e non dovrebbe essere piegato a ragioni di profitto. La privatizzazione del sistema sta determinando un disastro sociale e sarebbe opportuno che tutti aprissero gli occhi prima di perdere completamente questo diritto fondamentale che è un bene comune. 

La salute non è una merce ma è una esigenza fondamentale e non può essere messa sul mercato per fare profitto.

Lucio Pastore, primario PS Ospedale Veneziale di Isernia

 

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