Quei milioni di dollari su quante lacrime, stupri, abusi, sofferenze sono stati accumulati?

PRIMA PARTE/È notizia recente l’incendio che ha distrutto la mega villa del proprietario di PornHub. Una notizia passata sotto silenzio in Italia, esattamente come tutte le denunce della realtà che si nasconde dietro milioni di video trafficati su quella e altre piattaforme: stupri virtuali e carnali, abusi, pedopornografia, violenze di ogni tipo.

Quei milioni di dollari su quante lacrime, stupri, abusi, sofferenze sono stati accumulati?
copertina petizione per oscuramento in Italia di pornhub

Incendio distrugge la villa da 19,5 milioni di dollari del proprietario di Pornhub: neanche 80 pompieri sono riusciti a salvarla. Questa in sintesi la notizia degli ultimi giorni del mese scorso. Passata in quasi totale silenzio in Italia, Paese sempre attento a quel che succede oltreoceano e alle vicende dello star system e di veri o supposti vip a stelle e strisce. Indifferente questa volta. Pochi hanno battuto la notizia, in alcuni casi con titoli ammiccanti e ironici. 19,5 milioni hanno fatto sorridere e suscitato ilarità, anche simpatia visto il settore – sostenuto e difeso da tantissimi in maniera più o meno diretta – del proprietario della villa.

Negli Stati Uniti e in alcuni Stati europei ha scatenato un terremoto l’inchiesta del 14 dicembre scorso pubblicata dal New York Times sulla realtà che permette a PornHub (ed altre piattaforme) di prosperare e arricchire. In Italia invece un silenzio che puzza di omertà e complicità ha coperto tutta la vicenda. Pornhub ha perso negli USA, e non solo, sponsorizzazioni, ci sono società che hanno bloccato l’uso delle carte di credito da loro prodotte per acquistare video. Neanche oltre 21.000 firme a sostegno della petizione online «per chiedere l’oscuramento del sito porno che guadagna con gli abusi dei bambini» ha smosso l’opinione pubblica e il dibattito mediatico-politico. Petizione che è ancora possibile firmare e far firmare online qui https://www.provitaefamiglia.it/petizione/firma-per-chiedere-loscuramento-del-sito-porno-che-guadagna-con-gli-abusi-sui-bambini . Quanto denuncia già il titolo di questa petizione è una delle realtà dietro Pornhub documentata dal New York Times come abbiamo già riportato in un articolo del 13 febbraio scorso, «Bambini abusati la cui vita è stata rovinata», molti hanno tentato il suicidio. Alcuni «ci sono riusciti». Una realtà pedocriminale che dovrebbe far sanguinare il cuore, spezzare il fiato, rendere impossibile il sonno, imporre a tutte e tutti una mobilitazione permanente. Tre mesi dopo invece nulla di tutto questo.

Don Fortunato Di Noto (Meter) è tra coloro che hanno promosso la petizione contro il «reale abuso dei minori, milioni e milioni di bambini abusati, seviziati, violati. Una tragedia sotto i nostri occhi, reazione tenue e blanda». «Chi sono i bambini violati, a chi appartengono, sono stati individuati, hanno ottenuto giustizia, accoglienza, cura, riparazione per il danno subito? – le domande che dovrebbero pesare come macigni sulle coscienze di ognuno di noi che pose già a dicembre scorso - PornHub e altri, oltre a rimuovere, hanno consegnato i milioni di video alle autorità giudiziarie competenti? Hanno fornito, non tenendo conto della privacy (una vergogna per chi avanza questa tutela degli utenti che compiono reati!), chi ha acquistato i video e o chi caricato i video? Si potrebbero individuare anche gli autori dei reati sessuali sui minori? Dobbiamo reagire, molto. Del resto, chi controlla i controllori?». Quanta indifferenza, complicità e connivenza mediatica e pubblica resiste, nonostante l’orrore che emerge ogni giorno, don Fortunato lo ha denunciato con forza anche nella videointervista che ci ha concesso e abbiamo pubblicato in quattro parti nelle scorse settimane.

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