Ingroia: «va fatta Commissione inchiesta su mafia, appalti, trattativa e politici coinvolti»

L’ex pm e oggi avvocato antimafia, presidente di Azione Civile: «Trattativa ci fu, nessuna sentenza può cancellare i fatti».

Ingroia: «va fatta Commissione inchiesta su mafia, appalti, trattativa e politici coinvolti»

Nei giorni precedenti il 23 maggio Antonio Ingroia, che con Borsellino lavorò insieme per tanti anni, ex pm e oggi avvocato antimafia, presidente di Azione Civile è tornato in due occasioni sul processo trattativa Stato Mafia e sull’odierna lotta contro le mafie. È accaduto durante la trasmissione “Quarto Grado” su Rete4 e ancor prima nel convegno organizzato da Antimafia Duemila "Giovanni Falcone. La vera storia della trattativa e delle stragi dello Stato-mafia’’.

Le accuse di spettacolarizzazione della giustizia e di carrierismo, i negazionismi su trattativa e dintorni cosa hanno di diverso, al netto del periodo cronologico, con gli attacchi contro Falcone e Borsellino? Nulla. Riportiamo, prese dall’Adn Kronos, alcune dichiarazioni di Ingroia a “Quarto Grado”. E alcune delle sue dichiarazioni sulla trattativa, riportato da Antimafia Duemila, nel convegno.

L’intervento integrale è qui

 

"Quello che ha nociuto alla vicenda è che, a un certo punto, si siano creati due partiti con i relativi militanti, quelli che credevano alla trattativa e quelli che non ci credevano. In realtà nessuno è stato imputato per avere trattato con la mafia. La trattativa con la mafia c'è stata e lo conferma la Cassazione. Il punto è se la condotta di minaccia nei confronti del governo che hanno messo in atto i mafiosi è stata agevolata per una presunta ragione di Stato da uomini dello Stato e se questa agevolazione sia penalmente rilevante o meno". Lo ha detto a Quarta Repubblica l'ex Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. "Il gip ha ritenuto che ci fossero gli elementi per fare un processo, i giudici di primo grado hanno condannato- dice - poi i giudici di appello con diversa valutazione giuridica hanno ritenuto che i mafiosi erano responsabili e le istituzioni no". Per Ingroia "ciò che ha nuociuto all'indagine, al processo sia proprio il sovraccarico mediatico che si è cerato attorno al processo". "C'è un pregiudizio politico rispetto alla costruzione tecnica - aggiunge - e se c'è stato un 'circo mediatico' non è che i pm possono essere ritenuti di come viene costruito sui media...".

"Io rispetto la sentenza del processo trattativa Stato-mafia, dico che c'è un tema di verità su quello che è accaduto in quella stagione. Va fatta una Commissione parlamentare di inchiesta, non solo lo sul rapporto mafia e appalti ma anche sulla trattativa, ma anche su chi è stato coinvolto nella trattativa, se c'è stato un politico coinvolto, è un tema interessante". Lo ha detto a 'Quarta Repubblica' l'ex Procuratore aggiunto Antonio Ingroia parlando del processo trattativa Stato-mafia.

"L'unica riforma della giustizia che andrebbe approvata al più presto sarebbe quella della riduzione dei tempi della giustizia. Io ho rappresentato il pm nel processo Dell'Utri, che è stato condannato a sette anni, e l'ho iniziato nel 1995 e ricordo che la sentenza è stata nel 2014, quasi 20 anni dopo. Se il la sentenza arrivasse subito i pm sarebbero meno protagonisti perché i tempi sarebbero compressi". A dirlo a 'Quarta Repubblica' è stato l'ex Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia.

(fonte Adn Kronos)

«Leggeremo tutti i contorsionismi tecnici della motivazione della sentenza ma intanto c’è una cosa che non mi convince: se i giudici della Cassazione hanno detto che non c’è prova che hanno commesso il fatto vuol dire che sono entrati nel merito delle valutazioni delle prove. E questo i giudici della Cassazione non lo possono fare. I giudici avrebbero dovuto tuttalpiù ritenere la motivazione contraddittoria o insufficiente, annullare la sentenza e rinviare in un’altra sezione di corte d’Appello … bisognava mettere una pietra tombale su questo processo per questo parlo di sentenza politica … nessuna sentenza, neppure della suprema corte di Cassazione, può cancellare i fatti. E i fatti sono - ha ricordato Ingroia - che lo Stato ha trattato con la mafia, ha compiuto una trattativa scellerata e criminogena che ha prodotto stragi e morti innocenti … La trattativa ci fu. E non fu una chiacchierata al bar con Vito Ciancimino ma una vera proposta. Ci furono una serie di incontri alla fine dei quali venne detto che fu accettata la trattativa. Non rompete le scatole opinionisti del mainstream a dire che questa sentenza dimostra che trattativa non c’è stata. La trattativa c’è stata ed è stato il generale Mori ad ammetterla in aula a Firenze…Nessuna sentenza può cancellare la verità storica» … la pronuncia della Cassazione «è stata utilizzata in modo volgare, idiota e calunnioso”. “Si è chiesto ai magistrati che hanno fatto quelle indagini e quel processo di provare vergogna e di chiedere scusa. Ma scusa di che? E’ una cosa vergognosa …

Io non solo non chiedo scusa, ma come sostituto procuratore e poi come procuratore aggiunto dico che sono orgoglioso di aver avviato per primo l’indagine sulla trattativa Stato-mafia. Perché il reato c’era e perfino la Cassazione ha detto che c’era. Sono orgoglioso di aver fatto quell’indagine e di aver mandato a giudizio quegli imputati … Questo è un processo che definisco storico perché è il primo processo in cui siamo riusciti a fare il salto di qualità seguendo anche il metodo Falcone, che era il metodo dei piccoli passi, della progressione. Quindi sono orgoglioso e lo devono essere anche i magistrati che con me hanno svolto le indagini e quelli che ne hanno dato seguito come Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia, Francesco Del Bene, Giuseppe Fici e Sergio Barbiera. Tutti loro non hanno proprio nulla da chiedere scusagli unici che devono chiedere scusa sono gli imputati che sono stati assolti. E devono chiedere scusa agli italiani e ai familiari delle vittime perché sono responsabili di quello che è successo».