A pochi passi da Punta Aderci sversamenti nel torrente Lebba?

VASTO, PUNTA ADERCI. Virale sui social network un video amatoriale nei pressi della foce del torrente Lebba. A pochi passi dalla spiaggia e dalla zona industriale di Punta Penna acque diventate di colore scuro. Cittadini infuriati sul web e interrogativi, dubbi, domande inevase da troppi anni si confermano sempre d’attualità.

Il video che pubblichiamo in quest’articolo è diventato virale sui social network lo scorso 12 giugno, realizzato nella mattinata dello stesso giorno. Siamo nei pressi della foce del torrente Lebba, a pochi passi dalla Riserva Naturale di Punta Aderci e dalla zona industriale di Punta Penna. Che nel video si staglia sullo sfondo. L’acqua appare chiaramente di colore scuro, tendente al nero, non è limpida e chiara come ci si aspetterebbe da un corso d’acqua.

Su facebook qualcuno sostiene che in quelle ore era distintamente percepibile anche un fortissimo «cattivo odore». Le domande sorgono quindi spontanea: è stato sversato qualcosa nel torrente, cosa e da chi? Le risposte, ovviamente, non possono venire dai cittadini giustamente indignati e l’accertamento della situazione solo dagli organi preposti. Nel tam tam social qualcuno scrive che, in quelle ore, sarebbe stata contattata la Capitaneria di Porto. Alla giornalista de Il Centro Anna Bontempo, da tanti anni attenta alle vicende ambientali vastesi e unica a Vasto ad aver riportato la notizia del video, la comandante della Guardia Costiera di Vasto ha dichiarato che in un primo sopralluogo «è stata rilevata la presenza in acqua di una chiazza scura». Ma di non essere ancora in grado di accertare «se si tratta di uno scarico fognario o di inquinamento dovuto ad altre attività» e che sono in corso accertamenti.

Il 15 giugno alle ore 16.51 abbiamo inviato il video via posta elettronica certificata alla stessa Capitaneria di Porto, al comando della Forestale di Vasto e al sub-dipartimento Vasto-San Salvo dell’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente. Il torrente Lebba attraversa la zona industriale di Punta Penna e sfocia a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Punta Penna. Nel cuore della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci e, come abbiamo sottolineato l’ultima volta nei giorni scorsi, al centro dell’attività amministrativa e politica dell’amministrazione vastese. La fruizione turistica, la predisposizione di servizi e la promozione della spiaggia da anni e anni riempie la cronaca locale ed è al centro di un numero sterminato di comunicati stampa e informazioni provenienti da Palazzo di Città e non solo.

Ad una settimana dalla «chiazza scura» filmata e documentata nel video il portale acque del Ministero della Salute non riporta, nel punto di prelievo ad 800 metri dalla foce del torrente Lebba, «nessuna criticità trovata», stato «balneabile» e una qualità dell’acqua «eccellente». Ma, come sottolineato da Anna Bontempo su Il Centro, negli anni si sono registrati vari divieti di balneazione dopo prelievi dai risultati molto negativi. E, scatenando anche polemiche politiche, non è l’unico punto nella zona della Riserva Naturale in cui i risultati delle analisi delle acque hanno portato a divieti di balneazione. Circostanze che devono far riflettere sullo stato delle acque, e degli ovvi possibili risvolti negativi anche sulla salute umana, e degli equilibri ecologici in una importantissima e preziosa Riserva Naturale. Che convive conflittualmente, nell’inesistenza di visioni e soluzioni strutturali e che risolvano i nodi sul tavolo da parte della «politica», con una zona industriale. Dal forte peso nel tessuto produttivo abruzzese e non solo, favorita dalla presenza del porto, anche se fortemente segnata dalle crisi economiche degli ultimi quindici anni. Basta percorrerla per imbattersi in numerosi capannoni vuoti e nei segni di grandi attività industriali ormai consegnate solo alla storia vastese.

Come già sottolineato sui social, pubblicando e commentando il video, alcuni hanno commentato che dall’acqua del torrente si percepivano «cattivi odori». Una constatazione che per questa zona vastese rimanda a lustri, ormai, di segnalazioni, lamentele e proteste. Oggetto di svariati esposti delle associazioni ambientaliste e di cittadini, esasperati e preoccupati per la salute, «cattivi odori» sono percepiti e segnalati da tantissimi anni. All’inizio di quest’anno in alcuni giorni anche fino al cuore della città. Ma, nonostante il succedersi di esposti e denunce, il passare degli anni e vari annunci «istituzionali» finora non è mai arrivata una parola definitiva e definita sull’accertamento delle fonti di questi «cattivi odori». Tra le piazze reali e virtuali, a mezza voce e ovviamente senza alcuna certezza, molti vastesi puntano l’attenzione su alcune attività antropiche. Ma restano domande, interrogativi, dubbi se non illazioni senza che chi puote (parafrasando il sommo Dante) fornisca finalmente risposte. «Cattivi odori» sono stati tra le micce di un’altra vicenda, presto dimenticata nel disinteresse generale, emersa nei mesi scorsi: una maxi operazione contro il traffico di rifiuti tra Campania, Puglia e Abruzzo resa nota in questi mesi ha accertato lo stoccaggio illecito di rifiuti in un capannone della zona industriale di Punta Penna, gli accertamenti erano stati avviati anche grazie ai «cattivi odori» che provenivano dalle balle accumulate.

 

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