ASSOLTO L'APPUNTATO RICCARDO CASAMASSIMA

La data non può passare inosservata: 4 novembre, festa delle Forze Armate. E' arrivata nella giornata di ieri l'assoluzione (l'ennesima) per il carabiniere nel processo che si è svolto presso il Tribunale militare di Roma.

ASSOLTO L'APPUNTATO RICCARDO CASAMASSIMA

Le accuse: vilipendio delle Forze Armate dello Stato e diffamazione.

Lunga la requisitoria del pubblico ministero, dottore Rolando. Articolata e documentata l'arringa della difesa con gli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi. La richiesta dell'accusa è stata di un anno e dieci mesi di reclusione per l'appuntato scelto Casamassima, la cui testimonianza ha portato alla condanna di due carabinieri per il pestaggio che ha causato la morte di Stefano Cucchi.

Il processo nasce dalle denunce presentate dall'Arma nei confronti di Riccardo Casamassima per alcuni post apparsi su Facebook, nei quali il carabiniere lamentava azioni di mobbing e ritorsioni da parte di alcuni superiori, proprio a seguito della testimonianza resa sulla morte del giovane romano. Il pm parla di un reato continuato di vilipendio e diffamazione per i post scritti da Casamassima, dallo stesso "vergati" (come specificato dall'accusa) e rivendicati. Indiscutibile, per il pm, anche l'offensività delle frasi usate: un contenuto lesivo nei confronti dell'Arma e del Comandante Generale, di allora, Nistri.

"L' Arma sta massacrando me e la mia famiglia perché ho detto la verità" questo uno dei post incriminati.

Il pm si è poi soffermato sull'elemento psicologico: Casamassima "era cosciente del valore offensivo delle frasi, delle invettive ripetute nel tempo e mai corrette." Molte delle offese, continua il pm, erano legate al conflitto tra lui e l'Arma. Casamassima avrebbe accusato Nistri di averlo apostrofato come "delinquente", espressione quest' ultima (sostiene il pm) che non può in alcun modo essere attribuita a Nistri.

Inesistente secondo l'accusa qualsiasi forma di mobbing da parte dell'Arma che, al contrario, "avrebbe cercato in ogni modo di aiutarlo nella risoluzione della sua vicenda personale". Conclude il pubblico ministero: "non vi è quindi alcuna giustificazione affinché si possa parlare di diritto di critica perché non c'è stato mobbing a suo danno". Il pm infine parla del famoso incontro tra il Comandante Generale Nistri, la ex Ministra Trenta e Ilaria Cucchi, colloquio durante il quale Nistri parlò di Casamassima in termini tutt'altro che lusinghieri.

Il pm definisce Ilaria Cucchi  una "cittadina valorosa" per il ruolo avuto nella vicenda giudiziaria del fratello. Tuttavia la giudica "un test non terzo" che si sarebbe mossa per aiutare tutti quelli che hanno contribuito a scoprire la verità. La richiesta di condanna per Riccardo Casamassima è di un anno e dieci mesi, senza alcuna causa di giustificazione: richiesta che vuole affermare la piena responsabilità dell'imputato per i reati contestati.

È stata poi la volta della difesa. Una appassionata e puntuale Serena Gasperini parla della scelta fatta dal suo assistito (quella di testimoniare e denunciare) maturata dopo un iter complesso: una decisione coraggiosa arrivata quando la morte di Cucchi stava per essere archiviata come decesso per droga o epilessia: nessuno parlava del pestaggio.

VIDEO1/ Parla l'avvocato Serena Gasperini

Ma poi, le date parlano chiaro, come sottolinea il legale, a seguito della testimonianza è arrivato prima il trasferimento d'ufficio presso la scuola Allievi, poi il demansionamento, quindi la decurtazione di un terzo dello stipendio. L'appuntato scelto Casamassima era diventato - dice la Gasperini - l'eretico, l'appestato, il traditore. Per un intero anno ha chiesto di essere ascoltato: restare alla scuola Allievi non era compatibile con i turni della moglie, anche lei carabiniere. Fra l'altro una apposita legge prevede che, in caso di due carabinieri nello stesso nucleo familiare, occorra trovare il modo di conciliare i turni. Così come una apposita normativa esclude il trasferimento di sede per il denunciante.

