Dalla Riserva grigio cemento alla natura cornice elettorale?

VASTO. Ultimi botti della campagna elettorale, sbucano foto in mezzo alle aree verdi ma le tante, troppe domande, rimaste sospese negli anni rimangono a mezz’aria. Tra le puzze di non si sa cosa e un pan incastrato forse da chissà quale Peter?

Dalla Riserva grigio cemento alla natura cornice elettorale?
fonte: particolare dei santini elettorali della lista capeggiata da Cianci

I giorni del giudizio sono ormai prossimi, anche a questa campagna elettorale siamo sopravvissuti. Manifesti extra large fuori dalle dimensioni da loro stessi stabilite, pomposi e roboanti dichiarazioni, promesse, annunci, passerelle e sfilate tra poco saranno definitivamente tutti archiviati. Passano le campagne elettorali, passano vele e tabelloni, passano trombe e tromboni ma c’è qualcosa non passa mai in terra d’Histonia.

All’improvviso eccolo qua cantava Celentano tanti anni fa, all’improvviso eccole qua potremmo parafrasare riferendoci all’ambiente, alle aree ecologicamente più preziose, a quel che vengono sbandierati come fiori all’occhiello del territorio e della politica. «Diventerà Riserva turistica grigia?» fu uno dei primi interrogativi che ponemmo all’inizio di quest’anno, era il 7 gennaio.

In quei giorni, grazie a spinte dentro e fuori Palazzo di Città esterne all’amministrazione, si parlò finalmente in un’assise istituzionale del redigendo Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci. In quei giorni le parole in consiglio comunale (risposta all’interrogazione della consigliera del Movimento 5 Stelle Dina Carinci) dell’assessora all’ambiente Paola Cianci e la replica, congiunta col sindaco pro tempore Francesco Menna, ai comunicati di Forum Civico Ecologista e Coordinamento Tutela Vie Verdi d’Abruzzo non fecero che confermare i timori sugli aumenti di cubatura previsti.

Fruizione turistica fu un’altra delle frasi chiave dell’assessora pro tempore. Sono passati otto mesi e, nonostante domande, interrogativi, incalzare, della redazione di questo nuovo PAN – che esattamente un anno fa Cianci e Menna dissero sarebbero stato oggetto di un incontro pubblico con tutti i «portatori d’interesse» a breve ma di cui non abbiamo avuto più notizie – non si hanno più notizie. Il 16 agosto scorso la zona di Punta Aderci fu colpita da due incendi, ultimi di una lunga serie protratta negli anni, «quando verranno realizzati punti fissi anti-incendio?» l’interrogativo del nostro articolo del 3 settembre scorso in cui furono riassunte le domande su sorveglianza, spegnimento e fondi dedicati pare non ancora utilizzati.

Se qualcuno ne ha notizia nella campagna elettorale di lor signori batta un colpo. E ci potremmo accontentare anche di mezzo o di un quartino.

A febbraio pubblicammo per la prima volta anche la notizia che erano state percepiti «odori nauseabondi», dello stesse tenori di quelle che da tanti anni vengono segnalati nella zona di Punta Penna, in pieno centro a Vasto. In quei giorni in un comunicato di sindaco Menna e assessora Cianci venne scritto che era «una problematica che si ripete da mesi» e che era in atto anche un confronto con l’Università di Pescara per «sperimentazioni scientifiche, a terra e a bordo di droni attraverso lo sviluppo di apparecchiature finanziate con fondi europei erogati dal Ministero dell’Università e della Ricerca».

Le segnalazioni di questi «odori nauseabondi» si sono ripetute molteplici volte, anche di recente, sta finendo il mandato amministrativo ma del confronto? Nota a margine: le prime segnalazioni di questi «odori nauseabondi» nel luogo più conosciuto e frequentato della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci sono ormai di oltre quindici anni fa.

