La TRATTATIVA STATO-MAFIA c'è stata. Assolti quasi tutti i condannati in primo grado

FUORI LE MAFIE DALLO STATO. Una data che resterà nella storia di questa martoriata Repubblica: 23 settembre 2021. La Corte d'Assise d'appello di Palermo ha distrutto l'impianto dei magistrati. La Trattativa c'è stata. Ma le condanne sono arrivate solo per Bagarella e Cinà.

La TRATTATIVA STATO-MAFIA c'è stata. Assolti quasi tutti i condannati in primo grado
Le foto sono state scattate da Armando Carta, fondatore Scorta Civica

«La Trattativa continuò anche con il Governo Berlusconi. Dell’Utri, lo spiegano i giudici nella sentenza, rappresentò a Berlusconi le richieste di Cosa nostra. E dicono i giudici che quel Governo tentò di adoperarsi, non riuscendoci per motivi che non dipendevano dalla volontà del premier, per accontentare alcune delle richieste di Riina. Dice quella sentenza che un presidente del consiglio del Governo italiano, nello stesso momento in cui era presidente del consiglio, continuava a pagare, come aveva fatto nel 1974, cospicue somme di denaro a Cosa nostra».

Nino Di Matteo, Roma, 14 novembre 2018

E' arrivata l'ennesima batosta. In secondo grado. I giudici della Corte d'Assise d'appello di Palermo hanno stracciato le condanne in primo grado (20 aprile 2018).

In quella occasione lo Stato aveva condannato:

- Leoluca Bagarella (28 anni),

- Antonino Cinà (12 anni),

- Marcello Dell’Utri (12 anni, già condannato in via definitiva a sette anni per concorso esterno), 

- Mario Mori (12 anni)

- Antonio Subranni (12 anni),

- Giuseppe De Donno (8 anni),

- Massimo Ciancimino (8 anni). 

Mancano i due sanguinari boss: Riina e Provenzano, deceduti tra il 2016 e il 2017.

 

«Nonostante un gravissimo silenzio e una gravissima ignoranza indotta nell'opinione pubblica, sull'argomento noi magistrati avevamo già una sentenza che aveva condannato definitivamente il senatore Dell'Utri per concorso in associazione mafiosa. Questa stabiliva e statuiva che l’allora imprenditore Silvio Berlusconi nel 1974 con l'intermediazione di Marcello Dell'Utri avesse stipulato un patto con esponenti apicali, esponenti di vertice della Cosa Nostra palermitana. Patto di reciproca protezione e sostegno. E che quel patto era stato rispettato dal 1974 almeno fino al 1992».

Nino Di Matteo, Procuratore Nazionale Antimafia, Antimafia2000.com, 27 settembre 2018

POCHI MINUTI PRIMA DELLA SENTENZA

Palermo, 23 settembre 2021

«È stato dimostrato che l'intermediazione di Dell'Utri è proseguita attraverso la trasmissione di messaggi e richieste di Cosa Nostra a Silvio Berlusconi anche dopo il 1992. Soprattutto dopo che Silvio Berlusconi a seguito delle elezioni del marzo 1994 divenne Presidente del Consiglio. Quindi per la prima volta questa sentenza chiama in ballo Silvio Berlusconi non più come semplice imprenditore ma come uomo politico addirittura come Presidente del Consiglio. Questo è un passaggio che pochi hanno sottolineato che può essere incidentale ma è assolutamente indicativo della gravità del comportamento di Silvio Berlusconi che i giudici ritengono accertato, è un passaggio apparentemente slegato all’imputazione mossa a Dell'Utri in questo processo ma molto significativo».

Nino Di Matteo, Procuratore Nazionale Antimafia, Antimafia2000.com, 27 settembre 2018

 

 

Tre giorni in camera di consiglio (Presidente Angelo Pellino, giudice a latere Vittorio Anania e sei giudici popolari). 

 

SENTENZA DI SECONDO GRADO (Corte d'Assise d'appello di Palermo, 23 settembre 2021, ore 17:35

ECCO L'ESITO:

 

- BAGARELLA Leoluca: 27 anni

- CINA' Antonino: 12 anni

- DELL'UTRI Marcello: assolto, per non aver commesso il fatto

- MORI Mario: assolto perchè il fatto non costituisce reato 

- SUBRANNI Antonio: assolto perchè il fatto non costituisce reato

- DE DONNO Giuseppe: assolto perchè il fatto non costituisce reato

- CIANCIMINO Massimo: reato prescritto

La trattativa non costituisce reato in questo Paese orribilemente sporco. 

«Ritengo che mio fratello sia stato ucciso non perché avrebbe potuto opporsi alla Trattativa, mio fratello è stato ucciso per la Trattiva. È stato uno dei punti della Trattativa l’eliminazione di mio fratello. Perché gli interessi dei pezzi deviati dello Stato e della mafia coincidevano.»

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