Ma nessuno è intervenuto e "davanti all'evidenza - prosegue l'avvocato - non si può chinare la testa".

La legale ha smontato punto per punto la requisitoria del pm, ricordando i numerosi testimoni della difesa chiamati in merito alla situazione di Casamassima: tutti hanno detto di non averlo potuto aiutare perché "dall'alto non lo hanno permesso" (cioè Nistri non permetteva intromissioni). Screditare Casamassima significava quindi salvare la reputazione dell'Arma agli occhi dei cittadini a seguito di quello che era accaduto nel caso Cucchi.

"Chiedo alla Corte di chiudere questo increscioso capitolo per l'Arma dei Carabinieri e di assolvere Riccardo Casamassima" ha chiuso la dottoressa Gasperini.

È seguito il documentato intervento dell'avvocato Daniele Fabrizi (nella foto in alto, insieme a Riccardo Casamassima): "Non esiste vilipendio né diffamazione". Casamassima - sostiene il legale - ha scritto che il Comandante Generale Nistri non era degno di indossare la divisa e che (con i suoi comportamenti) la stava infangando. Casamassima non ha mai svilito l'Arma, anzi ne ha difeso ruolo e onore con la sua preziosa testimonianza.

Quando ha chiesto aiuto a quattro superiori, gli stessi ufficiali hanno rilevato una condotta illegittima da parte dell'Arma per averlo trasferito presso la scuola Allievi senza alcuna mansione, senza aver nulla da fare durante il turno e completamente solo. Alla fine anche loro, pur avendo provato ad aiutare Casamassima, si sono adeguati alla "linea dell'Arma" dettata indiscutibilmente dal Comandante Nistri, firmatario di quel trasferimento ritorsivo, "un atto di guerra da parte dell'Arma nei confronti del carabiniere". Così è stato definito.

Casamassima è stato messo a lavorare alla sbarra della Scuola Allievi, in una postazione dove tutti i colleghi potevano vederlo, messo lì a fare da monito agli altri: chi parla viene "punito". Per la difesa, quindi, nessun vilipendio e nessuna diffamazione da parte di Casamassima che nei post su Facebook ha solamente esercito il diritto di critica.

"Ha rivendicato quei post da combattente quale è - ha detto il legale -. E' stato sempre presente in aula, non si è mai tirato indietro"

VIDEO2/ Parla l'avvocato Daniele Fabrizi 

Assolto solo qualche settimana fa dall'accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti, Casamassima viene dichiarato non colpevole anche questa volta. Assolto dal reato di vilipendio in quanto il fatto non sussiste e dalla diffamazione perché il fatto non costituisce reato. Così hanno deciso i giudici.

È una sentenza importante per Riccardo Casamassima e la sua famiglia; lo è per l'Arma dei Carabinieri; lo è per il paese intero. Da oggi chi è testimone di ingiustizie e comportamenti illegittimi all'interno dell'Arma potrà farsi avanti, per denunciare, per onorare la divisa. Per evitare un altro Stefano Cucchi.

In tanti dovrebbero chiedere scusa a Riccardo Casamassima: chi non lo ha difeso, chi lo ha accusato ingiustamente, chi ha provato a farlo tacere o, ancor peggio, ad infangarlo.

"Rifarei tutto" ripete Riccardo Casamassima con lo sguardo fiero di chi ha trovato in sé, e nella propria forza morale, la volontà di resistere per andare avanti. Anche nei momenti peggiori. Oggi è stata scritta una bellissima pagina di giustizia e verità.

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Riccardo Casamassima con i suoi legali Fabrizi e Gasperini

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