In questi anni abbiamo avuto 3 sindaci e un commissario a Vasto, tre papi di cui uno dimissionario, tre Presidenti della Repubblica di cui anche rieletto, 5 Presidenti della Regione Abruzzo, sta per chiudere l’ILVA le cui emissioni sono state accertate migliaia di volte, i pozzi inquinati dalla mega discarica di Bussi sono stati chiusi, la mobilitazione popolare ha evitato l’arrivo del Centro Oli di Ortona e di Ombrina Mare 2, si sono ritirate persino le forze armate USA e alleati dall’Afghanistan, è stato arrestato Bernardo Provenzano, condannato l’inventore delle ecomafie Chianese, sono morti lo stesso Provenzano, Totò Riina, Gheddafi, Saddam Hussein, Bin Laden, Andreotti, Cossiga, Rita Levi Montalcini, Raffaella Carrà e qualche altro milione solo di personaggi illustri, si sono scatenate guerre in mezzo mondo e più, abbiamo avuto la crisi greca, altre crisi argentine, svariati colpi di Stato, le primavera arabe, la crisi finanziaria del 2008, è esplosa la pandemia, siamo ad un passo dalla sentenza di appello per la trattativa Stato mafia di inizio anni novanta, la nazionale italiana di calcio ha vinto un mondiale ed un europeo. E potremmo aggiungere almeno qualche altro milione di avvenimenti.

Ma l’unico atto ufficiale e documentale su fatti che hanno appestato l’aria dalle parti di Punta Penna è venuto da Carabinieri e Guardia di Finanza pugliesi.  Quando la campagna elettorale era già entrata nel vivo si è registrato anche l’ennesimo, in questi anni, divieto di balneazione all’altezza di Fosso della Paurosa. Uno dei luoghi critici tali da svariati anni. E anche qui, come sugli «odori nauseabondi», si perdono nel tempo le prime volte in cui si parlò genericamente di possibili cause. Altri divieti di balneazione negli anni sono stati apposti anche nei pressi della spiaggia-cartolina turistica. E a pochi passi dalla stessa a giugno si è registrato l’ultimo sversamento.

Questo e tantissimo altro, se Punta Aderci (e non solo la spiaggia-cartolina turistica) è fiore all’occhiello del territorio, ci si aspettava al centro della campagna elettorale e delle attività di queste settimane. In questi ultimi quattordici giorni abbiamo visto sbucare sui social foto elettorali (una volta si sarebbero definiti «santini») della lista capeggiata dall’assessora all’ambiente uscente in mezzo al verde. A pochi passi o accanto tabelloni espositivi come quelli che vediamo nella Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci e in quella, sempre regionale, di Marina di Vasto. 

Tornando su quanto riportato in alcuni nostri recenti articoli, il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci prevede anche un regolamento che stabilisce:

Art. 3

Le riprese fotografiche e cinematografiche professionali, e quelle amatoriali, fuori dalle visite guidate possono essere effettuate, all’interno della Riserva, alle seguenti condizioni:
a) autorizzazione scritta rilasciata dal Comitato di Gestione o dalla Direzione, dietro specifica richiesta dell’interessato;
b) versamento di un eventuale diritto che sarà stabilito dal Comitato di Gestione;
c) impegno scritto ad inviare al Comitato di Gestione una copia delle riprese effettuate;
d) in ogni caso la pubblicazione e l’utilizzazione in qualsiasi forma del materiale da parte dell’autore sono sempre subordinate alla citazione della seguente frase “Riserva Naturale Regionale Guidata ‘Punta Aderci’ per gentile concessione del Comitato di Gestione”.

Art. 4
Le riprese cinematografiche e televisive dovranno essere sottoposte ad approvazione del Comitato di Gestione prima della diffusione e dietro un versamento di un corrispettivo da stabilirsi di volta in volta.

Che questi articoli non sono vezzo o invenzione di ambientalisti o del sottoscritto chiunque può verificarlo sul sito della Riserva. In occasione del Giro d’Italia di quest’anno persino le riprese aeree sono dovute passare al vaglio del Comitato di Gestione che, tra l’altro, non consentì il passaggio sopra l’area della Riserva.

Ai tempi degli smartphone, dei social e delle più recenti tecnologie queste previsioni regolamentari sono ormai superate? Potrebbero non avere più senso? Non tocca certo a noi trovare risposte. Ma se così fosse si proponga, visto che dovremmo essere in tempi di revisione del documento, di modificarle. Ad oggi queste sono.

Esattamente come i termini del bando di gestione, per esempio. Stabilite lì dove si puote da chi puote e non calate improvvisamente dall’alto. È vero che siamo nello Stato in cui persino il 150° dell’Unità d’Italia e il Giubileo ordinario del 2000 sono state emergenze. Ma come è possibile che dopo la scadenza dei termini è stato ritenuta necessaria una proroga addirittura di un anno susciterebbe domande e interrogativi? Non volendo, viste alcune reazioni a recenti «domande», effettuare lesa maestà e turbare nessun social-nauta, e il perdurare del suddetto «muro di gomma», chiediamo scusa ai nostri lettori ma non abbiamo possibilità di porli.

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