In Molise si voterà il 25 e il 26 giugno: continuate, oh molisani, a scegliere i peggiori...
ELEZIONI REGIONALI. La colpa di questo sfascio è addebitabile non solo a chi ha gestito la cosa pubblica in maniera squallida. Le responsabilità sono da assoggettare anche a una popolazione che, oltre a lamentarsi, non è mai riuscita ad incidere. I cittadini molisani non si sono mai ribellati, non hanno mai preteso chiarezza. Non hanno mai compiuto delle scelte degne per le Istituzioni.

Da qualche giorno conosciamo le date che darannno la possibilità al Molise, una delle Regiponi più piccole e inguaiate d'Italia, di cambiare la sua indegna classe dirigente.
L'attesa è spasmodica. Da una parte, quella partitita e movimentista, si stanno già organizzando le truppe cammellate, i sognatori del posto fisso e tutti coloro che attendono con ansia un posto in paradiso (visto lo stupendio mensile, la buonauscita e la pensione - senza contare tutti gli eventuali imbicci e imbrogli, che sono sempre dietro l'angolo per certa gentaglia).
Ovviamente non si tratta di fare di tutta una erba un fascio. Non fanno tutti schifo e questo lo sappiamo e lo ripetiamo. Ma gli innumerevoli esempi degli ultimi anni ci fanno propendere verso una situazione alquanto difficile e drammatica. Per gli elettori, per i cittadini. Loro (gli eletti), i cazzi propri, sono sempre bravi a tutelarli.
Le manovre partitiche, gli spostamenti, i cambi di casacca sono iniziati da tempo. Il posto fisso - al caldo e possibilmente con una macchina con autista - è la fissazione principale. Ognuno vuole poggiare il proprio culo flaccido su quelle calde e comode poltrone. Chi ha rappresentato una parte politica passerà nell'altra, chi ha fallito istituzionalmente continuerà ad aissare la bandiera della ipocrita incoerenza. Già qualcosa si sta registrando: dimissioni tattiche (con rumors legati all'impiego di parenti e comparielli), dichiarazioni scoppiettanti (senza senso logico), spostamenti strategici di chi non viene mai nominato (il Manzoni ha appreso molto dal Molise) ma tiene in mano l'ago della bilancia.
Tutto a vantaggio di una politica con la "p" minuscola che ha solo danneggiato questo territorio: dalla sanità alle infrastrutture, dalla fuga dei giovani al basso livello politico e culturale.
Ascoltateli, analizzate i loro discorsi. Emettono suoni inutili e sgradevoli. Scorreggiano in continuazione. Questi ventriloqui da quattro soldi, però, sono sempre stati scelti dai cittadini.
Il lamento e la mancanza di dignità.
Sull'altro versante ci sono gli elettori. Abbiamo già accennato agli eletti (con un breve passaggio, ci sarà tempo per continuare a ragguagliare i nostri lettori. Anche se in passato non sono mancati i nostri avvertimenti). La colpa di questo sfascio è addebitabile non solo a chi ha gestito la cosa pubblica in maniera squallida. Le responsabilità sono da assoggettare anche a una popolazione che, oltre a lamentarsi, non è mai riuscita ad incidere. I cittadini molisani non si sono mai ribellati, non hanno mai preteso chiarezza. Non hanno mai compiuto delle scelte degne per le Istituzioni. E lo sfascio è davanti agli occhi di tutti.
Siamo stati sGovernati dai peggiori e sempre i peggiori sono stati scelti per sGovernare.
Forse il sadismo fa parte della cultura di questa terra. Ora, dopo tanti danni registrati e acclarati, cari molisani continuate a votare perchè qualcuno vi continua ad offrire qualcosa in cambio.
«Ma chi dobbiamo votare. Io non ci vado proprio. Facessero quello che vogliono». Questo è il ritornello degli ultimi anni. Il leitmotiv scangherato e senza senso. E' vero, l'alternativa è scadente. Non basta ridurre il proprio emolumento e sventagliare l'assegno per dimostrare la propria onestà. Il Molise ha bisogno di gente competente. E per selezionare una classe dirigente degna di questo nome è necesario votare. "Il peggior analfabeta è l'analfabeta politico" scriveva Brecht.
E per la scelta?
Se non ci sono valide alternative è necessario mettersi in gioco mettendoci la faccia. La mani pulite non si devono tenere in tasca. E' terminato il tempo di delegare ad altri le responsabilità.
Per cacciare i mercanti del tempio bisogna dare il buon esempio.
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