«Emerge una enorme diffusione di immagini online di abusi sessuali su minori»

PRIMA PARTE. Dopo la maxi operazione internazionale «Luna Park» contro la pedopornografia online abbiamo intervistato la deputata Carmela Grippa, componente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza che ci conferma l’aumento degli ultimi anni e sottolinea un dato agghiacciante: «Il primo accesso dei minori alla pornografia online è stimato fra gli 8 e i 12 anni».

«Emerge una enorme diffusione di immagini online di abusi sessuali su minori»
Carmela Grippa

«Luna Park» è la maggiore operazione contro la pedopornografia online recente, i numeri dei gruppi sulle piattaforme di messaggistica e dei soggetti coinvolti in Italia, in altri Stati europei e anche extra europei sono altissimi: sedici le associazioni criminali smantellate e oltre 140 i gruppi pedopornografici identificati, cifre che rendono l’idea «di quanti criminali si nascondano, purtroppo, dietro strumenti che possono apparire banali come delle chat» hanno sottolineato in una nota i componenti della Commissione Parlamentare Infanzia e Adolescenza del Movimento 5 Stelle.

«È fondamentale – evidenziano - non abbassare mai la guardia contro i reati più odiosi: quelli che coinvolgono i minori, i più fragili e più esposti» esprimendo il «plauso alle forze dell'ordine per il lavoro che hanno portato avanti e siamo certi che per le 432 persone, di cui 81 italiani, due dei quali, a quanto si apprende, promuovevano e gestivano gruppi pedopornografici, la giustizia farà il proprio corso».

Proteggere i ragazzi dalle insidie del web, puntare all’alfabetizzazione digitale dei genitori per fornir loro strumenti di protezione dei figli, secondo i parlamentari, è «un passo fondamentale per garantire a tutti un uso corretto della rete».

L’operazione «Luna Park» è partita da indagini della Polizia Postale di Milano ma ha coinvolto quasi tutte le regioni italiane, tra gli arrestati anche un cinquantaduenne già recluso nel carcere «Madonna del Freddo» di Chieti per reati specifici.

L’Abruzzo si conferma quindi pienamente coinvolta nei network criminali di ogni tipo, da porto d’approdo di mafie e riciclaggio di capitali sporchi, dal narcotraffico a reati abominevoli come la pedofilia. Una regione, come hanno denunciato a settembre scorso l’Associazione Antimafie Rita Atria e PeaceLink Abruzzo, troppo spesso «camomilla» nella «squallida, omertosa e sporca realtà di sistemi criminali che in questa regione hanno trovato una culla perfetta».  

Abbiamo intervistato la deputata Carmela Grippa, componente della Commissione Parlamentare Infanzia e Adolescenza del Movimento 5 Stelle sulle attività della commissione e su cosa emerge sulla pedopornografia online e non solo: «in sede di audizioni, è stato da più voci rilevato il trend in ascesa degli abusi sessuali su minori perpetrati online» ci ha sottolineato.

Il servizio Polizia postale e delle comunicazioni del Ministero dell'interno solo nel 2018, ci ha sottolineato durante l’intervista che ci ha concesso in questi giorni, ha inserito 2182 siti web su 33.086  monitorati nella blacklist dei siti vietati, indagando su 590 soggetti di cui 186 per reati connessi con l’adescamento online di minori.

L’anno scorso sono state 626 i soggetti denunciati per pedopornografia online e 37 gli arresti. «Il trend crescente – ci ha riportato Grippa - è risultato particolarmente evidente in relazione alla diffusione di materiale pedopornografico nel quale si è passati dai 40 minori vittime denuncianti del 2018 agli 81 del 2019 e dai 12 minori denunciati nel 2018 ai 62 del 2019, 386 i casi in cui minorenni hanno subito avances sessuali online, a seguito dei quali sono stati sottoposti a indagine 168 soggetti».

Desta particolare inquietudine il dato relativo all’età dei minori vittime: nel nostro Paese, emerge dalle indagini conoscitive della Commissione Parlamentare Infanzia e Adolescenza «il primo accesso dei minori alla pornografia online è stimato fra gli 8 e i 12 anni: dato cronobiologico impressionante se confrontato con il fatto che la completa maturazione cerebrale - in termini anatomo-funzionali - si completa intorno a 20/21 anni».

Tutte le indagini delle Forze dell’Ordine in questi anni hanno evidenziato il ruolo dei social e delle piattaforme di messaggistica. «Durante l’ultima indagine conoscitiva – ci ha riportato Carmela Grippa -  abbiamo appreso che dalle evidenze investigative è emerso l’intensificarsi dello scambio e della diffusione di immagini in rete, relative ad abusi sessuali su minori, attraverso applicazioni di messaggistica istantanea, o mediante il ricorso al cosiddetto “darknet” (reti nascoste o anonime), all’interno del quale si nascondono vere e proprie comunità virtuali e organizzate di pedofili».

Varie volte sono stati sollevati i riflettori sul ruolo, nello sfruttamento della tratta, di piattaforme come escort advisor, di recente pornhub è stata pesantemente contestata da un'inchiesta giornalistica negli USA perché consentiva la pubblicazione di video di revenge porn e pedopornografici. Quali dati ha la Commissione? Cosa emerge?

«La diffusione di immagini pedopornografiche avviene principalmente attraverso il file sharing, lo scambio di e-mail, l'utilizzo di chat room o di forum tematici. Importanti dati sul fenomeno sono stati forniti alla Commissione dal presidente di Meter don Fortunato Di Noto: nell'ultimo report è stato segnalato un numero di foto incriminate doppio rispetto al 2018 e un incremento anche nel numero delle chat. Dai grafici di geolocalizzazione emerge che Europa e America costituiscono la sede della maggior parte delle aziende cui sono riconducibili i server che permettono il funzionamento della maggioranza dei siti o piattaforme in cui si divulga materiale pedopornografico. Grande evidenza è stata posta alla dinamica per cui la tratta di esseri umani a scopi di abuso sessuale, principalmente canalizzata nello sfruttamento della prostituzione sia finalizzata in modo crescente anche alla diffusione di pornografia minorile online».

I dati dell’ultimo Report annuale sulle denunce di don Fortunato Di Noto e Meter li abbiamo riportati in quest’articolo del 2 ottobre scorso Pedopornografia, un orrore quotidiano

 

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