Attilio Manca non si è suicidato: è Stato ammazzato

OMICIDIO DI STATO. Sarebbe stato facile far cadere il silenzio sul caso, far tacere i pentiti di mafia che parlano dell’omicidio del medico proprio per aver curato Bernardo Provenzano, far passare per pazzi i familiari, mettere il bavaglio ai giornalisti che in questi anni hanno parlato di una morte misteriosa e avvenuta in circostanze tutte da chiarire.

Attilio Manca non si è suicidato: è Stato ammazzato

Combattendo, talmente splende l’anima

Che il cielo è piccolo per contenerla. 

Giuseppe Ungaretti

 

Oggi possiamo dire che è una grande giornata. Una giornata “liberatoria” come la definisce la signora Angela Manca che in 17 anni non ha mai smesso di lottare nella ricerca di una verità che le è stata sempre negata.

 

Suo figlio, il dottor Attilio Manca, ucciso dalla mafia e da pezzi deviati delle istituzioni, questo la famiglia Manca lo ha sempre sostenuto. Lui che era stato scelto per operare di tumore alla prostata il boss latitante Bernardo Provenzano. Attilio Manca poi eliminato nel 2004 probabilmente perchè aveva riconosciuto in quel paziente il boss dei boss di cosa nostra.

 

Attilio, testimone scomodo. Attilio che sino ad oggi per le Procure di Viterbo e Roma è morto per overdose, con un mix di droghe e tranquillanti che si sarebbe inoculato autonomamente.

La famiglia, gli amici di Attilio e le tante persone che in questi anni hanno conosciuto la storia del medico siciliano, non hanno mai creduto alla versione ufficiale: droga o suicidio.

 

Un omicidio piuttosto al quale, probabilmente, hanno preso parte quei pezzi di istituzioni che trattavano con la malavita e che hanno trascinato l’intero paese nel girone infernale della trattativa stato-mafia, riconosciuta e condannata da una sentenza.

Ma oggi depistaggi e bugie sono stati spazzati via.

 

Al processo d'Appello che si è svolto di fronte alla terza sezione penale della Corte d’appello di Roma, è stata infatti assolta Monica Mileti, unica indagata nell’inchiesta sulla morte dell'urologo e che in primo grado era stata condannata a 5 anni e 4 mesi per cessione di droga

Pochi giorni fa l’avvocato della donna aveva detto di aver subito pressioni dalla procura di Viterbo per far testimoniare il falso alla Mileti, oggi assolta perché il fatto non sussiste. Dice il legale Cesare Placanica: “La mia assistita era rimasta schiacciata in una storia in cui non c’entrava niente”.

 

In tutti questi anni tanti cittadini onesti si sono stretti attorno alla famiglia Manca affiancando i genitori e il fratello di Attilio nel percorso difficile e doloroso per ottenere giustizia. 

Affiancati dagli avvocati Antonio Ingroia e Fabio Repici i familiari non hanno mai abbandonato la strada difficilissima per scoprire come sia avvenuto l’omicidio.

 

Non sono mancati depistaggi, atteggiamenti ostili, gravi mancanze da parte degli organi competenti e il tradimento di appartenenti alle istituzioni che non hanno voluto approfondire facendo il proprio dovere.

Dal giorno dell'autopsia sul corpo martoriato di Attilio (redatta frettolosamente e con gravi lacune mai colmate) ai giorni nostri, appartenenti alla mafia, ai servizi segreti deviati, alle istituzioni colluse, hanno fatto di tutto per chiudere il caso e archiviare la morte di un innocente.

 

Ma la verità è più forte della menzogna, l’amore di una madre è più grande della rassegnazione, la luce della giustizia vince le tenebre del ricatto.

 

Da oggi inizia, ce lo auguriamo, un nuovo capitolo di questa drammatica vicenda, una delle pagine più buie del paese.

La procura di Viterbo difficilmente potrà negare la riesumazione del cadavere di Attilio Manca come ha fatto finora.

 

Una cosa è certa: per molti di coloro che sono stati coinvolti nell’omicidio Manca inizieranno notti insonni.

 

Sarebbe stato facile far cadere il silenzio sul caso, far tacere i pentiti di mafia che parlano dell’omicidio del medico proprio per aver curato Bernardo Provenzano, far passare per pazzi i familiari, mettere il bavaglio ai giornalisti che in questi anni hanno parlato di una morte misteriosa e avvenuta in circostanze tutte da chiarire.

 

Ma tanti, troppi tasselli portano a pensare che questo omicidio sia stato organizzato per far tacere per sempre il dottor Manca, scelto in quanto uno dei migliori nel suo campo: chi ha permesso i lunghi anni di latitanza di Bernardo Provenzano ha probabilmente scelto il migliore dei professionisti per curare la malattia di uno dei nomi eccellenti di cosa nostra.

Chi sa parli.

 

Non è più tempo di nascondere la verità, non lo renderemo mai possibile.

 

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